Assegno unico novembre 2023, quando viene pagato e perché sarà più basso (per alcuni)

Simone Micocci

06/11/2023

Assegno unico novembre 2023, quando viene pagato? Ecco tutte le date e perché alcune famiglie rischiano una decurtazione dell’importo.

Assegno unico novembre 2023, quando viene pagato e perché sarà più basso (per alcuni)

È tempo di guardare all’Assegno unico per figli a carico in pagamento a novembre 2023 il quale porterà con sé un’importante novità: per alcuni nuclei familiari l’importo viene improvvisamente ridotto fino al minimo, con un taglio più o meno consistente a seconda dei casi.

D’altronde, con l’avvicinarsi della fine dell’anno l’Inps inizia a tirare le somme sull’Assegno unico erogato nel corso del 2023, in vista di un conguaglio che ci sarà tra febbraio e marzo 2024 con il quale per le famiglie potrebbe esserci la restituzione delle somme non erogate oppure trattenuta di quanto corrisposto in più. È il caso ad esempio di coloro che hanno un Isee recante omissioni o difformità che fino a oggi hanno percepito l’Assegno unico per intero ma che già a novembre si ridurrà con il rischio poi di una nuova, e importante, trattenuta a inizio 2024.

Prima di fare chiarezza su cosa succede a novembre a quelle famiglie che non hanno - ancora - regolarizzato l’Isee, vediamo quali sono le date di arrivo di questo importante contributo per il sostegno al reddito delle famiglie.

Quando viene pagato l’Assegno unico a novembre

Come ufficializzato dall’Inps, anche a novembre il calendario dei pagamenti dell’Assegno unico per figli a carico individua tre differenti date:

  • giovedì 16 novembre;
  • venerdì 17 novembre;
  • lunedì 20 novembre.

Ciò vale esclusivamente per coloro che percepiscono l’Assegno unico da almeno un mese, come pure per quelle famiglie che tra ottobre e novembre non hanno subito alcuna variazione d’importo. In caso contrario, il pagamento avviene nell’ultima settimana di novembre, quindi tra lunedì 27 e giovedì 30.

Assegno unico a novembre, attenzione al ricalcolo

Rischiano di dover aspettare la fine del mese i nuclei familiari che percepiscono l’Assegno unico sulla base di un Isee recante difformità oppure omissioni.

In tal caso, infatti, non c’è stata alcuna conseguenza sull’Assegno unico in quanto l’importo è stato comunque calcolato sulla base del valore dell’attestazione. Pensiamo ad esempio a una famiglia con Isee di 10.000 euro, ma definito difforme: questa da inizio anno sta comunque beneficiando dell’importo massimo, pari a 189,20 euro per figlio (più le relative maggiorazioni).

Ciò non significa però che l’Isee possa restare così: vi è infatti l’obbligo di regolarizzarlo entro la data del 31 dicembre 2023, poiché in caso contrario l’importo si abbassa fino al minimo, pari a 54,10 euro, e in sede di conguaglio vengono recuperate le somme indebitamente percepite nel corso dell’anno.

Il ricalcolo scatta invece già a partire dalla mensilità di novembre: chi non provvede a regolarizzare l’Isee, infatti, questo mese vedrà l’Assegno unico ridursi fino al minimo fissato dalla legge. Resta appunto la possibilità di regolarizzarlo, o comunque fornire la documentazione richiesta, entro la fine dell’anno, recuperando così le somme non erogate tra novembre e dicembre.

Esempio

Prendiamo come esempio un nucleo familiare così costituito:

  • padre e madre entrambi lavoratori;
  • figlio di età pari a 10 anni;
  • figlio di età pari a 12 anni.

L’Isee è pari a 15.000 euro, ma in sede di presentazione della Dsu sono state rilevate delle difformità.

Da inizio anno questi beneficiano di un Auu pari a 189,20 euro per ogni figlio, a cui si aggiunge una maggiorazione di 32,40 euro ciascuno in quanto entrambi i genitori lavorano. Complessivamente, quindi, prendono 443,20 euro.

Da novembre 2023 tuttavia l’importo si riduce al minimo, arrivando complessivamente a 108,20 euro (54,10 euro per ciascun figlio con la maggiorazione riconosciuta perché i genitori lavorano che invece si riduce a zero).

A questo punto la famiglia ha due possibilità:

  • lasciare tutto così com’è, con il rischio che in sede di conguaglio venga richiesta la restituzione di ben 335 euro per 10 mensilità, quindi 3.350 euro;
  • correggere l’Isee entro il termine del 31 dicembre 2024. In tal caso l’Auu verrà ricalcolato sulla base della nuova attestazione. Se l’Isee dovesse restare sotto i 16.215 euro allora l’importo dell’Assegno resterà lo stesso e in sede di conguaglio verranno restituiti 670 euro (335 euro per novembre e altrettanti per dicembre); diversamente si abbassa, e con il conguaglio ci sarà comunque un indebito da dover restituire.

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