Per le banche europee c’è di nuovo un avvertimento della Bce: perché gli istituti di credito sono a rischio di instabilità finanziaria. Il motivo è nello shock di un settore.
Banche europee di nuovo allertate dalla Bce. Sebbene il rischio di instabilità finanziaria sia scongiurato, lo scenario futuro lascia intravedere alcune minacce di shock per gli istituti di credito.
Nello specifico, nel mirino dell’Eurotower è finito, di nuovo, il mercato immobiliare commerciale della zona euro che oggi è in difficoltà, ma per il quale si stima una crisi ancora per anni. Questa prospettiva lascia esposti i portafogli dei prestiti bancari, i fondi di investimento e gli assicuratori, secondo gli esperti Bce.
La debolezza economica e gli alti tassi di interesse hanno depresso i prezzi degli immobili nel corso dell’ultimo anno e causato la riduzione di redditività delle società immobiliari, mettendo a dura prova tutto il modello di business del mercato degli immobili commerciali.
Uno shock ampio in questo settore trascinerebbe in crisi diversi comparti, con ricadute anche sui bilanci delle banche secondo la Bce.
Perché la Bce ha lanciato l’allerta immobiliare alle banche europee
L’esposizione delle banche europee agli immobili commerciali potrebbe erodere la stabilità finanziaria se l’economia fosse colpita da uno shock più grande, secondo la Banca Centrale Europea.
I mercati immobiliari commerciali “hanno il potenziale per amplificare in modo significativo uno scenario avverso, aumentando la probabilità che si verifichino perdite di rilevanza sistemica nel sistema bancario”, ha avvertito la Bce in un estratto del documento sulla stabilità finanziaria che sarà pubblicato domani.
Il punto critico è che le transazioni immobiliari commerciali sono diminuite del 47% nella prima metà del 2023, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Ciò rende difficile dire fino a che punto i prezzi siano scesi, ma i più grandi proprietari immobiliari quotati dell’Eurozona vengono scambiati con uno sconto di oltre il 30% rispetto al valore patrimoniale netto, il più grande sconto dal 2008 secondo la Bce.
Secondo un campione di prestiti bancari alle società immobiliari, il recente aumento dei costi di finanziamento potrebbe far sì che la quota di prestiti concessi alle società in perdita raddoppi fino al 26%.
Se le condizioni di finanziamento più restrittive persistessero per due anni, come previsto dai mercati, e le imprese fossero obbligate a rinnovare tutti i prestiti in scadenza, questa percentuale aumenterebbe al 30%.
L’allarme della Banca centrale europea è stato quindi così giustificato: “ci sono sostanziali vulnerabilità in questo portafoglio di prestiti, soprattutto se si considera che si prevede che sia i maggiori costi di finanziamento che la ridotta redditività persisteranno per un certo numero di anni”.
I mutui residenziali rappresentano circa il 30% dei portafogli di prestiti bancari, mentre quelli di immobili commerciali pesano per circa il 10%. Le percentuali, da sole, non sono allarmanti. Tuttavia, anche se la dimensione relativamente limitata dei portafogli immobiliari commerciali delle banche implica che essi difficilmente da soli porteranno a una crisi sistemica, turbolenze più profonde del comparto colpirebbero altre esposizioni al CRE, come quelle dei fondi di investimento e degli assicuratori.
La somma di tutti questi fattori avversi deve aumentare la prudenza nelle banche europee secondo la Bce, per evitare shock finanziari nel prossimo futuro.
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