Bilancio di sostenibilità, cos’è, come si fa e quando è obbligatorio

Violetta Silvestri

3 Gennaio 2025 - 10:21

Bilancio di sostenibilità: di cosa si tratta, come si redige e per quali aziende è obbligatorio? Tutto quello che c’è da sapere.

Bilancio di sostenibilità, cos’è, come si fa e quando è obbligatorio

Il bilancio di sostenibilità è ormai una realtà per molte imprese e la sua obbligatorietà è destinata ad allargarsi con vincoli crescenti fino al 2026.

Di cosa si tratta e come si redige questa rendicontazione? Rispondere a queste domande è cruciale per chi ha un’azienda e per chi, in generale, segue le dinamiche legate alla responsabilità sociale e ambientale delle imprese.

Il bilancio di sostenibilità è strettamente legato ai criteri ESG con i quali è tutto il mondo economico e finanziario a fare i conti. L’attività aziendale, infatti, non genera soltanto risultati contabili e relativi al profitto. Essa crea valore in termini di impatto - positivo - su ambiente, società e gestione del lavoro.

Oggi, quindi, la richiesta crescente di trasparenza dal mercato e dai tanti stakeholder che lo popolano si traduce nel bisogno da parte delle aziende di misurare e di rendere conto delle proprie performance non finanziarie e del loro reale effetto sul territorio e sulla comunità.

Il bilancio di sostenibilità è quindi lo strumento per mettere in chiaro queste prestazioni dell’azienda. Ecco cos’è e come funziona.

Cos’è il bilancio di sostenibilità: significato e definizione

Il bilancio di sostenibilità è un documento non contabile che, come specificato dall’UE, contiene:

informazioni su rischi e opportunità derivanti da questioni sociali e ambientali, nonché sull’impatto delle loro attività sulle persone e sull’ambiente.

Ciò aiuta gli investitori, le organizzazioni della società civile, i consumatori e le altre parti interessate a valutare le prestazioni di sostenibilità delle aziende, come parte del Green Deal europeo.

In sintesi, per bilancio di sostenibilità si intende un reporting non finanziario che consente alle aziende di comunicare i propri progressi verso gli obiettivi su una varietà di parametri di sostenibilità, tra cui metriche ambientali, sociali e di governance, nonché rischi e impatti che potrebbero affrontare, al momento o in futuro.

La differenza tra bilancio sociale e di sostenibilità

Il bilancio di sostenibilità potrebbe essere confuso o equiparato al bilancio sociale, ma tra i due report ci sono delle differenze.

Per bilancio sociale si intende, stando a una definizione ampiamente diffusa e condivisa:

“uno strumento di rendicontazione, gestione e controllo per le aziende che intendono adottare un comportamento socialmente responsabile e si rivolge alla platea di Stakeholder quali soggetti di riferimento direttamente o indirettamente interessati dell’attività d’impresa”

Il documento, quindi, raccoglie informazioni piuttosto dettagliate unicamente sulla sfera sociale, che comprende le iniziative, le pratiche di lavoro, le relazioni con la comunità e altre attività aziendali socialmente impattanti.

Con la Legge 106 del 18 giugno 2016, il ministero del Lavoro ha stabilito, tra le altre misure, l’obbligo di stesura del bilancio sociale per:

  • gli enti del Terzo settore con ricavi, rendite, proventi o entrate comunque denominate superiori ad 1 milione di euro
  • i centri di servizio per il volontariato
  • le imprese sociali ivi comprese le cooperative sociali e i gruppi di imprese sociali

Si comprende, quindi, che il bilancio di sostenibilità ha funzione e definizione diverse. Questa rendicontazione non contabile, infatti, tiene conto delle tre sfere ambientale, sociale, di governance.

Al suo interno sono raccolte informazioni sulla responsabilità dell’impresa che vanno oltre la dimensione sociale e si focalizzano anche su impatto sull’ambiente, buone pratiche su emissioni e uso delle risorse, azioni virtuose in termini di gestione del personale e dell’azienda.

Il bilancio di sostenibilità è obbligatorio? Ecco cosa dice la legge

Il Decreto Legislativo n. 125 del 6 settembre 2024, che recepisce la Direttiva 2022/2464/EU - Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD) - ha introdotto importanti novità per quanto riguarda l’obbligo di redigere il bilancio di sostenibilità.

Nel dettaglio, si stabilisce che:

  • Imprese quotate, incluse le società madri di gruppi di grandi dimensioni che superano il numero medio di 500 dipendenti durante l’esercizio (già soggette all’obbligo di pubblicare la dichiarazione non finanziaria secondo il regime precedente) sono obbligate a presentare il bilancio di sostenibilità a partire dal 1° gennaio 2024, con pubblicazione dei report nel 2025;
  • Aziende non quotate e società madri di gruppi di grandi dimensioni, non coperte dal punto precedente avranno l’obbligo a partire dal 1° gennaio 2025, con pubblicazione dei report nel 2026;
  • Per le piccole e medie imprese quotate (escluse le micro-imprese), istituti di credito di piccole dimensioni e non complessi, e imprese di assicurazione e riassicurazione captive scatterà l’obbligatorietà dal 1° gennaio 2026, con pubblicazione dei report nel 2027;
  • Le società capogruppo extra UE – con società madre extra UE e attività significative nell’UE - saranno obbligate dal 1° gennaio 2028, con pubblicazione dei report nel 2029

Il bilancio di sostenibilità, quindi, diventerà sempre di più uno strumento cruciale per la valutazione delle aziende, proprio in nome di una strategia europea che punta alla responsabilità sociale e ambientale obbligatoria.

Da evidenziare che non saranno obbligate a fornire il bilancio di sostenibilità le micro imprese, anche quotate, che non abbiano superato, nel primo esercizio o, successivamente, per due esercizi consecutivi, questi limiti: totale dello stato patrimoniale euro 450.000; totale ricavi netti delle vendite e delle prestazioni euro 900.000, numero medio dipendenti occupati durante l’esercizio 10.

Come redigere un bilancio di sostenibilità: ecco come si fa

Redigere un bilancio di sostenibilità sarà sempre più importante per una platea molto ampia di aziende, per questo è necessario individuare alcune linee guida per poterlo strutturare e presentare.

In sostanza, come si fa un bilancio di sostenibilità?

Tra i framework di riferimento esistenti, il modello più diffuso e utilizzato dalle aziende è quello del Global Reporting Initiative (Gri), un ente internazionale senza scopo di lucro nato nel 1997 che ha formulato un set modulare e interconnesso di standard e indicatori di riferimento per rendicontare la materialità dell’impresa e il suo impatto ambientale, sociale ed economico.

I Gri Standards possono essere utilizzati da ogni tipo di impresa - a prescindere dalle dimensioni o dal settore merceologico - per presentare agli stakeholders un report validato da metodologie comuni e riconosciuto internazionalmente.

Questi indicatori consentono la scrittura del report in due modalità:

  • Core”, contenente le informazioni minime necessarie a definire la natura dell’organizzazione;
  • Comprehensive”, modalità più approfondita che si concentra anche sul profilo etico, sulla strategia e sulla governance dell’azienda.

A questo punto, si possono individuare alcune fasi chiave per la compilazione del bilancio.

Mappatura degli stakeholder

Nel momento n cui l’azienda si accinge a redigere il bilancio di sostenibilità deve innanzitutto identificare gli stakeholder, ovveero i portatori di interesse ai quali si rivolge l’impresa e ai quali indirizza gli obiettivi del bilancio.

Si tratta, generalmente, di dipendenti o fornitori che vanno messi al corrente dei target e delle iniziative ambientali, sociali, di governance.

Analisi di materialità

L’analisi di materialità è necessaria a definire quali sono i temi rilevanti del mondo aziendale che meritano di essere rendicontati all’interno del report. Quelli che, ragionevolmente, riflettono gli impatti principali dell’organizzazione su ambiente, economia e società e che determinano quindi le decisioni degli stakeholder.

Si parla di materialità poiché si fa riferimento a temi concreti e misurabili.

Cruscotto indicatori

In questo passaggio vengono individuati gli indicatori qualitativi e quantitativi che saranno seguiti per definire le iniziative in tema di sostenibilità.

L’azienda avrà come guida tali indicatori per presentare iniziative e per verificarle.

Raccolta dati

In base alle iniziative stabilite e agli obiettivi fissati, l’azienda inizia a raccogliere i dati e le informazioni necessarie per redigere poi il bilancio.

Si tratta di una fase chiave, nella quale si radunano notizie, numeri, statistiche su quanto raggiunto secondo gli indicatori fissati.

Elaborazione documento di bilancio

La fase finale riguarda la stesura del bilancio vero e proprio. In questo passaggio è fornita una documentazione scritta di quanto fatto per raggiungere obiettivi e per concretizzare le iniziative aziendali, con i risultati ottenuti.

Il bilancio può prevedere una sintesi da pubblicare e presentare.

Un esempio di bilancio di sostenibilità

Fermo restando che ogni report può avere una struttura e un’indicizzazione diversa in base appunto delle diverse materialità rendicontate, può essere utile osservare alcune best practice e gli elementi ricorrenti tra i documenti redatti e pubblicati negli ultimi anni.

Per esempio, qui è riportato l’indice del bilancio di sostenibilità di una società di consulenza:

Indice bilancio sostenibilità Indice bilancio sostenibilità esempio
Indice bilancio sostenibilità Indice bilancio sostenibilità esempio

Il report è solitamente aperto da una lettera agli stakeholders, in cui l’organizzazione presenta il proprio operato, ne anticipa alcuni highlights e ringrazia tutti i soggetti interni ed esterni che sono stati coinvolti per la realizzazione del report. È qui che il vertice aziendale sottolinea l’importanza della sostenibilità per l’organizzazione e ne descrive la vision e le priorità strategiche.

Dovendo raccontare, di fatto, le proprie performance in ambito Esg, il tone of voice del report di sostenibilità dovrebbe avere un taglio narrativo per essere il più possibile d’appeal per i lettori.

Deve mantenere un certo rigore scientifico e precisione nel riportare i numeri e i dati, ma allo stesso tempo essere coinvolgente e non eccessivamente tecnico o formale, così da risultare accessibile e comprensibile ai diversi stakeholder cui si rivolge.

Schemi, tabelle e infografiche sono elementi utili ad “alleggerire” il report e a chiarire graficamente alcuni dati fondamentali descritti nel documento.

In quest’ottica, è importante presentare i risultati conseguiti confrontandoli (anche visivamente, tramite apposite matrici) ai Sustainable Development Goals (Sdgs) dell’Agenda 2030, punto di riferimento universale per lo sviluppo sostenibile.

L’organizzazione del documento e la sua fruibilità sono aspetti fondamentali: qualsiasi report redatto in conformità ai Gri Standards dovrà ad esempio includere un indice dei contenuti Gri (Gri Content Index), completo di numero di pagina o link interno al documento per consultare il report e rintracciare facilmente tutte le informative oggetto di rendicontazione.

Non ci sono invece indicazioni precise sulla lunghezza del report di sostenibilità: il numero di capitoli di un documento (relativi ad altrettanti temi di materialità considerati, come i fornitori, i processi produttivi, il welfare aziendale, le politiche occupazionali ecc..) dipende dalle dimensioni e dalla complessità organizzativa dell’azienda.

Al di là del numero di pagine, comunque, quella della rendicontazione non finanziaria è un’attività complessa, lunga (mediamente occorrono almeno 3-4 mesi) e onerosa per l’azienda, che deve tra l’altro rispettare una certa periodicità - solitamente annuale - nella pubblicazione di un report.

Un simile sforzo organizzativo è però giustificato dal fatto che un bilancio di sostenibilità presenta nuove opportunità e diversi benefici per l’azienda: interni anzitutto, perché si riflettono in una migliore autoanalisi e gestione dei rischi e dei processi organizzativi, ma anche esterni, considerata la visibilità positiva che un buon report può generare per l’organizzazione e l’opera reputazionale su cui è necessario investire per avere un vantaggio competitivo in un mercato sensibile più che mai alla sostenibilità sotto ogni punto di vista.

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