Aiuti di stato UE: quali Paesi ne hanno beneficiato di più? La classifica

C. G.

26/05/2020

Aiuti di Stato UE: la Germania in testa alla classifica dei Paesi che hanno ottenuto più autorizzazioni. E l’Italia?

Il tema degli aiuti di Stato è inevitabilmente tornato alla ribalta con lo scoppio dell’emergenza COVID-19.

L’intera economia europea (e mondiale) è stata travolta dalla pandemia che ha messo con le spalle al muro numerose aziende. Ultimo, ma non per importanza, il caso di Lufthansa, compagnia aerea tedesca duramente colpita dal coronavirus che ha dato il via alle pratiche per un salvataggio pubblico da 9 miliardi di euro.

Diversi Paesi hanno dovuto affrontare nuovamente il tema degli aiuti di Stato e in un’audizione telematica al Parlamento europeo la Commissione UE ha fatto il punto sulle economie che ne hanno beneficiato di più e di meno; in altre parole, sugli Stati cui sono state concesse più autorizzazioni dai piani alti.

Aiuti di Stato UE: chi ne ha beneficiato di più?

A fare chiarezza sulla questione è stata Margrethe Vestager, vicepresidente esecutivo della Commissione europea responsabile per la Concorrenza, che ha fornito i dati sulla distribuzione degli aiuti di Stato concessi ai vari Paesi dall’entrata in vigore del Quadro temporaneo.

Quest’ultimo è stato pensato per allentare i vincoli esistenti e per permettere alle economie più colpite di potersi muovere più “liberamente” nel pieno dell’emergenza.

Ebbene, stando a quanto confermato dalla Vestager, ad oggi le procedure concesse sono state 175 e hanno avuto un valore complessivo di 2.139 miliardi di euro. Ma chi ha beneficiato di più di questa grande massa di denaro? Le percentuali fornite dalla Commissione UE non hanno lasciato spazio a dubbi di sorta:

  • Germania: 47%
  • Italia: 18%
  • Francia: 16%
  • Spagna: più del 4%
  • Regno Unito: quasi il 4%
  • Belgio: 2,5%
  • Polonia: 2,5%
  • Altri Paesi: 1,5% o anche meno

Gli aiuti di Stato UE, dunque, sono stati concessi soprattutto alla locomotiva d’Europa. L’Italia, invece, si è posizionata al secondo posto, ma con una percentuale decisamente inferiore rispetto a quella tedesca.

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