Allarme pensioni

Simone Micocci

4 Ottobre 2024 - 10:16

E se le pensioni comportassero l’addio dell’euro? L’invecchiamento della popolazione pone la Bce in una situazione molto delicata, ogni errore può essere fatale.

Allarme pensioni

Inutile nasconderlo, c’è preoccupazione per il futuro delle pensioni. E non solo in Italia, ma in buona parte d’Europa dove persino c’è chi teme che lo squilibrio sulle pensioni possa portare alla fine dell’Eurozona.

Il problema è che presto molti Paesi europei dovranno fare i conti con l’aumento della spesa pensionistica a causa dell’invecchiamento della popolazione. Ciò li obbligherà a mettere mano alle proprie riserve per pagare le pensioni: ma ci sono abbastanza risorse per farlo?

In alcuni casi sì, in altri, come l’Italia, no.

Tant’è che nel Piano strutturale di bilancio a medio termine il governo si è preso l’impegno con l’Europa: nei prossimi anni verranno adottate misure volte a tenere le persone più al lungo al lavoro, al fine di ridurre l’età pensionabile (che oggi secondo i dati Inps è appena superiore a 64 anni) e di conseguenza contenere i costi.

Il problema delle pensioni

Nella maggior parte dei Paesi dell’area euro viene utilizzato il sistema a ripartizione per finanziare il pagamento delle pensioni. Questo significa che oggi le pensioni vengono pagate dalle persone che lavorano, con i loro contributi quindi. Un sistema generalmente efficiente, almeno fino a quando non deve fare i conti con l’invecchiamento della popolazione.

Laddove il numero di persone che smettono di lavorare risulti maggiore rispetto a quelle che invece iniziano, per l’Italia, come per tutti gli altri Paesi con sistema a ripartizione, c’è il rischio che le entrate non siano più sufficienti a sostenere le uscite.

E va detto che l’Italia non è così lontana da questo scenario, basti pensare che oggi l’età media è tra i 50 e i 54 anni, con tantissime persone che nei prossimi anni andranno in pensione e un mercato del lavoro che invece fatica a crescere come invece dovrebbe affinché possano esserci quelle entrate sufficienti a sostenere le uscite.

In passato la difficoltà nel pagare le pensioni ha portato all’approvazione della riforma Fornero con cui l’età pensionabile è stata allungata, possibile che nei prossimi anni succeda lo stesso ma si tratterebbe solamente di rimandare il problema.

È allarme in tutta l’area Euro (con qualche eccezione)

L’Italia non è la sola a utilizzare il sistema a ripartizione per finanziare le pensioni. Germania, Francia e Spagna, ad esempio, fanno come noi. E non è un caso che tutti, chi in un modo chi in un altro, stanno provvedendo ad allungare l’età per andare in pensione.

C’è però un’eccezione: i Paesi Bassi, dove invece chi lavora adesso pagherà la sua pensione. I “risparmi” di oggi, quindi, serviranno a pagare le pensioni di domani. Basti pensare che grazie a questo meccanismo hanno circa il 150% del PIL a disposizione per pagare le pensioni, mentre tra i Paesi che hanno utilizzato il sistema a ripartizione stiamo tra lo 0% e il 20%.

Le pensioni metteranno fine all’euro?

Secondo l’economica bosniaco Edin Mujagić il problema pensioni potrebbe essere tra le cause che metteranno fine all’euro. Molto dipenderà dalla politica che metterà in atto la Bce per dare sostegno a quei Paesi che avranno difficoltà a pagare le pensioni.

Arriverà un momento in cui per le ragioni sopra indicate i bilanci di questi Paesi subiranno una pressione enorme a causa delle pensioni, dovendo così prendere delle decisioni anche impopolari. Tagli agli assegni, aumento dell’età per andarci, nuove tasse. E allo stesso tempo il debito aumenterà, anche perché difficilmente ci sarà una forza politica che avrà il coraggio necessario per adottare tutte le misure necessarie per garantire sostenibilità alle pensioni.

A pagarne il conto sarebbe tutta l’Unione Europea, in un contesto di cooperazione che, come ad esempio chiede Mario Draghi, sostiene i debiti europei congiunti. Ma quale giustificazione verrebbe data a chi, come i Paesi Bassi, non ha di questi problemi? Mujagić teme che questa situazione possa porre la parola fine all’area Euro, specialmente laddove la Bce dovesse adottare una politica sbagliata. Perché laddove il debito dovesse aumentare la Bce potrebbe essere costretta a mantenere bassi i tassi di interesse continuando a comprare i debiti di questi Paesi al fine di mantenerli gestibili. Ma ciò comporterebbe un aumento dell’inflazione che va bene per chi ha debiti elevati ma non per chi invece vive una situazione di tranquillità.

Arriverà quindi un momento in cui i Paesi economicamente messi meglio potrebbero non accettare le decisioni prese dalla Bce per dare sostegno all’area Euro, con il rischio che ciò possa portare a una rottura irrevocabile. Tutto, o quasi, per colpa delle pensioni.

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