Bank of England ha annunciato il taglio dei tassi di interesse. Ma non mancano gli alert, sia sul PIL che sull’inflazione.
La Bank of England, banca centrale del Regno Unito, ha concluso la sua prima riunione di politica monetaria del 2025 annunciando un taglio di 25 punti base, che ha portato i tassi di interesse UK a scendere dal 4,75% al 4,5%.
La decisione si è confermata in linea con le previsioni degli economisti e con quanto prezzato dai mercati.
Terzo taglio dei tassi da parte della Bank of England, sorprendono i due no
Si tratta del terzo taglio dei tassi della BoE, dopo i precedenti che sono stati annunciati ad agosto e a novembre dell’anno scorso.
Il verdetto non è stato tuttavia unanime, visto che nella Commissione di Politica monetaria della banca centrale i voti favorevoli alla sforbiciata dei tassi di 25 punti base sono stati 7, contro 2 voti contrari.
In evidenza l’identità dei due esponenti della Commissione della Bank of England che si sono opposti alla decisione di tagliare i tassi UK chiedendo non un nulla di fatto, ma una sforbiciata doppia.
La contrarietà dell’esponente Swati Dhingra era attesa, in quanto è da tempo che il banchiere dovish auspica riduzioni più significative dei tassi.
A sorprendere è stato l’appello a tagliare di 50 punti base che è arrivato dall’altra esponente Catherine Mann, che si era opposta in precedenza ai tagli dei tassi, e che secondo molti economisti avrebbe mostrato il suo lato hawkish anche oggi. E invece, non solo Mann si è detta favorevole al taglio, ma ha anche lanciato un appello a favore di una riduzione di 50 punti base, che è rimasto inascoltato.
I mercati sembrano sostenere tra l’altro la view dovish dei due esponenti della Commissione di Politica monetaria della BoE. ù
Bank of England dimezza stime crescita PIL UK, sell sulla sterlina. Cosa prezzano i mercati
D’altronde, la banca centrale del Regno Unito oggi ha annunciato anche di aver tagliato le stime sulla crescita del PIL di quest’anno.
Le previsioni ora puntano su una crescita di appena lo 0,75% nel corso del 2025, la metà del +1,5% atteso a novembre.
Immediati i sell sulla sterlina, che vanno di pari passo con la crescita delle aspettative sui mercati monetari su tagli dei tassi più significativi, pari a 67 punti base, nel corso del 2025, oltre al taglio di 25 punti base appena annunciato.
Questo significa che i mercati prezzano altri due tagli, probabilmente nei meeting di maggio e di agosto, mettendo in conto anche la possibilità di un altro taglio entro la fine dell’anno. La sterlina cede più dell’1% nei confronti del dollaro a $ 1,2377.
L’altra notizia pessima, che sembra avallare i timori di una stagflazione, è la revisione al rialzo da parte della Bank of England della crescita dell’inflazione che, a suo avviso, si rafforzerà “temporaneamente quest’anno, fino al 3,7%”, in parte a causa dei prezzi energetici più alti, rispetto al +2,5% di dicembre. L’inflazione dovrebbe poi tornare di nuovo al target del 2%.
Disinflazione ha fatto progressi, ma attesa fiammata +3,7% nel corso dell’anno
Nel fare l’annuncio, la Bank of England ha parlato di “progressi significativi compiuti dalla disinflazione nel corso degli ultimi due anni”, grazie a quei “ precedenti shock esterni che sono rientrati, e sulla scia di una politica di restrizione monetaria che ha ridotto gli effetti di second round (dell’inflazione), stabilizzando le aspettative di più lungo termine sull’inflazione”.
Allo stesso tempo, per quanto riguarda il nodo dell’inflazione, la banca centrale si è così espressa:
“Le pressioni inflazionistiche domestiche stanno moderando il passo, ma rimarranno in qualche modo elevate, e alcuni indicatori si sono indeboliti in modo più lento di quanto atteso. I costi energetici globali più elevati, secondo la Bank of England, dovrebbero spingere al rialzo l’inflazione headline misurata dall’indice dei prezzi al consumo fino al 3,7% nel terzo trimestre del 2025, anche se le pressioni inflazionistiche domestiche di fondo sono attese rallentare ulteriormente. Sebbene l’inflazione misurata dal CPI è attesa tornare successivamente al target del 2%, la Commissione presterà molta attenzione a qualsiasi segnale relativo a pressioni inflazionistiche destinate a durare per più tempo”.
La sforbiciata segue la pubblicazione del dato relativo all’inflazione di dicembre, pubblicato a gennaio, che ha messo in evidenza un trend dei prezzi più debole delle attese. Il tasso di inflazione UK, nell’ultimo mese del 2024, è sceso di fatto dal 2,6% al 2,5%, sorprendendo gli analisti, che avevano previsto un rialzo dell’indice al 2,7%.
L’indebolimento delle pressioni inflazionistiche si è accompagnato alla stagnazione del PIL del Regno Unito che, nel mese di novembre, ha riportato una crescita pari ad appena lo 0,1%, dopo la contrazione che si è manifestata sia a settembre che a ottobre.
Tutto, mentre gli alert sulla possibilità che l’inflazione tornasse a sorprendere, erano stati lanciati ancora prima dell’annuncio di oggi della BoE.
Gli economisti di Capital Economics, per esempio, avevano avvertito che l’inflazione misurata dall’indice CPI sarebbe salita al ritmo del 3% alla fine dell’anno, prima di tornare a scendere al di sotto del target del 2% nel 2026.
Gli stessi avevano detto di stimare allo stesso tempo che la discesa dell’inflazione nel medio termine avrebbe portato la Bank of England a tagliare i tassi di interesse UK in modo più significativo, facendoli scendere fino al 3,5% entro l’inizio del 2026, rispetto al range compreso tra il 3,75% e il 4% anticipato dai mercati.
Goldman Sachs Asset Management vede altri 4 tagli tassi UK nel 2025
Ora, dopo la carrellata di annunci da parte della BoE, le scommesse dovish sembrano rafforzarsi. Così Simon Dangoor, head of Fixed Income Macro strategies di Goldman Sachs Asset Management, ha commentato l’annuncio sui tassi della Bank of England.
“In un contesto di economia stagnante e di peggioramento del mercato del lavoro, la Bank of England ha effettuato l’atteso taglio di 25 punti base (7 voti contro i 2 di Mann e Dhingra che hanno sorprendentemente votato per un taglio di 50 punti base), con tono e voto accomodanti. Nonostante i rischi di inflazione incombenti, la BoE ha mantenuto la sua guidance di allentamento “graduale”. Prevediamo che la BoE continui il suo ritmo di allentamento trimestrale durante il periodo di incertezza nel primo semestre, ma che acceleri nel secondo semestre, quando le acque si saranno calmate, con un totale di cinque tagli quest’anno”.
Il governatore della Bank of England Andrew Bailey ha commentato intanto la decisione della banca centrale di tagliare i tassi e le previsioni sul PIL e sull’inflazione, precisando che l’outlook non ha preso in considerazione l’eventuale effetto della nuova politica commerciale globale che prenderà forma con l’imposizione di dazi da parte dell’amministrazione USA di Donald Trump.
Ma certo non è di buon auspicio leggere nel comunicato dell’istituzione che la BoE sarà “attenta” a procedere con i tagli dei tassi, a causa dell’incertezza significativa su quelle che saranno le prossime mosse di Trump.
E nel Regno Unito la paura di una stagflazione circola già da un po’, a dispetto del processo disinflazionistico che rischia, con le incognite attuali, di confermarsi una breve parentesi.
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