Brexit, Londra nel caos. Governo a rischio dopo ondata di dimissioni

C. G.

15 Novembre 2018 - 15:20

L’accordo sulla Brexit ha scatenato un terremoto politico: 4 ministri hanno già rassegnato le dimissioni mentre la sterlina è crollata di oltre l’1%. Il Governo sta rischiando

Brexit, Londra nel caos. Governo a rischio dopo ondata di dimissioni

L’accordo sulla Brexit ha scatenato un vero e proprio terremoto politico a Londra ed ha imposto alla sterlina inglese di perdere più dell’1% sia contro l’euro che contro il dollaro statunitense.

4 ministri, contrariati dall’intesa trovata, hanno scelto di rassegnare le proprie dimissioni mettendo a rischio la tenuta del governo di Theresa May.

La sterlina inglese è crollata sui minimi di inizio mese e sta continuando a scambiare all’insegna della debolezza contro la maggior parte delle valute rivali. Il caos scatenato dalla Brexit e le possibili ripercussioni sul futuro dell’esecutivo britannico stanno tenendo non soltanto il Regno Unito, ma l’Europa intera con il fiato sospeso.

Caos Brexit: ondata di dimissioni mettono a rischio governo

Come anticipato, nel corso della mattinata odierna ben 4 funzionari dell’esecutivo britannico hanno rassegnato le proprie dimissioni in seguito al via libera ricevuto dall’accordo sulla Brexit.

Nei giorni scorsi i negoziatori di Regno Unito e Unione europea hanno trovato un punto d’incontro. Theresa May ha immediatamente portato la bozza di accordo al governo che dopo ben 5 ore di discussioni ha deciso di approvarla.

Chi ha partecipato alla riunione straordinaria di ieri sera ha parlato addirittura di «scene drammatiche», funzionari dell’esecutivo in lacrime e anche di una mozione di sfiducia contro il primo ministro.

Stando a quanto trapelato da Londra, la proposta di mettere alla porta Theresa May avrebbe già ricevuto 50 firme dai Tory. Anche se al momento non sono emerse informazioni aggiuntive il caos scatenato dalla Brexit ha nuovamente messo a repentaglio la vita del governo britannico.

Tra le dimissioni più eclatanti sicuramente quelle di Dominic Raab, capo negoziatore del Regno Unito nelle trattative con l’Unione Europea che non si è detto pronto a sostenere l’accordo sulla Brexit a causa della questione irlandese.

“La soluzione proposta per l’Irlanda del Nord rappresenta una minaccia reale all’integrità del Regno Unito”.

A rassegnare le proprie dimissioni oggi sono stati anche Suella Braverman, sottosegretario alla Brexit, Shailesh Vara, ministro per l’Irlanda del Nord, ed Ester McVey, ministro del lavoro che ha affermato:

“L’accordo sulla Brexit di May non rispetta il risultato del referendum del 2016. Siamo passati da una situazione in cui nessun accordo era meglio di un cattivo accordo a un’altra in cui un cattivo accordo è meglio di nessun accordo con l’Unione europea. Io non ci sto.”

Gli addii odierni hanno fatto salire a 21 le dimissioni totali rassegnate durante l’esecutivo di Theresa May ed hanno avuto un impatto dirompente sulla sterlina inglese che ha continuato a perdere ampio terreno con il passare delle ore. L’entusiasmo delle ultime giornate si è dissolto completamente.

Come accennato, a Londra si è anche parlato di sfiduciare il premier, un’ipotesi sollevata dal Tory Jacob Rees-Mogg. Una vera e propria rivolta interna che sta mettendo a repentaglio non soltanto il trovato accordo sulla Brexit ma anche e soprattutto l’intera tenuta del governo.

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