Si parla moltissimo della compravendita dei crediti fiscali derivanti dai bonus edilizi, ma da queste cessioni e acquisti c’è un guadagno. Come è tassato? Scopriamolo.
Quando un privato cede il credito fiscale che deriva da un bonus edilizio c’è sempre un guadagno per chi acquista. Perché ovviamente l’acquisto avviene sempre ad un prezzo che è più basso di quello nominale del credito stesso. I bonus fiscali legati alle detrazioni edilizie, anche a causa dell’impasse che ha vissuto il mercato delle cessioni, ha generato, quindi, dei guadagni per imprese, professionisti ma anche per persone fisiche.
Ogni guadagno, come appare ovvio, ha delle conseguenze dal punto di vista fiscale e va indicato in sede di dichiarazione dei redditi. Ma l’indicazione dei guadagni cambia se l’introito lo ha avuto una impresa, un professionista o una persona fisica.
Vediamo, quindi, qual è la modalità di tassazione dei guadagni generati dalla cessione dei crediti in base al soggetto e come vanno indicati nella dichiarazione dei redditi.
Impresa che acquisti crediti e tassazione
Se ad acquistare i crediti è l’impresa e li paga meno rispetto al valore nominale utilizzabile in compensazione, la differenza deve essere tassata così come previsto dall’articolo 88 del Tuir. La tassazione va applicata sulla differenza tra il valore nominale del credito acquisito e utilizzabile e il costo dell’acquisto.
Facciamo un esempio pratico: un’impresa acquista un credito dal valore nominale di 50.000 euro e lo paga 35.000 euro. Dovrà applicare la tassazione sui 15.000 euro di differenza.
Tale differenza va indicata nel Quadro Rf del modello Redditi Sc, Sp o Pf.
Professionista che acquista crediti e tassazione
In questa fattispecie manca qualsiasi tipo di chiarimento da parte dell’Agenzia delle Entrate ma non si può ipotizzare che su tale guadagno manchi imposizione fiscale. Proprio per questo l’opinione prevalente farebbe rientrare il guadagno nei “redditi diversi”. In tali redditi, secondo l’articolo 67 del Tuir rientrano le plusvalenze e gli altri proventi realizzati mediante la cessione a titolo oneroso di crediti pecuniari.
Un’ipotesi minoritaria, invece, li farebbe rientrare nei redditi da capitale che tasserebbe gli interessi di proventi che derivino da altri rapporti aventi per oggetto l’impiego del capitale.
Anche in questo caso a essere tassata è la differenza tra valore nominale e valore d’acquisto e andrebbe indicata nel Quadro Re del modello Redditi Pf o Lm se il contribuente rientra nei forfetari.
Se acquista i crediti un privato?
Se ad acquistare i crediti è un privato pur avendone un guadagno non deve applicare tassazione, a patto che non sia titolare di partita Iva. In questo caso, infatti, non ci sono ipotesi previste nel Tuir che facciano rientrare i redditi in questione nei “redditi da capitale” o nei “redditi diversi”.
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