Dipendenti pubblici, primo incontro il 29 aprile: accordo sottoscritto prima dell’estate per pagare gli aumenti a fine anno. Possibile maxi assegno a dicembre 2021.
Ve lo avevamo anticipato: per il rinnovo del contratto della Pubblica Amministrazione il Governo intende fare in fretta. Ed è per questo che si sta facendo in modo di garantire l’aumento di stipendio entro la fine dell’anno, anche se non sarà semplice.
La concertazione è finalmente partita: l’atto di indirizzo ha ottenuto il via libera del Ministero dell’Economia e per il momento il programma pensato dal Ministro della Funzione pubblica, Renato Brunetta, procede senza alcun intoppo.
Non sarà semplice arrivare ad un accordo in tempi brevi: uno dei temi caldi, ad esempio, riguarda proprio l’aumento di stipendio per il quale non sembra esserci accordo sulle cifre. Il Governo, infatti, parla di un aumento di 107,00 euro (medio e lordo) ossia il 4,07% dello stipendio tabellare, importo su cui i sindacati sarebbero anche favorevoli se non fosse che questo sarà comprensivo anche di altri emolumenti, come la conferma dell’elemento perequativo e il finanziamento dell’indennità di vacanza contrattuale fino ad oggi erogata. Secondo i sindacati, quindi, alla fine l’aumento sarà di appena 90,00€ medi e lordi, cifra considerata inadeguata per una valorizzazione economica dei dipendenti pubblici.
L’intenzione è comunque quella di sottoscrivere il rinnovo in tempi brevi, così che possano essere avviate tutte le procedure utili per il pagamento dei primi aumenti di stipendio entro la fine del 2021.
Rinnovo del contratto: aumenti di stipendio entro fine anno
Il via libera del Tesoro per l’atto di indirizzo accelera la trattativa per il rinnovo del contratto nella Pubblica Amministrazione. A tal proposito, è stato convocato per giovedì 29 aprile il tavolo della trattativa per il rinnovo del comparto delle funzioni centrali, al quale prenderanno parte i sindacati di categoria e l’Aran, l’Agenzia che rappresenterà il Governo.
Arrivando ad un accordo nel comparto centrale si andrà ad intervenire sugli stipendi di tutti coloro che lavorano nei Ministeri, nelle Agenzie, presso l’Inps e in tutte le altre amministrazioni centrali che fanno parte del comparto.
Almeno per quanto riguarda il comparto centrale si spera di arrivare alla firma di un accordo entro l’estate. Dopodiché partirà la fase di verifiche di Tesoro e Corte dei Conti entro l’autunno. Parimenti si potrà procedere al riconoscimento degli aumenti entro la fine dell’anno: si parla già di dicembre, per quello che potrebbe essere un maxi stipendio di fine anno. Contestualmente alla tredicesima, infatti, verrebbe riconosciuto un assegno una tantum con tutti gli arretrati.
La novità di quest’anno è che le trattative potranno iniziare contestualmente anche negli altri comparti; è per questo motivo che la Conferenza delle Regioni sta già lavorando alla direttiva per il comparto Sanità. Anche per le Forze Armate e di Polizia la trattativa dovrebbe partire a breve.
Per i comparti per i quali la trattativa per il rinnovo del contratto sta partendo subito, quindi, ci sono buone possibilità che l’aumento di stipendio arrivi già entro la fine dell’anno; per gli altri, invece, c’è il rischio che si sfori nel 2022.
Rinnovo del contratto: cosa cambia?
Nel frattempo, ci sono diverse novità per il rinnovo del contratto. Ad esempio, non trova spazio la novità che vi avevamo annunciato fino a qualche giorno fa, ossia la possibilità che venisse istituita una nuova area per le alte professionalità. Queste, quindi, continueranno ad essere inquadrate tra i funzionari, nella cosiddetta area terza. A questi, comunque, verrà riconosciuto uno “specifico rilievo” e questo potrebbe significare un maggiore aumento di stipendio (che verrà finanziato con risorse extra).
Maggiori regole ci saranno per lo smart working: non si tratterà di un diritto soggettivo, in quanto dovrà essere l’amministrazione a concederlo. Lo smart working servirà per migliorare il servizio ed è per questo che assume una maggiore importanza il tema della valutazione dei risultati (per il quale un progetto di riforma è stato collegato al Recovery Plan).
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