West Nile, aumentano i ricoveri in terapia intensiva: «Importanti encefaliti, che necessitano di cure ad alta intensità»

Claudia Mustillo

23/08/2022

Si cercano le cause dell’aumento di contagi West Nile in particolare in alcune zone di Italia. Ecco cosa sta succedendo.

West Nile, aumentano i ricoveri in terapia intensiva: «Importanti encefaliti, che necessitano di cure ad alta intensità»

West Nile Virus (WNV): 230 casi nell’uomo e 13 decessi in Italia dall’inizio del mese di giugno 2022, lo rivela l’Istituto superiore di sanità (Iss) nell’aggiornamento del 18 agosto. Di questi 230 casi, spiega l’Iss: «127 si sono manifestati nella forma neuro-invasiva (dei quali 14 Piemonte, 8 Lombardia, 71 Veneto, 3 Friuli-Venezia Giulia, 29 Emilia-Romagna, 1 Toscana, 1 Sardegna), 37 sono stati casi identificati in donatori di sangue (5 Piemonte, 5 Lombardia, 18 Veneto,9 Emilia-Romagna), 63 casi di febbre (1 Piemonte, 4 Lombardia, 55 Veneto, 1 Friuli-Venezia Giulia, 2 Emilia-Romagna) e 3 sintomatici (Veneto)».

L’allarme più grande è in Veneto, dove cresce il numero dei ricoveri in gravi condizioni presso l’Azienda Ospedale Università di Padova. Al momento sono 15 i pazienti ricoverati, di cui 10 in terapia intensiva, come spiegai il direttore generale dell’Azienda Ospedale Università Padova, il dottor Giuseppe Dal Ben, "Presentano importanti encefaliti, che necessitano di cure ad alta intensità, spesso con degenze che si protraggono per numerosi giorni.

Al 10 agosto 2022, negli Stati membri dell’Ue sono stati segnalati 188 casi umani di WNV (144 Italia, 39 Grecia, 2 Austria, 2 Romania, 1 Slovacchia) di cui 10 decessi tutti in Italia.

West Nile: 10 pazienti in terapia intensiva

«Alcuni di questi pazienti ospitati in terapia intensiva sono relativamente giovani, attorno ai 50-60 anni. I restanti sono anziani, colpiti duramente da questo virus, che quest’anno sembra particolarmente aggressivo», spiega ildottor Giuseppe Dal Ben. Che poi ricorda a tutti l’importanza delle misure di contenimento del virus «Consigliamo grande attenzione e di adottare le più elementari misure di contenimento del contagio, come l’uso di repellenti, l’evitare luoghi all’aperto nei pressi di acque stagnanti e possibili ambienti a rischio, e l’uso di vestiti a maniche lunghe».

Si cercano le cause di un numero così elevato di contagi della «febbre del Nilo», in particolare a Padova, dove due terzi dei pazienti sono in terapia intensiva. Tra le ipotesi, su cui l’azienda Ospedaliera Universitaria sta lavorando, anche quella della siccità. È probabile che la causa scatenante siano i ristagni di acqua, dovuti alle mancate precipitazioni del 2022, d’altra parte la città di Padova è attraversata da diversi corsi d’acqua. Il ristagno dell’acqua è una delle cause principali della proliferazione di zanzare culex portatrici dell’infezione.

West Nile Virus: incubazione e sintomi

Il periodo di incubazione dal momento della puntura della zanzara infetta varia fra 2 e 14 giorni, ma può essere anche di 21 giorni nei soggetti con deficit a carico del sistema immunitario, come spiega l’Iss.

La maggior parte delle persone infette non mostra alcun sintomo. Fra i casi sintomatici, circa il 20% presenta sintomi leggeri: febbre, mal di testa, nausea, vomito, linfonodi ingrossati, sfoghi cutanei. Sintomi che durano, solitamente, pochi giorni, in rari casi qualche settimana, e possono variare molto a seconda dell’età della persona: nei bambini è più frequente una febbre leggera, nei giovani la sintomatologia è caratterizzata da febbre mediamente alta, arrossamento degli occhi, mal di testa e dolori muscolari; negli anziani e nelle persone fragili e debilitate, invece, la sintomatologia può essere più grave.

I sintomi più gravi si presentano in media in meno dell’1% delle persone infette (1 persona su 150), e comprendono febbre alta, forti mal di testa, debolezza muscolare, disorientamento, tremori, disturbi alla vista, torpore, convulsioni, fino alla paralisi e al coma. Alcuni effetti neurologici possono essere permanenti. Nei casi più gravi (circa 1 su mille) il virus può causare un’encefalite letale.

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