L’emendamento del governo al decreto Trasparenza, in fase di conversione in legge, potrebbe modificare le sanzioni e l’obbligo di esposizione del cartello con i prezzi giornalieri per i benzinai.
Cambia il decreto Trasparenza prezzi, approvato dal governo Meloni dopo le polemiche di presunte speculazioni sul prezzo di benzina e diesel. Mentre continua il dialogo serrato con le associazioni di categoria dei distributori di carburante, il governo ha presentato un emendamento al testo in fase di conversione in legge.
L’emendamento interviene sull’obbligo di esposizione del cartello dei prezzi medi regionali giornalieri e l’inasprimento delle sanzioni per i benzinai che violano le regole sulla trasparenza, trovando un compromesso tra le varie anime del centrodestra.
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L’emendamento del governo interviene su tutti i fronti caldi del decreto, ma non fare del tutto marcia indietro. Non viene infatti eliminato l’obbligo di esposizione del prezzo medio calcolato su base regionale per i distributori in città. Anzi, il cartellone deve essere mostrato “con adeguata evidenza”. Per le stazioni in autostrada, invece, la media sarebbe calcolata su base nazionale.
Questo dopo che l’Antitrust ha criticato il nuovo obbligo: la decisione viene ritenuta non solo inutile, ma anche potenzialmente dannosa per i consumatori. Motivo per cui ci sono voci in maggioranza che spingevano per la totale cancellazione della nuova norma.
Forza Italia proponeva di sostituire il cartello con l’esposizione di un Qr code, mentre la Lega preme per avvicinarsi alle posizioni dei benzinai (dopo che, invece, il leader Matteo Salvini li aveva accusati di presunte speculazioni).
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Tra le modifiche, poi, quella sulle comunicazioni dei prezzi da parte dei gestori alla piattaforma del ministero delle Imprese, le cui modalità verranno definite insieme a quelle sui cartelloni con decreto ministeriale, dovranno essere fatte “al variare del prezzo praticato e comunque con frequenza settimanale”.
Arriverà poi, ma non è ancora chiaro quando, l’app gratuita del ministero per far vedere ai cittadini i prezzi medi dei carburanti e le tariffe praticate. Un modo per risparmiare ed evitare eventuali speculazioni.
Sanzioni ridotte ai benzinai
Quanto alle sanzioni, invece, nella nuova formulazione della legge scattano solo nei casi di strutturale omessa comunicazione settimanale o reiterata assenza di comunicazione delle variazioni dei prezzi. Insomma, vengono puniti solo i “furbetti” recidivi.
La sospensione del servizio scatta in modo automatico solo dopo quattro mancate comunicazioni corrette dei prezzi in due mesi, anche non consecutive in 60 giorni. Le multe, che al momento vanno dai 500 ai 6mila euro, calano: il range dovrebbe diventare da 200 a 2mila euro. Con queste modifiche c’è il rischio che la sospensione effettiva non scatti praticamente mai e le multe vengono rese meno efficaci.
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