Assegno di inclusione, importo massimo 2024 (e confronto con il Reddito di cittadinanza)

Simone Micocci

05/06/2024

Assegno di inclusione, qual è l’importo massimo a cui si può avere diritto? È più o meno alto rispetto al Reddito di cittadinanza? Facciamo chiarezza.

Assegno di inclusione, importo massimo 2024 (e confronto con il Reddito di cittadinanza)

L’Assegno di inclusione ha un importo correlato in base al reddito e al numero (e alla tipologia) dei componenti del nucleo familiare. Oggi in media le famiglie percepiscono circa 620 euro al mese di Assegno di inclusione, ma l’importo massimo in realtà potrebbe essere molto più alto.

Nel fissare i criteri per il calcolo dell’Assegno di inclusione, infatti il legislatore ha previsto un limite minimo e uno massimo e il paradosso è che quest’ultimo è persino più alto rispetto a quanto poteva spettare di Reddito di cittadinanza.

Senza dimenticare poi che l’Assegno di inclusione può essere “arrotondato” con altre misure. Perché se da una parte è vero che per i minori e per i maggiorenni occupabili viene dato un peso minore nel parametro di scala di equivalenza, coefficiente che determina l’importo massimo che una famiglia può percepire, allo stesso tempo va detto che:

  • per i figli si può percepire interamente dell’Assegno di inclusione, mentre con il Reddito di cittadinanza ne spettava solamente una parte;
  • gli occupabili, esclusi dal parametro di scala di equivalenza, possono fare richiesta separata del Supporto per la formazione e il lavoro, percependo così un ulteriore sostegno di 350 euro al mese. Una misura di cui possono beneficiare anche più componenti dello stesso nucleo familiare.

Complessivamente, quindi, nel passaggio da Reddito di cittadinanza ad Assegno di inclusione non c’è stato quel taglio significativo che invece era stato raccontato dal governo, almeno negli importi. Lato beneficiari, invece, il numero si è ridotto e anche considerevolmente.

A tal proposito, ecco un confronto tra l’importo massimo del Reddito di cittadinanza con quello dell’Assegno di inclusione, a dimostrazione che nel migliore dei casi con quest’ultimo può spettare un importo maggiore.

Reddito di cittadinanza, importo massimo e chi ne aveva diritto

Con il Reddito di cittadinanza l’importo massimo che si poteva ottenere era pari a 500 euro mensili moltiplicati per il parametro di scala di equivalenza che al limite poteva arrivare a 2,1, o 2,2 in presenza di componenti disabili in famiglia. Quindi, ogni mese si potevano ottenere fino a 1.050 euro, 1.100 in presenza di persone con disabilità.

Ma chi ne aveva diritto? Intanto il reddito familiare doveva essere pari a zero. Dopodiché serviva raggiungere il parametro di scala di equivalenza richiesto, calcolato assegnando un valore pari a 1 per il richiedente più:

  • 0,4 per ogni componente maggiorenne;
  • 0,2 per ogni componente minorenne.

Ad esempio, una famiglia composta da 5 persone, di cui 3 maggiorenni e 2 minorenni, era nella condizione per poter aspirare al massimo dell’importo.

A cui si aggiunge anche il rimborso per il canone di affitto, fino a 280 euro mensili, o eventualmente il rimborso della rata del mutuo fino a 150 euro.

Si poteva arrivare, quindi, fino a 1.380 euro in condizioni favorevoli, soldi ritenuti eccessivi dal governo che infatti con il passaggio all’Assegno di inclusione ha apportato dei tagli.

Importo massimo Assegno di inclusione e a chi spetta

Come potete notare dal nostro calcolatore sull’Assegno di inclusione, a parità di reddito e di nucleo familiare l’importo percepito può essere diverso da quello del Reddito di cittadinanza.

La ragione sta nel cambio dei criteri per la definizione del parametro di scala di equivalenza, il cui calcolo diventa più articolato:

  • per il richiedente continua a essere assegnato un valore pari a 1;
  • per i maggiorenni spetta uno 0,4 solo se con carichi di cura (minori di 3 anni, almeno 3 figli minori o disabili) oppure se over 60;
  • per i maggiorenni disabili, invece, il valore sale a 0,50;
  • scende a 0,30, invece, nel caso di maggiorenni con grave disagio bio-psicosociale;
  • in tutti gli altri casi i maggiorenni sono esclusi;
  • per i minori, invece, spetta uno 0,15 fino a 2 anni, 0,10 successivamente.

Tuttavia, nonostante dei criteri più restrittivi, il valore massimo che si può ottenere è aumentato in quanto salito a 2,2 per tutti, 2,3 per i nuclei con disabili. Considerando che l’importo base è sempre di 500 euro mensili, si può arrivare fino a 1.100 euro, 1.150 per i nuclei con persone disabili.

Semmai è più complicato arrivarci. Prendiamo il nucleo di prima, composto da tre maggiorenni e due minori: tutto dipende dall’età nonché dallo stato dei componenti, fermo restando che il reddito deve essere sempre pari a zero.

Ad esempio, mettiamo il caso che i minori siano rispettivamente di 4 e 8 anni, con un valore quindi di 0,10 per entrambi, e che tra i maggiorenni non ce ne sia nessuno che soddisfa i requisiti per essere considerato nel parametro. In tal caso si scende dal 2,1 che era riconosciuto con il Reddito di Cittadinanza a 1,2, con l’assegno che quindi si riduce da 1.050 a 600 euro mensili. Tuttavia, come vedremo di seguito, c’è un modo per compensare questa perdita.

Cosa serve quindi per arrivare all’importo massimo dell’Assegno di inclusione? Raggiungere il massimo del parametro di scala di equivalenza è più facile per le famiglie numerose con figli piccoli o disabili. Ad esempio, Una famiglia composta da tre maggiorenni, di cui un disabile e un altro che se ne prende cura, più due minori di età rispettivamente pari a 4 e 8 anni, avrà un parametro di scala pari a 2,1, assicurandosi così almeno lo stesso importo che spettava con il Reddito di cittadinanza.

Anche perché l’Assegno di inclusione prevede anche lo stesso rimborso per la quota di affitto, fino a 280 euro mensili. Non spetta invece il rimborso per il mutuo.

Come aumentare l’importo dell’Assegno di inclusione

Come detto in apertura, quando parliamo di importo massimo dell’Assegno di inclusione non possiamo dimenticarci del Supporto per la formazione e il lavoro, ossia quella misura che si rivolge a quei componenti del nucleo che essendo in età compresa tra i 18 e i 59 anni e non avendo carichi di cura né particolari impedimenti di salute non sono compresi nel parametro di scala di equivalenza in quanto ritenuti occupabili.

Per loro c’è la possibilità di prendere parte a un percorso di politica attiva che per un periodo di un anno riconosce un assegno individuale di 350 euro mensili interamente cumulabile con l’Assegno di inclusione.

Riprendiamo l’esempio di cui sopra, ossia la famiglia composta da 5 persone con due minori di età di 4 e 8 anni che con il passaggio dal Rdc all’Adi ha visto ridurre l’importo percepito da 1.050 a 600 euro. Mettiamo adesso il caso che i due componenti maggiorenni occupabili e quindi esclusi dal parametro di scala di equivalenza intraprendono il percorso di politica attiva delineato dal Supporto per la formazione e il lavoro: per ciascuno di loro per 12 mesi ci sarebbe un’entrata aggiuntiva di 350 euro. Complessivamente, quindi, dal passaggio se ne ricava un sostegno complessivo di 1.300 euro, molto meglio di quanto spettava con il Reddito di cittadinanza.

A ciò bisogna aggiungere anche che mentre con il Reddito di cittadinanza l’Assegno unico per i figli spettava in misura parziale, poiché ne veniva decurtata la quota già contenuta nel sostegno al reddito, adesso non è più così. L’Auu spetterà per intero, ciò significa che - nel caso specifico - anziché un’entrata aggiuntiva di circa 180 euro la famiglia ne riceverà 380 euro, con un guadagno di ulteriori 200 euro (stando ai valori aggiornati nel 2023).

Nel complesso, quindi, il nucleo familiare dell’esempio ha guadagnato ben 450 euro al mese dal passaggio, ma solo per il periodo - massimo 12 mesi - in cui per gli occupabili verrà riconosciuto il bonus di 350 del Supporto formazione lavoro. Una situazione comune a tante altre famiglie.

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