KO le azioni dei Magnifici 7, tonfo Tesla fino a -13%. Incubo a Wall Street in una sessione in stile Black Monday con fattore Trump. Focus su Nasdaq e S&P 500.
Bagno di sangue a Wall Street nella sessione della vigilia, con il Dow Jones affondato nei minimi di seduta di ben 1.100 punti, lasciando sul terreno il 2,6%, e lo S&P 500 scivolato del 3,3%, riportando il calo peggiore in due anni.
Massacrato dai sell off soprattutto l’indice Nasdaq Composite, capitolato fino a -4,98%, soffrendo il peggior tonfo dal settembre del 2022.
Wall Street travolta dai sell off, Nasdaq -4%: è la seduta peggiore dal settembre del 2022
Nel finale Wall Street è riuscita a limitare i danni, che rimangono tuttavia pesanti: l’indice S&P 500 ha perso il 2,7%, a quota 5.614,56 punti, mentre il Nasdaq Composite si è confermato maglia nera tra i principali indici azionari della borsa USA, crollando del 4% e accusando così la seduta peggiore dal settembre del 2022, per terminare la sessione a quota 17.468,32. Il Dow Jones Industrial Average è scivolato di 890.01 punti, o del 2,08%, concludendo la seduta a quota 41.911,71 punti.
Il sell off è stato tale da portare lo S&P 500 a un valore inferiore dell’8,7% rispetto ai massimi testati il 19 febbraio scorso.
Una seduta in stile Black Monday per la borsa USA, quella di ieri lunedì 10 marzo 2025, alimentata dalla paura che la guerra commerciale lanciata dalla seconda amministrazione di Donald Trump a colpi di dazi, già sferrati contro diverse economie del mondo, finisca per far cadere in recessione la stessa economia americana.
Altro che presidenza Trump pro-PIL e, di conseguenza, pro-inflazione USA. È stato lo stesso Donald Trump a non escludere che l’economia degli States scivoli in recessione. E così gli investitori si sono rifugiati nei Treasury, i titoli di Stato americani.
Risultato: i rendimenti decennali hanno segnato un tonfo fino a -11 punti base, scendendo al 4,209%. In ritirata di 11 punti base anche i rendimenti dei Treasury a 2 anni, che sono crollati al 3,892%.
A Wall Street la raffica di smobilizzi si è accanita soprattutto contro le azioni tecnologiche. Il Nasdaq Composite, già in conclamata fase di correzione, viaggia a un valore inferiore del 14% rispetto ai massimi precedentemente testati. Vale la pena di ricordare che per correzione si intende quella situazione in cui un indice azionario oscilla a livelli inferiori del 10% dai precedenti record.
Idem - facendo anzi peggio - l’indice delle small cap Russell 2000, crollato del 18% rispetto ai suoi massimi. Ed è a un soffio dalla fase di correzione lo S&P 500, in ribasso per l’appunto dell’8,7% dai record testati il 19 febbraio scorso.
Azioni Magnifici 7 in apnea, Tesla -15%
Tra le azioni peggiori proprio quelle che hanno fatto più volte la gioia di Wall Street, ovvero quelle appartenenti al club dei Magnifici 7: Alphabet-Google, Amazon, Microsoft, Meta, Apple, Tesla e il colosso dei chip per l’AI Nvidia.
KO soprattutto le azioni Tesla, il colosso delle auto elettriche fondato e gestito da Elon Musk, precipitate fino a -15%, e orientate a chiudere la sessione peggiore dal 2020.
Sell off anche su Alphabet, la holding a cui fa capo Google, in perdita di oltre il 4%, come Meta. Peggio Palantir, star, a questo punto ex, soprattutto per diversi investitori retail, che è arretrata fino a oltre -10%. Nvidia ha perso invece il 5%. Ma Donald Trump è stato chiaro: “Quello che devo fare è costruire un’economia forte. Non si può prestare davvero attenzione al mercato”.
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