Tornano le critiche al Jova Beach Party 2022 da parte degli ambientalisti e degli esperti di ecosistemi. Ecco quali sono le critiche e qual è stata la risposta del cantante.
A distanza di tre anni torna il Jova Beach Party, il tour di concerti che riempie le spiagge d’Italia - e altri luoghi fragili come le vette delle montagne - e tornano anche le critiche ambientaliste all’evento. Jovanotti, fin dalla prima edizione, ha cercato di controbattere alle critiche ambientaliste definendo il suo evento “un momento nel quale informare i suoi fan sull’ambiente e la sostenibilità”. Nella scorsa edizione aveva affermato di aver trasformato 600.000 fan in persone attente alla raccolta differenziata, ma il problema non né la raccolta differenziata, né il pulire la spiaggia dopo l’evento.
Le critiche ambientaliste sono molto più profonde e riguardano la fragilità degli ecosistemi dove si tengono i concerti del tour di Jovanotti. L’artista si è difeso in diverse occasioni accusando di “ambientalismo ideologico” gli attivisti che secondo lui gli stanno facendo la guerra, un atteggiamento “più sporco delle fogne”. In realtà le critiche degli attivisti ambientalisti provengono in larga parte dall’ambiente scientifico, dagli esperti di ecosistemi che hanno messo in guardia sulla necessità di proteggere gli ambienti a rischio.
Il problema ambientale dei Jova Beach Party non è tanto l’evento in sé - perché molti altri concerti sono inquinanti -, il vero problema è il tentativo di green washing e negazionismo dell’inquinamento che è un concerto di tale portata, definito un “maxi concerto”, comporta all’ambiente. Jovanotti ha iniziato a collaborare con Intesa Sanpaolo, Fileni e WWF. Il nome WWF in qualche modo ripulisce l’immagine dei concerti sulle spiagge, ma non risolve i problemi poiché, neppure sul sito dell’ente, non è stato pubblicato nessun documento sulle regole che saranno rispettate durante i concerti o, meglio ancora, programmi di messa in sicurezza dell’ambiente di volta in volta pensati appositamente per il luogo scelto per l’evento.
Jova Beach Party 2022 al centro delle polemiche: quali sono i problemi
L’annuncio del nuovo tour estivo di Jovanotti ha fatto riemergere le polemiche che tre anni fa erano già sorte sulle location scelte per i concerti dei Jova Beach Party, come luoghi fragili, ecosistemi a rischio come le spiagge e le vette delle montagne per esempio. Di quest’anno invece la notizia dell’abbattimento di 65 metri quadri di tamerici, proprio durante il periodo vietato per la nidificazioni di alcuni uccelli a rischio. Fatto avvenuto senza autorizzazione. A dirlo è stata Francesca Santarella di Italia Nostra, un’associazione nazionale per la tutela del patrimonio storico, artistico e naturale, che ha spiegato come il concerto
a Ravenna si è tenuto in una pineta che è un luogo protetto da normative ambientali. Per il concerto sarebbe stata necessaria un’autorizzazione ambientale e paesaggistica che non è mai arrivata.
Almeno ci sono stati dei passi avanti, per così dire. Dopo le critiche della prima edizione, Jovanotti ha dichiarato di non aver raso con la ruspa le dune delle spiagge, di aver aggiunto dei piani per evitare il compattamento del suono e di aver costruito delle barriere per proteggere le piante e gli animali costieri. Critiche che lui stesso aveva fortemente criticato in precedenza, ma che ora si sono rese necessarie vista l’aumentata attenzione nei confronti dell’ambiente.
Infine bisogna far notare che la spiaggia non è una discoteca e che, come afferma Legambiente nel suo report sulle spiagge, “la crisi climatica aumenta l’erosione della delle spiagge italiane” che oggi riguarda il 46% delle coste sabbiose, per un totale di perdita di costa pari a 1.700 km di litorale. I concerti sulle spiagge ne aumentano la percentuale di erosione.
Jova Beach Party: la risposta di Jovanotti (non basta)
Le risposte di Jovanotti alle critiche non bastano. Secondo l’artista il concerto è un’occasione per fare sensibilizzazione, ma nella realtà dei fatti il Jova Beach Party è evento privato a scopo di lucro. Se l’obiettivo del concerto è sensibilizzare, come fa notare lo stesso Jovanotti, allora sarebbe stato molto più semplice organizzare una raccolta di plastica sulle spiagge e in altri ambienti naturali compromessi.
La verità è che i Jova Beach Party fanno inquinamento acustico e luminoso e inoltre compattano il suolo e disturbano la riproduzione di specie a rischio. Lasciare la “spiaggia più pulita di prima” non è nient’altro che buon senso e avviene già per tutti gli altri concerti organizzati in Italia. Di certo non una rivoluzione ambientale e sostenibile.
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