Approvata con 219 voti favorevoli la risoluzione di maggioranza. Il premier Draghi ha ricordato gli impegni italiani negli incontri internazionali. Sulle armi all’Ucraina cosa è stato detto?
Il governo italiano supera la prova e la maggioranza tiene in Senato. Sulle armi all’Ucraina neppure una parola, sebbene molte volte sia stato chiesto un ampio coinvolgimento del Parlamento. Dopo una lunga serie di incontri di mediazione, che secondo Il Sole 24 Ore sono durati in totale 11 ore, è stata raggiunta l’intesa sul testo della risoluzione di maggioranza.
Il passaggio del testo che ne ha garantito l’approvazione è stato quello che fa riferimento al continuare a garantire un ampio coinvolgimento delle Camere nelle occasione di incontri riguardanti la guerra in Ucraina e le misure di sostegno alle istituzioni ucraine, comprese le cessioni di forniture militari. In questo modo Draghi si è assicurato 219 voti favorevoli, con annesso applauso, 20 contrari e 22 astenuti.
Nell’intervento di Draghi in Senato, il premier si è limitato a ricordare qual è la posizione assunta dall’Italia sullo scacchiere internazionale e di come, per quanto in appoggio all’Ucraina, «i nostri canali di dialogo rimangono aperti, non smetteremo di cercare la pace, nei termini che sceglierà l’Ucraina». Draghi ha inoltre voluto ricordare che, per quanto ne dica il presidente russo Vladimir Putin, le sanzioni economiche stanno facendo effetto sull’economia russa. Infatti, le sanzioni hanno pesato almeno per 7 punti percentuali sul Pil nel 2022 e nel 2023 la Banca Mondiale ha previsto un ulteriore calo totale del -8,5% del Pil.
Cosa prevede la risoluzione firmata dal governo sull’Ucraina: il testo
Draghi ha superato la prova del Senato, ottenendo 219 favorevoli, 20 contrari e 22 astenuti. La maggioranza è stata raggiunta, dopo ore di trattative che hanno formalizzato il testo della risoluzione con argomento principale il tema della guerra in Ucraina, l’invio di armi e il comportamento e l’indirizzo che l’Italia deve tenere in questa situazione.
Il governo si impegna «a esigere l’immediata cessazione delle operazioni belliche e il ritiro di tutte le forze militari che illegittimamente occupano il suolo ucraino», chiedendo inoltre che queste avvengano con iniziative multilaterali o bilaterali utili a una de-escalation militare, e aggiungendo la necessità di aumentare in parallelo gli sforzi diplomatici intesi a trovare una soluzione pacifica sui principi della sovranità e dell’integrità territoriale dell’Ucraina e dei principi del diritto internazionale.
Nel secondo punto del testo si ricorda che l’obiettivo italiano è il raggiungimento di un cessate il fuoco e una conclusione positiva dei negoziati, anche se i termini di questi non sono specificati. La maggioranza rimarca quindi la necessità di «garantire sostegno e solidarietà al popolo e alle istituzioni ucraine» attraverso il rispetto del diritto all’autodifesa individuale e collettiva.
In conclusione il testo fa riferimento anche al tema della sicurezza alimentare a livello globale, da garantire attraverso corridoi e lo sminamento dei porti, e al supporto delle domande di adesione all’Ue dell’Ucraina, della Moldavia e Georgia. Sul piano economico, per compensare gli squilibri dovuti alle conseguenze economiche della guerra in Ucraina e alle sanzioni alla Russia, viene sollecitato l’esecutivo a muoversi per tempo, per esempio attraverso le politiche di diversificazione dell’energia. Importante per Draghi è l’introduzione di un tetto ai prezzi del gas, che torna a essere citato in Senato prima della riproposta in Europa.
La risoluzione firmata dal governo sull’Ucraina: le armi ci sono o no
Nel testo della risoluzione non ci sono le armi. Letteralmente non c’è mai la parola “armi” nel testo di 808 parole, quindi piuttosto breve, letto dal presidente del Consiglio Draghi. In compenso, come fa notare Il Sole 24 Ore, nel discorso del premier la parola “europeo” e “consiglio” sono state pronunciate rispettivamente 11 e 9 volte, mentre “pace” e “guerra” sono apparse 9 e 7 volte.
Mentre “Kyiv”, “Mosca”, “russo” e “ucraino” sono state pronunciate almeno 5 volte, la parola “Parlamento”, “imprese” e “sanzioni” sono state nominate 3 volte. In tutto il discorso invece la parola “armi”, neanche per sbaglio, è stata mai citata.
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