Il 16 ottobre Barclays ha emesso due bond a 18 anni ma con callability annua e con strutture a tassi fissi cumulativi. Come funzionano?
La lenta discesa dei tassi ufficiali di interesse sta segnando il ritorno delle emissioni corporate, specie quelle di matrice bancaria. È stato il caso di banca Intermonte a metà ottobre, che ha ideato due nuovi bond a lungo termine ed emessi dalla banca inglese Barclays.
I due titoli hanno alcune caratteristiche simili come l’emittente, la durata massima, la callability e l’essere cumulative. Di contro differiscono nella valuta di denominazione, giacché uno è espresso in euro e l’altro in $ USA, un “particolare” che può fare tantissima differenza.
Presentiamo il meccanismo sottostante di funzionamento dei titoli Barclays, uno in euro al 5,30% e l’altro in dollari al 8,30%, del tipo cumulative e callable.
L’obbligazione in euro cumulative e callable al tasso fisso del 5,30%
Il titolo denominato in euro ha codice ISIN XS2861438815 ed è quotato sul mercato EuroTLX di Borsa Italiana. Il taglio minimo di sottoscrizione è di 100 €, un importo praticamente alla portata del piccolo investitore.
La durata “massima” di questo bond, come del successivo, è di 18 anni, con data di rimborso il 16 ottobre 2042. Essendo infatti l’obbligazione del tipo callable, a partire da ottobre 2025 la banca può richiamarlo, cioè decidere di rimborsarlo in anticipo. Le date di esercizio della call sono indicate nel prospetto informativo del prodotto e cadono al 16 ottobre di ogni anno fino al 2041.
Tanto a ottobre 2042 quanto in una delle date di richiamo anticipato, il rimborso del prestito sarà sempre alla pari, cioè al 100% del nominale sottoscritto. L’esercizio della call è a discrezione di Barclays, previa comunicazione nei tempi indicati nel prospetto informativo.
Avverrà? Il suo esercizio non è affatto da escludere se i tassi di mercato dovessero scendere di tanto in futuro. A quel punto, infatti, l’emittente avrebbe molta più convenienza a richiamare questo prestito e ad accenderne un altro ai futuri tassi di mercato a lei eventualmente più convenienti.
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La cedola del bond pagata tutta a scadenza o all’esercizio della call
L’obbligazione Barclays in euro ha un tasso annuo lordo del 5,30%. Tuttavia, essendo il bond del tipo “cumulative” vuol dire che il pagamento delle cedole verrà fatto tutto in un’unica soluzione.
Ciò può essere, alternativamente, tanto a naturale scadenza il 16/10/2042, e ne verrebbe fuori un super cedolone, quanto in una qualunque delle date di esercizio della callability da parte di Barclays. Va da sé che in questo secondo caso sarebbero corrisposte solo le cedole degli anni effettivamente conclusi, e non di tutti e 18.
Ancora, un conto è ricevere l’interesse al termine del periodo di riferimento, a 3, a 6 o a 12 mesi a seconda dei casi, da reinvestire o spendere a proprio piacimento. Altro paia di maniche, invece, lo è vederselo riconosciuto tutto a scadenza, perché il suo valore effettivo va scemando nel tempo.
In altri termini, il rendimento lordo sarebbe effettivamente del 5,30% solo se il rimborso del titolo avvenisse a ottobre 2025, negli altri casi no. Oggi, cioè al tempo To, 1 euro ricevuto tra 10 anni vale meno di 1 euro ricevuto tra 1 anno. Pertanto il tasso (effettivo) interno di rendimento calcolato in To scende al 3,79% se le cedole fossero tutte pagate tra 18 anni, nel 2042.
Barclays lancia due bond in euro al 5,30% e in dollari al 8,30% del tipo cumulative e callable. Come funzionano?
L’altro bond a 18 anni denominato in $ USA ha ISIN XS2861143873, taglio minimo di sottoscrizione di 100 $, e diverse analogie con la tranche precedente. Stesso emittente, stessa struttura callable e pagamento cumulative delle cedole, cioè tutte alla fine o in una delle date di esercizio della call. A variare sono la cedola, in questo caso dell’8,30%, e la valuta, il $ USA.
In merito al tasso valgono le stesse considerazioni viste per l’obbligazione espressa in €. Il rendimento sarebbe dell’8,30% effettivo solo se il rimborso avvenisse tra 12 mesi. Se invece giungesse a ottobre 2042, cioè a naturale scadenza, allora il tasso effettivo annuo calcolato in To scenderebbe al 5,21%.
Tuttavia, la vera grossa discriminante è che il bond espone l’investitore al rischio di cambio, nel bene e nel male. Vale a dire a un extra guadagno se al termine dell’investimento (a scadenza o in una data di rimborso e/o rivendita anticipata) il dollaro si fosse nel frattempo apprezzato contro l’euro. Varrebbe il contrario, invece, in caso di deprezzamento del biglietto verde, riducendo ulteriormente il rendimento nominale atteso (nei casi peggiori potrebbe divenire negativo).
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