Troppe incognite gravano sui BTP e altri titoli di Stato, finiti per diventare ostaggio dei dazi di Trump e dei loro effetti sui tassi di interesse. Qui la situazione è diversa.
Altro che BTP con dazi Trump, nel bel mezzo delle incognite sull’evoluzione dei tassi da parte della BCE, e del piano per la difesa targato UE in arrivo: un piano che sarà accolto con accolto con favore sicuramente da molti, in Europa, ma che di certo non sta scatenando l’entusiasmo dei titoli di Stato dell’area euro in generale e degli stessi BTP.
Oggi è evidente, di fatto, la tensione sul mercato dei bond sovrani dell’area euro, che da un lato si vedono pressati da un dato sull’inflazione del blocco che desta ancora non poche preoccupazioni (in primis a Christine Lagarde, presidente della BCE, in vista del BCE Day ormai alle porte), e che dall’altro scontano la prospettiva di un boom di emissioni di titoli di Stato che inevitabilmente i Paesi dell’Unione europea dovranno emettere per sfornare un esercito comune made in Europe.
Di conseguenza, mentre lo spread BTP-Bund a 10 anni torna a puntare verso 110 punti base e i rendimenti dei BTP decennali salgono al 3,60%, gli investitori si pongono nuovi interrogativi: qual è il bond perfetto che possa assicurare un ghiotto rendimento e magari non essere ostaggio delle incognite che tengono con il fiato sospeso le banche centrali di tutto il mondo, incerte sul da farsi sui tassi? Incognite che vedono salire sul podio soprattutto l’effetto di quei dazi già annunciati, imminenti, comunque in dirittura d’arrivo di Donald Trump, un po’ ovunque? [...]
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