Stanno per cambiare le regole del Codice della strada. Nel 2025 chi commette alcune violazioni rischia di dire addio alla patente di guida.
Con la riforma del Codice della strada in arrivo bisogna prepararsi a sanzioni più severe e divieti più rigidi. Con le nuove regole tanti trasgressori dovranno dire addio alla patente, almeno per un certo periodo della loro vita. Presumibilmente la normativa entrerà ormai in vigore nel 2025, visto che si attende ancora l’esame del Senato, e se non subirà modifiche particolari dovrebbe davvero rappresentare il “pugno duro” auspicato dal governo.
In tal proposito il ministro dei Trasporti Matteo Salvini, fautore della riforma del Codice della strada, ha da sempre auspicato l’introduzione del cosiddetto ergastolo della patente. Un provvedimento di revoca definitiva della licenza di guida che al momento non trova spazio nel nostro ordinamento, almeno in linea teorica. Anche se nessuna norma al giorno d’oggi prescrive la revoca a vita della patente, non significa che non ci siano casi in cui riprendere la licenza sia di fatto molto difficile.
Con l’inasprimento della disciplina in arrivo con la riforma le possibilità di revoca e sospensione si moltiplicano, anche in relazione alla decurtazione dei punti, motivo per cui è importante iniziare ad apprendere le situazioni più a rischio.
Revoca, sospensione e ritiro della patente non sono la stessa cosa
Prima di approfondire la normativa sulla circolazione stradale, una breve distinzione tra i vari provvedimenti che possono interessare la patente di guida. La sospensione della patente ha carattere provvisorio ed è una sanzione accessoria correlata ad alcune violazioni del Codice della strada.
La revoca della patente ha una durata limitata e consente al titolare di riottenerla, se rispetta determinati requisiti. Può essere determinata da:
- una sanzione amministrativa per infrazioni gravi del Codice della strada;
- la guida durante il periodo di sospensione della patente;
- la perdita dei requisiti psicofisici di idoneità alla guida;
- lo stato di pericolosità sociale, se ritenuto opportuno dal Prefetto;
- il rilascio di un’altra patente da uno Stato estero;
- la perdita di tutti i punti della patente.
La revoca sanzionatoria prevede la possibilità di rifare la patente sottoponendosi nuovamente all’esame di guida una volta trascorso il periodo di tempo previsto. Negli altri casi, per riottenere il documento bisogna dimostrare il ritorno dei requisiti psicofisici o la fine dello stato di pericolosità. C’è poi il ritiro della patente, con cui le forze dell’ordine trattengono il documento per un certo periodo di tempo in attesa di controlli o provvedimenti.
Chi non può guidare nel 2025: le violazioni che fanno dire addio alla patente
La riforma del Codice della strada introduce diverse novità che potranno impedire ai cittadini di guidare, per un periodo variabile di tempo. Aumentano, infatti, le ipotesi di sospensione della patente e anche la durata del provvedimento. In particolare, la violazione dei limiti di velocità con superamento compreso tra 10 km/h e 40 km/h recidiva nel biennio comporterà la sospensione da 15 a 30 giorni. La guida con smartphone costerà invece la sospensione da 15 giorni a 2 mesi, fino a un periodo tra 1 e 3 mesi in caso di recidiva nel biennio. Alla prima violazione, inoltre, vengono decurtati 5 punti, che salgono a 10 in caso di recidiva.
Chi viene condannato per guida in stato d’ebbrezza, invece, non potrà guidare con un tasso alcolemico superiore a 0 g/l, a meno che non utilizzi l’alcolock nei due anni di divieto (per la violazione connessa a un tasso alcolemico tra 0,8 e 1,5 g/l) o tre anni per la violazione con tasso alcolemico superiore a 1,5 g/l.
La revoca di 3 anni scatterà anche in caso di positività all’assunzione di sostanze stupefacenti, anche in assenza di alterazione psicofisica visibile. Alcune violazioni del Codice della strada dovrebbero invece accompagnarsi a una mini sospensione della patente, per un periodo tra 7 e 15 giorni a seconda dei punti, che viene raddoppiato in caso di responsabilità nell’incidente stradale.
Si ricorda invece che, al di là della riforma, la condanna per omicidio stradale comporta invece la revoca della patente di guida per un periodo ben più elevato, arrivando sino a 30 anni nell’ipotesi di fuga e omissione di soccorso.
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