Bce, perché il prossimo taglio dei tassi ci sarà a dicembre

Violetta Silvestri

13 Settembre 2024 - 15:37

Il prossimo taglio dei tassi della Bce ci sarà a dicembre? Cosa ne pensano gli analisti e perché c’è un indizio di Lagarde su questa previsione.

Bce, perché il prossimo taglio dei tassi ci sarà a dicembre

Archiviata la riunione Bce di settembre, gli investitori guardano già ai prossimi meeting.

Quando sarà effettuato il terzo taglio dei tassi di interesse? È questa la domanda che agita i mercati finanziari e affolla le previsioni degli analisti. Christine Lagarde, infatti, non ha sciolto il dubbio sulle prossime mosse, insistendo sulla formula della dipendenza dai dati e da decisioni prese riunione per riunione.

Tuttavia, un inaspettato segnale dalla presidente dell’Eurotower è arrivato con un giorno di ritardo. Intervenendo all’incontro dei responsabili delle finanze dell’area euro a Budapest, Lagarde ha affermato che la Bce è aperta a prendere in considerazione un taglio dei tassi di interesse in ottobre se l’economia dovesse subire una battuta d’arresto importante, anche se la prossima serie completa di informazioni sarà disponibile solo nella riunione successiva. Dicembre è quindi il mese giusto per un ulteriore calo del costo del denaro?

Bce, prossimo taglio dei tassi a dicembre? Cosa ha detto Lagarde

Le ultime dichiarazioni di Lagarde, rilasciate a meno di un giorno dalla seconda riduzione di un quarto di punto del tasso di deposito, rappresentano il segnale più chiaro che i decisori politici sono propensi ad aspettare fino a dicembre per la prossima mossa.

Secondo gli analisti, infatti, ci vorrebbe un deterioramento davvero significativo delle prospettive di crescita dell’Eurozona o un allentamento aggressivo da parte della Federal Reserve per discostarsi dall strategia di un calo dei tassi trimestrale. Stando a questo approccio, dicembre sarà il mese più adeguato a un ulteriore allentamento, quando ci saranno anche altri dati disponibili, proprio come sottolineato da Lagarde.

I funzionari della Bce intervenuti il giorno dopo la riunione si sono dimostrati cauti nel segnalare i passi futuri.

Il presidente francese Francois Villeroy de Galhau ha affermato che i decisori politici dovrebbero continuare ad abbassare “gradualmente” i tassi.

“Il ritmo deve essere altamente pragmatico”, ha dichiarato. “Non ci stiamo impegnando in anticipo su alcun percorso tariffario particolare”.

Dopo aver allentato la politica monetaria per due volte, a giugno e a settembre, la Bce sta rispondendo all’ultimo calo dell’inflazione che ha portato l’indice dei prezzi più vicino al 2%. Mentre alcuni sono cauti riguardo alle persistenti pressioni sui prezzi nel settore dei servizi, altri funzionari temono che l’economia in crisi della zona euro possa portare a un’inflazione al di sotto dell’obiettivo, come è successo prima della pandemia. Per questo tutte le opzioni sono aperte a ottobre, come a dicembre.

Tagli tassi Bce, cosa si aspettano gli analisti?

Le opinioni degli esperti sulle prossime mosse Bce sono diverse.

Bill Diviney, responsabile della ricerca macroeconomica presso ABN Amro osserva che la Bce mantiene aperte le sue opzioni riguardo a un altro taglio dei tassi in ottobre. L’economista sottolinea che diversi report economici in arrivo, come i dati sull’inflazione di settembre e i PMI dell’Eurozona, potrebbero influenzare la prossima decisione sui tassi.

Diviney prevede “ulteriori tagli di 25 punti base in ciascuna delle riunioni di ottobre e dicembre”, qualora i dati fossero in linea con queste aspettative.

Carsten Brzeski, responsabile globale della macroeconomia presso ING Group suggerisce invece che il prossimo taglio è improbabile a ottobre e possibile a dicembre. Brzeski osserva inoltre che, nonostante la possibilità di “qualche esitazione”, la Bce potrebbe alla fine dover adottare tagli più aggressivi, ma non prima del 2025.

Secondo Roberto Coco, capo stratega di BBVA Madrid, la fiducia di Lagarde nelle previsioni di inflazione della Bce, che stimano il raggiungimento dell’obiettivo del 2% entro la fine del 2025, a lungo termine giustifica ulteriori tagli dei tassi, ma non prevede una riduzione rapida e meccanica a ogni riunione. Prevede una “pausa accomodante” a ottobre, seguita da un altro taglio a dicembre.

Sven Jari Stehn, economista della Goldman Sachs, sostiene che una “crescita moderata, ulteriori progressi nell’inflazione di fondo e un raffreddamento della crescita salariale” porteranno probabilmente a un terzo taglio dei tassi di 25 punti base a dicembre.

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