Boiler summer cup: cos’è la vergognosa challenge di TikTok che istiga al body shaming

Luna Luciano

25/05/2022

Adescare ragazze «in sovrappeso» in discoteca per totalizzare dei punti. È questa la vergognosa «sfida» Boiler summer cup. Ecco cos’è e come procedere legalmente contro chi partecipa.

Boiler summer cup: cos’è la vergognosa challenge di TikTok che istiga al body shaming

Body shaming, misoginia e cyberbullismo, sarebbero queste le caratteristiche della vergognosa “sfida” lanciata su TikTok, la Boiler summer cup, l’esempio perfetto di ciò che accade quando la cultura patriarcale machista e abilista utilizza i social per nuocere alle persone.

La “sfida” - che dovrebbe essere tutta al maschile - prevede un premio per colui che riuscirà ad adescare e circuire in discoteca ragazze con corpi non conformi ai canoni estetici, mettendo il video su TikTok, al fine di ottenere punti. Sono quindi prese di mira ragazze “sovrappeso”, definite nel gergo machista “boiler”.

È da qualche giorno quindi che sui social come sui giornali si discute della tossicità di questa “sfida” che, è opportuno sottolinearlo, non deve assolutamente essere trattata come “gioco”, “scherzo” o “ragazzata goliardica”, perché chi partecipa alla “challenge” commette in realtà una serie di reati. Per tale motivo è opportuno sapere cos’è la Boiler summer cup, perché è pericolosa e soprattutto come procedere legalmente.

Boiler summer cup: cos’è la vergognosa challenge di TikTok

È inutile negarlo l’esistenza di una simile “challenge” (anche se giuridicamente sarebbe corretto definirlo un reato) non può che generare rabbia. La Boiler summer cup è una “sfida” nata su TikTok che vede i ragazzi sfidarsi ad adescare, circuire e conquistare più ragazze le cui fisicità non corrispondono ai tipici canoni estetici a cui è sottoposto il corpo femminile. Il tutto deve essere filmato senza che la vittima designata lo sappia. Chi vince ottiene un ingresso gratuito in un locale a scelta, anche se la vera posta in palio sembrerebbe essere più che altro la viralità (e anche virilità) di chi partecipa.

Lo scopo, ovviamente, è quello di collezionare più punti, ed è per questo che la “sfida” è corredata da un regolamento sull’attribuzione dei punti, che si è deciso volutamente di non condividere dettagliatamente per non fornire maggiori informazioni e per rispettare la sensibilità altrui, anche se è facilmente intuibile come vari il punteggio. La Boiler summer cup dovrebbe iniziare il 21 giugno, ma purtroppo sono già in molti ad aver aderito a questa malsana e tossica “sfida”.

La pericolosità della Boiler summer cup

Linguaggio violento con battute misogine, sessiste, volte a fare body shaming sono il corredo dei video - ormai diventati virali - che ritraggono ragazze ignare in discoteca mentre ballano. I video e i post sono agghiaccianti. Sono in molti a essersi indignati sui social. Le problematiche legate a questa “sfida” sono molte: dalla discriminazione che si compie sul corpo femminile se non rientra in determinate misure e un determinato peso, alla condivisione di immagini e video altrui senza consenso.

Una delle prime reazioni è stata quella di consigliare alle ragazze di limitare i contatti e rapporti fisici - e quindi il loro corpo - in modo da non rimanere vittime della Boiler summer cup, prova anche questa di come si sia interiorizzata l’idea di doversi proteggere, piuttosto che educare a impedire determinati fenomeni. «Si scrive: Boiler summer cup. Si legge: i genitori, la scuola, le istituzioni e la società hanno fallito nel compito di educare», scrive un utente su Twitter.

Uno degli aspetti più problematici e pericolosi è che le ragazze adescate sono ignare di essere vittime di una “challenge” e finiscono loro malgrado alla gogna social con tutte le dovute ripercussioni del cyberbullismo.

Boiler summer cup: cosa si rischia e come procedere legalmente

Come si è specificato fin dall’inizio la Boiler summer cup non è una “goliardata”, bensì un reato. Infatti, i ragazzi che partecipano a questa “challenge” possono incorrere in numerosi capi d’accusa. Le ragazze infatti non essendo consapevoli di essere filmate, possono e devono procedere legalmente e consultare un avvocato. È opportuno quindi sapere che chi partecipa alla “challenge” commette reato di:

  • pubblicazione illecita: quando si pubblicano video o immagini altrui senza consenso, la vittima può chiedere la rimozione del contenuto digitale, oltre che un risarcimento se la pubblicazione ha provocato un danno, fisico o morale;
  • trattamento illecito di dati: se l’immagine o video pubblicato senza consenso è stato divulgato per trarne profitto o recare un danno ad altri, chi l’ha diffuso può essere punito con la reclusione fino a tre anni;
  • diffamazione: se il video pubblicato offende la reputazione di chi vi è ritratto, chi ha diffuso il video, oltre a dover risarcire il danno, deve rispondere al reato di diffamazione aggravata, rischiando la pena di reclusione da 6 mesi ai 3 anni o della multa non inferiore a 516 euro.

Infine, se la “challenge” dovesse spingersi oltre e fossero diffusi materiali intimi e sessualmente espliciti, si deve far riferimento alla legge 612 ter sulla condivisione di materiale non consensuale che prevede la reclusione da uno a sei anni e una multa da 5.000 a 15.000 euro.

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