Con l’aumento dei tassi di interesse meglio scegliere di acquistare una casa con un mutuo o di prendere un immobile in affitto? Valutiamo pro e contro.
Quando ancora non si possiede una casa, sia essa in affitto o di proprietà, oggi l’abitazione diventa sempre più un problema. Oggi il problema è amplificato non solo dall’aumento dei prezzi dell’affitto ma anche da quello del costo del denaro. Sia che si scelga la casa in affitto che quella di proprietà, quindi, sicuramente si spenderà di più rispetto a qualche anno fa. I tassi di interessi dei mutui sono alle stelle e allo stesso tempo sono saliti anche i costi degli appartamenti in affitto a causa della maggior domanda e all’aumento dell’inflazione.
Anche se i prezzi di vendita delle case, di fronte alla decrescente domanda di acquisto, si stanno stabilizzando, acquistare un immobile diventa un problema a causa dell’aumento dei tassi di interesse dei mutui in continua crescita. Salita che, a quanto sembra si potrebbe arrestare solo verso la metà del 2024. E questo scoraggia dall’acquisto anche perché, a oggi ottenere un mutuo da una banca diventa sempre più difficile.
Con il costo del denaro sempre più alto le banche, infatti, chiedono maggiori garanzie per concedere in prestito soldi e diventa sempre più difficile soddisfare i requisiti di istituti di credito che hanno sempre meno interesse a concedere mutui.
L’acquisto diventa un problema
Fino a qualche anno fa acquistare una casa era un problema a causa del continuo aumento del mercato immobiliare: i prezzi degli immobili, soprattutto nelle città, continuava a crescere. Ma almeno il costo del denaro era irrisorio e chiedere un mutuo era quasi più conveniente che utilizzare i propri risparmi visti i tassi bassissimi.
Oggi ci si trova con il problema opposto. I tassi son saliti e sembra, nel futuro prossimo, continueranno a farlo. Chiedere un mutuo a tasso variabile sarebbe, oggi, un rischio troppo azzardato poiché porterebbe a dover pagare una rata incostante e, almeno per i prossimi mesi, in salita. Anche il costo del mutuo a tasso fisso è aumentato, ma il problema principale sembra essere quello di convincere la banca a concedere il prestito più che affrontare il piano di ammortamento (problema che in futuro potrebbe essere risolto con una rinegoziazione o con una surroga).
Gli affitti in aumento e non solo per l’Istat
Anche gli affitti sono aumentati. Da una parte gli affitti in essere hanno subito, laddove lo prevedeva il contratto, l’adeguamento all’indice Istat con un aumento del canone di locazione dell’11,3%.
Più in generale i proprietari stanno aumentando i prezzi richiesti per i nuovi canoni di locazione per adeguarli alla maggiore domanda e alla minore offerta.
Per chi ha disponibilità economiche che gli permettano di affrontare almeno il 20% del costo di un’abitazione, al momento la soluzione più conveniente resta il mutuo, nonostante i tassi di interesse più alti.
Quello a 30 anni, infatti, comporta una rata mensile inferiore a quello che si spenderebbe per un canone di locazione. E questa è una regola che vale in tutte le grandi città.
Di fatto, poi, con un mutuo è pur vero che si sostiene una spesa mensile, ma alla fine del piano di ammortamento ci si ritroverà proprietari di un immobile. Con l’affitto, invece, anno dopo anno si paga un canone di locazione per l’utilizzo di un immobile che alla scadenza del contratto resterà, di fatto di proprietà altrui. I canoni di locazione che si versano, quindi, sono «soldi perduti», che non portano assolutamente a nulla se al mero utilizzo dell’immobile.
Più in generale quello che si dovrebbe pensare è che il costo del denaro non può continuare a salire all’infinito. Prima o poi i mutui torneranno a scendere e anche prendendone uno a tassi più alti, pur richiedendo il pagamento di rate maggiori nel presente, offrirebbe la possibilità di una stabilizzazione nel futuro grazie alla rinegoziazione o alla surroga non appena i tassi invertiranno la tendenza.
I vantaggi del mutuo non finiscono con il risparmio sulla rata, ci sono le detrazioni
Mentre per l’affitto si può contare su una detrazione una tantum che spetta solo in determinate circostanze e solo per redditi che rientrano in determinati limiti (quest’anno tra l’altro ci sono delle novità per quel che riguarda la detrazione delle locazioni per i giovani tra i 20 e i 30 anni), in alcuni casi il mutuo permette detrazioni più vantaggiose.
Per chi accende un mutuo sulla prima abitazione, infatti, è possibile godere, per tutta la sua durata, delle detrazioni sugli interessi passivi dello stesso dall’Irpef. A prescindere dal reddito. E si tratta di un’agevolazione al 19% su una spesa massima di 4.000 euro l’anno, ovvero di uno sconto massimo dall’Irpef pari a 760 euro l’anno.
L’onere è detraibile anche se sostenuto per un familiare fiscalmente a carico e questo significa che se il mutuo è stipulato da moglie e marito ma a lavorare è solo uno dei due e l’altro risulta fiscalmente a carico, chi lavora può portare in detrazione l’intero ammontare.
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