C’è un aeroporto che non ha mai perso il bagaglio di un passeggero, nonostante sia attivo da ormai 30 anni. Ecco chi detiene questo record e quale strategia garantisce tanta affidabilità.
Può capitare a chi viaggia di dover sopportare degli inconvenienti, anche quando i passeggeri si affidano a compagnie aeree affidabili e professionali qualche incidente può accadere. Lo smarrimento dei bagagli è uno dei più frequenti, anche se comunque non eccessivo se si considera la mole molto elevata di viaggi che vengono effettuati ogni giorno nel mondo.
L’aeroporto deve mettere in atto delle procedure di sicurezza per evitare questo genere di intoppi, ma non è sempre facile. Di solito la causa dello smarrimento delle valigie è dovuto agli stessi passeggeri, tra disattenzione e confusione, ma ci sono anche irregolarità nelle procedure di smistamento dei bagagli e, in minore rilevanza, i furti. Ci sono comunque diversi fattori rilevanti, come il numero di personale e le risorse economiche.
Eppure c’è in particolare un aeroporto che non ha mai perso il bagaglio di un passeggero e non perché sia operativo da poco o meno frequentato rispetto ad altri. Il segreto pare risiedere proprio nel sistema utilizzato per gestire i bagagli in arrivo dagli aerei, un metodo che sta dando i suoi frutti dal 1994. Nel frattempo, tutti gli altri aeroporti del mondo lottano per far abbassare il più possibile il numero di bagagli smarriti in un anno, ma non sempre è facile.
L’aeroporto che non ha mai perso il bagaglio di un passeggero
L’aeroporto che non ha mai perso il bagaglio di un passeggero è quello del Kansai, che serve l’omonima regione giapponese e alcune città limitrofe, godendo anche di uno fra i terminal per i passeggeri più lunghi del mondo, con i suoi 1,7 chilometri di lunghezza.
Oltretutto, farà piacere sapere che questo aeroporto è stato progettato dall’architetto italiano Renzo Piano. Ovviamente ciò non ha nulla a che vedere con l’eccellente organizzazione interna, ma è invece rilevante per la maestosità della sua struttura, che peraltro si trova sull’isola artificiale di Osaka, e per la notevole solidità che ha mostrato nel tempo resistendo a varie sfide atmosferiche.
In ogni caso, nel 2024 sono ufficialmente 30 anni che l’aeroporto internazionale del Kansai è aperto al pubblico e in tutti questi anni non ha mai smarrito un solo bagaglio. Non ci sono stati intoppi nemmeno nei primi tempi di riapertura dopo la pandemia, che invece ha creato problemi organizzativi in tutti gli altri aeroporti del mondo, come dimostrato dai dati sugli smarrimenti che in quel periodo impennano rispetto al passato.
Come anticipato, questo particolare record non è dovuto allo scarso utilizzo dell’aeroporto, che in questi trent’anni ha visto il passaggio di circa 55 milioni di valigie e più di 500 milioni di passeggeri. Ovviamente non si tiene conto dei bagagli mai arrivati a causa di un problema avvenuto in partenza, ma esclusivamente di quelli arrivati effettivamente e gestiti dallo scalo giapponese.
Pare che lo smistamento dei bagagli si concluda in soli 15 minuti grazie a un’efficiente organizzazione: ogni compagnia aerea che opera nell’aeroporto è tenuta a comunicare il carico di ogni aereo in modo dettagliato, così che tutto possa essere tenuto sotto controllo dal personale di bordo. Vengono poi eseguiti dei controlli durante i viaggi in comunicazione con il personale di terra. Una strategia vincente che contribuisce all’ottima fama della struttura, soprattutto in tema di affidabilità complessiva e attenzione ai passeggeri.
La direzione progetta così di agire ancora più in grande e continua a migliorarsi, anche perché secondo le stime dovrà ospitare ben 37 milioni di passeggeri nell’anno 2025. In base a quanto riportato dalla CNN si tratta comunque di uno degli aeroporti più frequentati del Giappone, con una media di circa 20/30 milioni di passeggeri ogni anno e circa 10 milioni di bagagli. Un risultato eccellente che però si scontra con la modestia del personale. “Non abbiamo fatto nulla di speciale” ha dichiarato Kenji Takanishi, addetto alle pubbliche relazioni, all’emittente statunitense.
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