Dopodomani si terrà la seconda riunione dell’anno della Federal Reserve. Rispetto a qualche mese fa l’atteggiamento della Banca centrale a stelle e strisce è cambiato. L’inflazione in raffreddamento potrebbe dare una boccata di ossigeno a Powell
Mercoledì prossimo è attesa la nuova riunione della Federal Reserve, la seconda del 2019.
Come di consueto, la riunione del Federal Open Market Committee (FOMC), il braccio operativo della FED, avrà una durata di due giorni al termine dei quali verranno comunicate le decisioni adottate dai membri del comitato presieduto da Jerome Powell (clicca qui per il calendario 2019 delle riunioni Fed).
Nella precedente riunione tenutasi lo scorso 30 gennaio, l’atteggiamento della Fed è mutato all’insegna di una politica monetaria meno severa. Come ha detto Powell la parola d’ordine per il 2019 è «prudenza».
Un approccio che meglio si allinea al contesto globale degli ultimi mesi, che non sembra decisamente migliorato rispetto ai timori che hanno portato al crollo delle Borse nel corso dell’ultimo trimestre 2018.
Fed: il tasso giusto è quello attuale
Il FOMC ha infatti confermato all’unanimità il costo del denaro, il quale rimane all’interno del range 2,25-2,5%. Questo livello di tassi di interesse è considerato “neutrale” da Powell, ovvero non porta né al surriscaldamento né al raffreddamento dell’economia.
Dal Board della Fed, l’attuale politica monetaria è stata definita «appropriata» in un contesto in cui la crescita statunitense si confermerà «sostenuta» benché non vi sia nessun elemento sulle prospettive economiche che richieda un’azione immediata sui tassi.
Powell ha inoltre precisato che le azioni della Fed saranno il più trasparenti e prevedibili possibili così da minimizzare eventuali turbolenze sul mercato finanziario rispetto al doppio obiettivo dell’istituto: la piena occupazione e lla stabilità dei prezzi.
*Il 74% dei conti degli investitori retail perde denaro negoziando CFD con questo fornitore. È necessario valutare se si può sostenere il rischio elevato di perdere il capitale investito.Inflazione in calo regala tempo a Powell
«La Fed ha gestito molte fasi di recessione ma, negli ultimi venti anni, non ha evitato due correzioni del 50% dei principali indici azionari. I mercati scontano un politica completamente supportiva ma, in una fase di debolezza economica generalizzata, è difficile che sia sufficiente per sostenere i prezzi ancora a lungo», ha commentato Edoardo Fusco Femiano, Market analyst per eToro.
Intanto dagli ultimi dati economici è emerso un raffreddamento dell’inflazione Usa. Questo fatto dovrebbe aumentare lo spazio di manovra della Federal Reserve che potrà probabilmente far passare il 2019 senza mettere mano ai tassi di interesse, a meno di netti miglioramenti della congiuntura.
In questo modo Powell, così come Draghi relativamente all’Eurozona, potrebbe essere felice di un’inflazione in rallentamento, che gli consenta di guadagnare tempo. Contrariamente all’Eurotower, la Fed ha però maggiori munizioni per combattere una prossima eventuale crisi.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Argomenti