Come ogni anno, a dicembre, arriva il giorno del pagamento dell’acconto IVA: ma di cosa si tratta e, soprattutto, come calcolare quanto dovuto?
L’acconto IVA rappresenta uno degli adempimenti fiscali più importanti per le aziende italiane, con oltre 4 milioni di imprese chiamate a effettuare questo versamento ogni anno.
Ma sappiamo che il calcolo dell’acconto IVA può risultare complesso, soprattutto considerando i diversi metodi disponibili: storico, analitico e previsionale. Le partite IVA hanno la possibilità di compensare quanto dovuto allo Stato con eventuali crediti d’imposta e contributi. L’acconto non è dovuto solo nel caso in cui non si raggiungano determinati importi, come avremo modo di vedere.
In questo articolo, analizzeremo in dettaglio ogni aspetto dell’acconto IVA, dalle modalità di calcolo alle scadenze di pagamento, fornendo una guida completa per aiutarti a gestire questo importante obbligo fiscale in modo corretto ed efficiente.
Cos’è l’acconto IVA
Nel sistema fiscale italiano, l’acconto IVA rappresenta un versamento anticipato dell’Imposta sul Valore Aggiunto che professionisti e imprese sono tenuti a effettuare entro la fine dell’anno in corso.
Possiamo definire l’acconto IVA come un anticipo dell’imposta che andremo a versare nell’ultimo periodo dell’anno (mensile o trimestrale). La sua peculiarità risiede nel fatto che non costituisce un’imposta aggiuntiva, ma viene considerato come un acconto sull’IVA che si dovrà versare successivamente.
In generale, i soggetti obbligati al versamento dell’acconto IVA includono:
- contribuenti mensili che effettuano liquidazioni IVA ogni mese;
- contribuenti trimestrali che liquidano l’IVA su base trimestrale;
- società che operano nel regime IVA di gruppo;
- soggetti che adottano regimi speciali IVA.
Per determinare l’importo da versare, abbiamo a disposizione tre differenti metodologie di calcolo: il metodo storico, il metodo previsionale e il metodo analitico. La scelta del metodo più appropriato dipende dalle caratteristiche specifiche della nostra attività e dalla convenienza fiscale che ne deriva.
È importante sottolineare che bisogna prestare particolare attenzione alla corretta determinazione dell’acconto IVA, poiché un calcolo errato può comportare sanzioni amministrative. Per questo motivo, la scelta del metodo di calcolo rappresenta un aspetto strategico nella pianificazione fiscale aziendale.
Acconto IVA: ecco come si calcola
Per effettuare il calcolo dell’acconto IVA, bisogna tenere in considerazione due fattori: la periodicità adottata dal contribuente e il metodo da applicare tra lo storico, il previsionale e analitico. Ogni metodo possiede le proprie caratteristiche distintive.
Il metodo storico offre maggiore sicurezza, mentre quello analitico risulta conveniente in caso di significativa riduzione del volume d’affari nell’anno in corso. Il metodo previsionale, pur essendo più rischioso, può rivelarsi vantaggioso quando prevediamo una diminuzione del debito IVA rispetto all’anno precedente
Il metodo storico
Il metodo storico, che rappresenta l’approccio più utilizzato per la sua semplicità, prevede un calcolo pari all’88% del versamento effettuato per il mese di dicembre o l’ultimo trimestre dell’anno precedente. Questo metodo risulta particolarmente vantaggioso per la sua natura puramente matematica, riducendo il rischio di errori di calcolo.
La base di calcolo, su cui applicare la percentuale dell’88%, è il debito d’imposta risultante:
- dalla liquidazione relativa al mese di dicembre dell’anno precedente (per l’acconto IVA 2024, si intende dicembre 2023), per i contribuenti mensili;
- dalla dichiarazione annuale IVA, per i trimestrali;
- dalla liquidazione periodica del quarto trimestre dell’anno precedente, per i trimestrali “speciali” (autotrasportatori, distributori di carburante, imprese di somministrazione acqua, gas, energia elettrica, eccetera).
Il metodo previsionale
Il metodo previsionale parte da un’ipotesi, per l’appunto la previsione di realizzare un certo volume d’affari rispetto all’anno precedente. Per calcolare l’acconto quindi ci si basa su una stima delle operazioni che si ritiene di effettuare fino al 31 dicembre.
Anche usando il metodo previsionale l’acconto è pari all’88% dell’IVA che si prevede di dover versare:
- per il mese di dicembre, se si tratta di contribuenti mensili;
- in sede di dichiarazione annuale IVA, se si tratta di contribuenti trimestrali ordinari;
- per il quarto trimestre, per i contribuenti trimestrali “speciali”.
Il metodo analitico
Il metodo analitico richiede, invece, un’analisi più dettagliata, considerando il 100% delle operazioni effettuate fino al 20 dicembre dell’anno in corso. Nello specifico, l’acconto è pari al 100% dell’importo risultante da un’apposita liquidazione che tiene conto dell’IVA relativa alle operazioni:
- annotate nel registro delle fatture emesse, o dei corrispettivi, dal 1° dicembre al 20 dicembre (per i contribuenti mensili) o dal 1° ottobre al 20 dicembre (per i contribuenti trimestrali)
- effettuate, ma non ancora registrate o fatturate, dal 1° novembre al 20 dicembre;
- annotate nel registro delle fatture degli acquisti dal 1° dicembre al 20 dicembre (per i contribuenti mensili) o dal 1° ottobre al 20 dicembre (per i contribuenti trimestrali).
Chi deve pagare l’acconto IVA?
Sono obbligati al versamento dell’acconto tutti i contribuenti IVA tranne coloro che non sono tenuti a effettuare le liquidazioni periodiche IVA, mensili o trimestrali. A essere chiamati alla cassa sono le seguenti categorie di soggetti:
- imprenditori artigiani e commercianti, agenti e rappresentanti di commercio, ecc;
- lavoratori autonomi, professionisti titolari di partita Iva iscritti o non iscritti in albi professionali;
- Società di persone, società semplici, Snc, Sas, Studi Associati;
- Società di capitali ed enti commerciali, SpA, Srl, Soc. Cooperative, Sapa, Enti pubblici e privati diversi dalle società;
- Istituti di credito, Sim, altri intermediari finanziari, società fiduciarie.
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Chi non deve pagare l’acconto IVA?
Il versamento dell’acconto IVA non è richiesto se l’importo da versare è inferiore a 103,29 euro.
Inoltre, sono esentati dal pagamento dell’imposta i contribuenti che:
- hanno cessato l’attività, anche per decesso, entro il 30 novembre se mensili o entro il 30 settembre se trimestrali oppure hanno iniziato l’attività;
- hanno chiuso il periodo d’imposta precedente con un credito di imposta (risultante anche dalla liquidazione Iva periodica), a prescindere dalla presentazione della richiesta di rimborso;
- pur avendo effettuato un versamento per il mese di dicembre o per l’ultimo trimestre del periodo d’imposta precedente, oppure in sede di dichiarazione annuale per il periodo d’imposta precedente, prevedono di chiudere la contabilità IVA con una eccedenza detraibile di imposta.
Sono, inoltre, esonerati dal versamento dell’acconto:
- i contribuenti che, nel periodo d’imposta, hanno effettuato soltanto operazioni non imponibili, esenti, non soggette a imposta o, comunque, senza obbligo di pagamento dell’imposta;
- i produttori agricoli;
- i soggetti che esercitano attività di spettacoli e giochi in regime speciale;
- le associazioni sportive dilettantistiche, nonché le associazioni senza fini di lucro e quelle pro loco, in regime forfettario;
- i raccoglitori e i rivenditori di rottami, cascami, carta da macero, vetri e simili, esonerati dagli obblighi di liquidazione e versamento del tributo;
- gli imprenditori individuali che hanno dato in affitto l’unica azienda, entro il 30 settembre, se contribuenti trimestrali o entro il 30 novembre, se contribuenti mensili, a condizione che non esercitino altre attività soggette all’Iva.
Acconto IVA: scadenze e modalità di pagamento
La gestione delle scadenze rappresenta un aspetto cruciale nella pianificazione fiscale.
Per il pagamento dell’acconto IVA, dobbiamo prestare particolare attenzione alla data del 27 dicembre, che rappresenta il termine ultimo per il versamento. E il 2024 non fa eccezione.
Per quanto riguarda le procedure di versamento dell’acconto IVA, dobbiamo seguire precise modalità operative stabilite dall’Agenzia delle Entrate. Il versamento deve essere effettuato esclusivamente in modalità telematica utilizzando il modello F24.
I codici tributo da usare sono:
- 6013 - Versamento acconto per IVA mensile;
- 6035 - Versamento IVA acconto.
È fondamentale sottolineare che non si può optare per la rateizzazione dell’acconto IVA: il versamento deve essere effettuato in un’unica soluzione.
Nel caso in cui non vengano rispettate la scadenza del versamento, sono previste delle conseguenze significative. Le sanzioni possono variare dal 30% al 100% dell’importo non versato, oltre agli interessi moratori. Tuttavia, si ha la possibilità di utilizzare il ravvedimento operoso per regolarizzare la posizione con sanzioni ridotte.
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