Quante sono le vittime del superbonus? Migliaia di famiglie rientrano tra quelli che, ormai, sono considerati gli esodati del superbonus.
Anche se in pochi ne parlano, esiste un esercito di persone che hanno subito gli effetti nefasti delle modifiche al superbonus: sono gli esodati della misura, le famiglie che si trovano a fare i conti con l’emergenza che il superbonus ha portato.
Cantieri fermi e famiglie senza una casa, nuclei che si ritrovano con migliaia di euro di debito da saldare e altre migliaia di persone che, da questa vicenda, sono uscite con problemi di salute e sono costrette ad assumere antidepressivi per tirare avanti.
Le vittime del superbonus sono state contate dall’Associazione degli Esodati del Superbonus e si tratta di 1,5 milioni di famiglie a cui si aggiungono oltre 500 mila imprese in difficoltà.
Gli esodati del superbonus, un esercito silenzioso
Il superbonus, da quando è stato varato, conta oltre 30 modifiche che, in alcuni casi, sono state anche retroattive. Si tratta di una norma che ha suscitato polemiche e preoccupazioni e che come conseguenza non ha soltanto l’aver messo in seria difficoltà i conti pubblici. Le modifiche alla normativa hanno messo nei guai anche un numero impressionante di famiglie, tra quelle rimaste senza casa (e magari con bambini o disabili all’interno) e quelle con debiti talmente alti da non riuscire a saldarli.
A ristrutturare casa con il super incentivo sono stati in molti, ma sono relativamente pochi quelli che ne sono usciti senza problemi. I continui cambiamenti della normativa (stop allo sconto in fattura e termini sempre più stringenti per portare a termine cantieri bloccati e senza fondi) hanno fatto in modo che nella maggior parte dei casi i lavori non siano stati portati a conclusione con il risultato che molte famiglie, uscite di casa per il tempo necessario allo svolgimento degli interventi, non siano potute rientrare nella loro abitazione a causa dei cantieri ancora fermi.
L’Associazione degli esodati, nata nel 2022 come comitato spontaneo, oggi è impegnata a portare avanti le storie e le richieste di migliaia di famiglie vittime della ristrutturazione dell’immobile (che in molti casi oltre alla casa si sono trovate a perdere anche il lavoro).
I più fortunati sono ospiti di amici e parenti, ma c’è anche chi è costretto a dormire in garage o in macchina. Senza contare tutti coloro che devono pagare l’affitto di una casa di appoggio mentre, allo stesso tempo, pagano anche il mutuo della casa devastata dai lavori del superbonus, iniziati e mai finiti dalle imprese senza liquidità.
Il Governo non fa nulla
Nonostante gli appelli e le richieste l’esecutivo non torna sui suoi passi e introduce, anzi, nuove regole sempre più restrittive che vanno a impattare negativamente sulle famiglie e sulle imprese.
Le criticità più gravi sono dovute allo stop a cessione del credito e sconto in fattura: famiglie che hanno iniziato gli interventi contando sul fatto di poter cedere i crediti o di trovarsi direttamente i costi degli interventi scontati in fattura, devono sostenere costi che non possono permettersi per portare a termine i lavori sul proprio immobile. Senza contare lo stop retroattivo alla cessione dei crediti tra privati per crediti maturati prima del 2024.
A fare le spese di questo ultimo intervento normativo sono le famiglie che non hanno molta disponibilità economica, visto che sono impossibilitate anche a fruire della detrazione delle spese per incapienza fiscale. Lo sconto in fattura e la cessione del credito, infatti, erano nati proprio per venire incontro agli incapienti e permettere loro di migliorare l’efficienza energetica degli edifici. Con il divieto di poter cedere i crediti residui ci sono famiglie che rischiano di perdere tutto, avendo investito tutti i loro averi negli interventi sull’immobile con la certezza di recuperare il tutto, proprio come previsto dalla Legge (che poi, in corso di opera è cambiata non una, ma almeno 30 volte).
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