Agenzia delle Entrate bocciata in italiano: il rimprovero dell’Accademia della Crusca

Claudia Cervi

20/06/2022

Meglio il termine «verifica concordata» per definire gli inviti bonari nel Cassetto Fiscale. La parola «compliance» mette i contribuenti in difficoltà.

Agenzia delle Entrate bocciata in italiano: il rimprovero dell’Accademia della Crusca

L’Accademia della Crusca tira le orecchie all’Agenzia delle Entrate per un tecnicismo inserito nel Cassetto Fiscale. Oggetto del contendere è il termine «compliance» all’interno della sezione intitolata “Comunicazioni relative all’Invito alla Compliance”.

Gli esperti linguisti contestano all’amministrazione finanziaria l’utilizzo di una parola straniera «oscura», compliance per l’appunto, in luogo di una espressione italiana più intuitiva e diretta per descrivere la possibilità di «disbrigo in via bonaria» di una pratica.

Agenzia delle Entrate bocciata in italiano

Il gruppo Incipit attivo presso la Crusca ha lo scopo di monitorare i neologismi e forestierismi incipienti, ossia le parole straniere che vengono introdotte nella lingua parlata, sin dal momento in cui si affacciano e prima che prendano piede, suggerendo alternative per l’uso comune.

Dal 2015 ad oggi gli esperti si sono pronunciati in 19 occasioni, analizzando una quarantina di anglicismi, a fronte di circa 500 parole inglesi già annoverate nei dizionari della lingua italiana.

Prima dell’Agenzia delle Entrate era stato il turno del sito della Pubblica Amministrazione che gestiva la app IO. Nel bersaglio del gruppo, le parole utilizzate per descrivere l’aggiornamento dell’applicazione su Google Play:

  • ora è possibile richiedere assistenza in merito all’onboarding di una carta di credito;
  • digitando il Pan della carta di credito, in fase di inserimento, viene riconosciuto il brand e mostrata l’icona relativa;
  • renaming della sezione “pagamenti” in “portafoglio”;
  • aggiornato il fac-simile dell’avviso di pagamento;
  • migliorata la rappresentazione dei messaggi con pagamento e scadenza
  • rimosso il campo “importo” dal form per l’inserimento manuale di un pagamento

In quella occasione gli esperti della lingua italiana hanno suggerito queste modifiche:

  • adesso si può chiedere assistenza per caricare una carta di credito;
  • quando si digita il numero della carta di credito, appare il marchio del circuito di pagamento;
  • il nome della sezione “pagamenti” è stato cambiato in “portafoglio”;
  • è stato aggiornato il fac-simile dell’avviso di pagamento;
  • sono stati migliorati i messaggi di pagamento e scadenza;
  • è stato tolto il campo “importo” dal modulo che serve a inserire manualmente un pagamento.

Agenzia delle Entrate: cosa significa “compliance”

Nel linguaggio tecnico-burocratico il termine inglese «compliance» si riferisce all’«aderenza alle prescrizioni normative e di autoregolamentazione di imprese, istituti di credito e sim» (Gradit di De Mauro). Tradotto in italiano, to comply significa conformarsi, agire secondo un desiderio o comando e indica qualcosa che «soddisfa requisiti specifici».

La sezione inserita nel Cassetto Fiscale intitolata “Comunicazioni relative all’Invito alla Compliance” si riferisce dunque alla possibilità data al contribuente di consultare i propri dati e gli elementi in possesso dell’Agenzia sulla posizione tributaria.

In tal modo, prima che l’Agenzia notifichi un avviso di accertamento, il contribuente che riceve la comunicazione all’interno del proprio Cassetto Fiscale potrà regolarizzare l’errore o l’omissione attraverso il ravvedimento operoso, con sanzioni ridotte.

Invito alla compliance fondato sulla trasparenza

Agli occhi dei linguisti la scelta del termine inglese «compliance» per perseguire l’obiettivo di trasparenza e collaborazione nel rapporto tra contribuente e Amministrazione appare come un ossimoro.

Chissà se verrà recepito il suggerimento di trasformare la dicitura «Invito alla Compliance» con l’espressione purista «Verifica concordata».

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