Il Parlamento Ue si appresta ad approvare il nuovo regolamento sul riciclo e la produzione di batterie per veicoli, bici e scooter elettrici. Simona Bonafè (Pd) spiega cosa cambia.
L’Ue diventa sempre più elettrica e si stima che entro il 2030 saranno almeno 30 milioni i veicoli elettrici sulle strade europee. Motivo per cui diventa sempre più importante affrontare l’impatto ambientale della produzione e del riciclo delle batterie.
Il Parlamento europeo è chiamato a votare (l’ok definitivo è previsto il 10 marzo) l’aggiornamento della direttive sulle batterie: l’obiettivo della nuova normativa è quello di garantire che al termine del ciclo di vita possano essere riciclate. A presentare il nuovo regolamento a margine della plenaria di Strasburgo è l’eurodeputata del Pd, Simona Bonafè, che si concentra sull’importanza che assumeranno batterie e accumulatori di energia nei prossimi anni.
Il regolamento, spiega Bonafè, ha due obiettivi: “Tutelare la salute umana e l’ambiente, perché per le realizzazione delle batterie vengono utilizzate materie prime rare, e mantenere la catena del valore delle batterie in Europa”. Con l’auspicio che si possa rafforzare l’autonomia strategica dell’Ue nel settore.
Le novità del regolamento sulle batterie
Il nuovo regolamento verrà approvato dal Parlamento europeo sulla base delle relazione della stessa Bonafè che ha ricevuto il via libera in commissione Ambiente lo scorso 10 febbraio: poi verranno avviati i negoziati con i governi Ue.
Tra le novità del regolamento c’è l’introduzione di una nuova categoria di batterie, quelle utilizzate per alimentare i mezzi di trasporto leggeri (per esempio biciclette e scooter elettrici): si andrebbe ad affiancare a quelle già esistenti, come per le batterie per automobili e industriali.
Altra novità riguarda i target di riciclaggio che vengono ampliati dalla normativa: verrà “aumentato il livello di recupero di alcune materie prime rare come il litio”, spiega Bonafè.
Il mercato delle batterie in Ue
Le stime effettuate mostrano che la domande globale di batterie potrebbe crescere di 14 volte entro il 2030 con un fabbisogno dell’Ue che rappresenterebbe il 17% del totale.
Nel 2019 è stato raccolto per il riciclo il 51% delle batterie portatili vendute in Ue: l’obiettivo è migliorare gli standard di raccolta. Per la batterie portatili si dovrebbe arrivare al 70% entro il 2025 (la stima originaria era al 65%) e all’80% nel 2030 (era 70%) mentre per i mezzi di trasporto leggeri gli obiettivi sono del 75% nel 2025 e dell’85% nel 2030.
Le materie prime per le batterie
Il problema delle materie prime resta la necessità di importarle in Ue: particolarmente critica è la situazione per cobalto, litio, nichel e manganese. Con il nuovo regolamento si punta a intervenire anche sulla produzione fuori dall’Ue, chiedendo l’obbligo di diligenza per i produttori: devono rispettare determinati standard di gestione per evitare la violazione dei diritti umani.
Come sottolinea Bonafè “la sostenibilità nella produzione delle batterie non deve essere solo ambientale, ma anche sociale. E quindi vogliamo evitare fenomeni odiosi come lo sfruttamento del lavoro minorile”.
Regolamento sulle batterie, cosa cambierà per gli utenti
Le nuove norme sul riciclo e sul rispetto dei lavoratori potrebbero anche avere un impatto sull’utente finale e sul prezzo delle batterie e dei veicoli che le utilizzano. Secondo Bonafè, in realtà, questo possibile problema non si dovrebbe presentare:
“Non credo che poi questi costi iniziali si trasferiscano sull’utente finale, anche se non nego che ci saranno dei costi, anche perché la due diligence avrà dei costi, però penso pure ai benefici: oggi importare materie prime ha un costo e magari riuscire a recuperarle nel nostro continente riduce il costo di trasporto e anche la dipendenza. Con quanto successo per la guerra in Ucraina abbiamo visto cosa vuol dire dipendere dall’estero per i materiali strategici”.
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