Bonus 150 euro in busta paga a novembre, perché rischia di saltare: i problemi che possono ritardare il pagamento

Simone Micocci

30 Settembre 2022 - 10:15

Bonus 150 euro: l’azienda dovrebbe anticipalo nella busta paga di novembre, ma una serie di fattori potrebbero far slittare il pagamento.

Bonus 150 euro in busta paga a novembre, perché rischia di saltare: i problemi che possono ritardare il pagamento

Il bonus 150 euro nella busta paga di novembre rischia di saltare: sono troppo stretti infatti, i tempi per i datori di lavoro che dovranno anticiparlo ai dipendenti, ed è per questo che è più probabile un rinvio alla mensilità successiva.

Ne parla il Sole 24 Ore, spiegando le ragioni che potrebbero portare al rinvio del pagamento del bonus 150 euro per i lavoratori dipendenti; riprendendo quanto successo con l’indennità una tantum di 200 euro, infatti, ne risulta che difficilmente le aziende riusciranno a completare per tempo tutti i passaggi necessari per applicare il bonus direttamente nella busta paga di novembre.

Ecco che dunque in molti casi si rischia di non ricevere alcun aumento a novembre, ma senza disperare perché in ogni caso questo non verrà pagato più tardi di dicembre (quando nel contempo viene erogata anche la tredicesima, più alta rispetto agli anni precedenti grazie allo sgravio contributivo del 2%).

Ma quali sono le ragioni per cui il bonus 150 euro in busta paga di novembre potrebbe saltare? E il dipendente può fare qualcosa per accelerare i tempi? Analizziamo quanto sta succedendo per capirlo.

Bonus 150 euro e il problema dello stipendio di riferimento

Il decreto Aiuti ter, dl 144/2022, introduce all’articolo 18 un’indennità una tantum di 150 euro rivolta in favore di alcuni lavoratori dipendenti. Non la stessa platea di coloro che hanno già beneficiato del bonus di 200 euro, visto che per questa nuova tranche è stato ridotto il limite di reddito entro cui spetta. Non più 2.692 euro (35.000 euro in prospettiva), bensì 1.538 euro (20.000 euro).

Il primo problema riguarda il rispetto del suddetto limite: nel dettaglio, il provvedimento stabilisce che nel valutare a chi spetta e a chi no bisogna guardare la retribuzione imponibile del mese di novembre (mentre per il bonus pagato a luglio la verifica andava fatta da inizio anno al 23 giugno, con l’azienda che aveva quindi più tempo a disposizione), dunque la stessa mensilità su cui dovrebbe essere applicato il bonus.

Il decreto non spiega di che tipo di imponibile si tratti, ma dal momento che nello stesso provedimento viene garantito il diritto al bonus anche in presenza di eventi figurativi di tipo previdenziale, e che l’azienda può recuperare quanto anticipato al lavoratore sottraendone la somma dai contributi da versare all’Inps, è facile immaginare che sarà come per il bonus 200 euro, ossia che si tratti dell’imponibile previdenziale.

Il problema è, come già detto, che solo all’ultimo momento si saprà chi avrà diritto o bene all’indennità, visto che bisognerà prima elaborare i cedolini. E non è detto che basti guardare al mese precedente, visto che sono diversi i motivi per cui lo stipendio di novembre potrebbe variare. Si pensi ad esempio a chi solitamente guadagna 2.000 euro ma che nell’ultimo mese è stato in malattia, percependo così un’indennità ridotta; paradossalmente questo, pur guadagnando annualmente più di 20.000 euro, avrebbe comunque diritto al bonus.

Bonus 150 euro e il problema dell’autocertificazione

Altra problematica riguarda la consegna dell’autocertificazione da parte del dipendente, con la quale questo andrà a dichiarare di non rientrare nelle altre categorie che danno diritto al bonus.

La domanda è: per la consegna di tale autocertificazione si chiederà di aspettare che la busta paga di novembre sia pronta, così da verificare chi ne soddisfa il requisito economico e chi no, oppure si potrà presentare anche preventivamente? A deciderlo saranno le aziende, ma il consiglio che diamo ai lavoratori è di affrettare i tempi: qualora si pensi di avere uno stipendio inferiore alla suddetta soglia potete intanto iniziare a consegnare l’autodichiarazione (ne trovate qui il modello), così da non ridurvi all’ultimo e rischiare che l’azienda non faccia in tempo a erogare il bonus con lo stesso stipendio di novembre.

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