Con un guadagno di oltre il 25% dai bottom di un mese fa, Bitcoin è pronto a ripartire? Forse è presto per dire che il fondo è stato toccato, ma il confronto con il Dollar Index fornisce un indizio.
Lo shock che Bitcoin ha subito da inizio 2022 non è ancora alle spalle. Dopo una perdita di oltre il 70% del suo valore, la principale criptovaluta si è mossa in un range molto stretto compreso tra 19.000 e 22.000 dollari, in assenza di particolari driver di mercato.
Il quadro tecnico di Bitcoin
Freniamo subito gli entusiasmi di chi pensa che il minimo toccato il 18 giugno a 17.600 dollari sia un bottom da cui Bitcoin possa ripartire: l’evoluzione dei prezzi nell’ultimo mese ha configurato un flag rialzista, figura di continuazione del precedente ribasso, quindi solo una pausa nell’ambito di una tendenza ribassista più complessa.
Il «flag» spesso si colloca a metà circa di un movimento. Solo al di sopra di area 23.500 la reazione dai minimi acquisirebbe forza lasciando spazio a una ripresa duratura verso almeno i 25.000 dollari.
Sotto i 19.000 dollari, base del flag, invece rischio di un nuovo test di area 17.600, la cui violazione anticiperebbe la riattivazione del downtrend verso target negativi a circa 13.000 dollari.
Bitcoin e azioni: correlazione sempre più debole
Al di là degli aspetti tecnici, ci sono alcuni fattori che potrebbero aiutare il mercato delle criptovalute a ripartire.
Bitcoin, al pari delle altre asset class più rischiose, è stato penalizzato dalla decisione della Federal Reserve e di altre banche centrali di aumentare i tassi di interesse nel tentativo di contenere l’impennata dell’inflazione.
In questa fase le criptovalute hanno visto una forte correlazione con i mercati azionari statunitensi, crollando in tandem con le azioni. La correlazione è tuttora positiva, il che significa che Bitcoin e le azioni, specie quelle tecnologiche, si muovono ancora in direzioni simili. Questa correlazione si sta tuttavia indebolendo progressivamente: un indizio che potrebbe essere interpretato positivamente per Bitcoin.
Bitcoin e il confronto con il Dollar index DXY
Abbiamo già detto di come l’aumento dei tassi di interesse possa aumentare le pressioni al ribasso su Bitcoin. Tuttavia, le prospettive di un rallentamento dell’economia statunitense potrebbero spingere la Fed a rallentare la spinta restrittiva già nel prossimo incontro di settimana prossima.
A questo si aggiunga poi che il Dollar index DXY sembra aver raggiunto un picco e necessiti di stemperare i segnali di ipercomprato.
“Un’inversione di tendenza nella politica della Fed e il conseguente picco del DXY [indice del dollaro] aiuterebbe anche a definire un vero floor [di Bitcoin], riteniamo che ciò accadrà probabilmente alla riunione di Jackson Hole alla fine dell’estate”, ha dichiarato Butterfill, capo analista CoinShares.
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Ciclo ribassista di Bitcoin giunto all’ultima fase
L’ultima newsletter settimanale della società di analisi on-chain Glassnode ha messo in evidenza la posizione degli Hodler, i detentori a lungo termine (che hanno in portafoglio Bitcoin da più di 155 giorni).
"L’attuale struttura del mercato presenta molti segnali distintivi della fase successiva a un mercato ribassista, in cui più convinti sostenitori, i detentori a lungo termine e i miner, stanno affrontando una notevole pressione.
Le posizioni in perdita rappresentano il 44,7% del totale, la maggior parte delle quali è gestita dai titolari a lungo termine. Rispetto ai precedenti cicli ribassisti, la situazione attuale sembra meno grave, come indicato dal grafico del Long Term Holder Spent Output Profit Ratio (LHT-SOPR), attualmente a 0,67. Questo parametro segnala che se un Hodler vendesse ora i suoi Bitcoin, registrerebbe una perdita del 33%.
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