Banche italiane e BTP pronti a chiudere un 2024 all’insegna dei buy. Ma occhio all’alert appena lanciato dall’UE.
Tutti a tessere le lodi delle banche italiane e dei BTP. Ma fino a che punto i due asset dell’Italia, trasformatisi da un bel po’ di tempo nei presunti fiori all’occhiello del Paese, sono davvero sicuri?
I dati sono sicuramente a loro favore. Certo, nelle ultime sedute qualche scossa i BTP l’hanno ricevuta, prima dalla BCE di Christine Lagarde meno dovish del previsto sui tassi, pronta a staccare anche la famosa spina anti-spread, poi dalla Fed di Jerome Powell, che ha mandato al tappeto i titoli di Stato USA, scatenando un effetto domino sui bond dell’area euro. Detto questo, sia la carta italiana che i titoli delle banche italiane si avviano a concludere il 2024 sbandierando performance positive: la prima, blindata dalla solidità del governo Meloni; le banche, grazie ai tassi ancora alti della BCE e, anche, alla febbre risiko scatenata dai vari dossier UniCredit-Banco BPM e MPS-Monte dei Paschi di Siena.
Previsioni su come andranno le cose nel 2025, sia per i BTP che per le banche, sono state già sfornate. A essere sfornato è stato tuttavia anche un attenti, che vale la pena di considerare, soprattutto a causa di quel doom loop, definito anche abbraccio tossico, tra gli istituti di credito e il debito pubblico dell’Italia. [...]
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