Il Supporto per la formazione e il lavoro (Sfl) non decolla: solo pochi beneficiari hanno ricevuto il primo bonifico di 350 euro.
Il Supporto formazione e lavoro, la misura rivolta alle persone occupabili escluse dal Reddito di cittadinanza (e dal futuro Assegno di inclusione), non decolla: come raccontato da Il Fatto Quotidiano, e confermato da indiscrezioni raccolte da noi di Money.it, a oggi il pagamento dei 350 euro mensili riconosciuti a coloro che partecipano alle iniziative formative che ne danno diritto non è stato ancora effettuato per larga parte dei potenziali beneficiari.
Il problema sta nella tanto decantata piattaforma SIISL - sistema dove i percettori del Supporto formazione lavoro indicano le attività a cui stanno partecipando e che almeno sulla carta dovrebbero sbloccare il pagamento dei 350 euro - alla quale non hanno accesso i centri per l’impiego non potendo così consultare i dati riferiti agli occupabili.
Ciò ha di fatto bloccato le procedure per l’accredito dei 350 euro di bonus - riconosciuto per un massimo di 12 mesi - che il governo ha introdotto allo scopo di continuare a supportare economicamente coloro che essendo nella condizione di lavorare stanno facendo tutto il possibile per cercare un nuovo impiego.
La piattaforma Siisl secondo la ministra del Lavoro Marina Calderone
Il 30 agosto scorso la ministra del Lavoro Marina Calderone è intervenuta all’evento di presentazione del nuovo Sistema informativo per l’inclusione sociale e lavorativa (Siisl) che dal 1° settembre 2023 rappresenta il punto di riferimento per l’incrocio tra domanda e offerta di formazione e lavoro.
“Questo Paese non può permettersi di non fare di tutto per chi può lavorare”, ha dichiarato Calderone, sposando la tesi di Giorgia Meloni secondo cui la povertà non si combatte con l’assistenzialismo ma con il lavoro.
A oggi le politiche attive, Reddito di cittadinanza compreso, non hanno dato risposte strutturali in termini di incrocio di domanda e offerta di lavoro: obiettivo del governo è un cambio di rotta attraverso “la messa in rete del mondo del lavoro”.
La verà novità, ha spiegato Calderone, “è la sinergia tra regioni, centri per l’impiego e agenzie private per il lavoro” (e su questo torneremo di seguito), grazie alla quale - utilizzando la mole di dati già a disposizione - vengono messe a disposizione dei cittadini le opportunità di lavoro che già ci sono, senza dimenticare la formazione.
E poi ha assicurato che “chi farà domanda Siisl sarà chiamato, questa rappresenta la vera discontinuità rispetto al passato”.
Come stanno davvero le cose
La piattaforma Siisl ha debuttato da 3 mesi ma al momento le cose stanno andando diversamente da come era nei programmi del governo.
Su un totale di 120.108 persone - secondo i dati aggiornati in mano al ministero del Lavoro - che hanno fatto domanda per il Supporto per la formazione e lavoro solamente una piccola parte ha ricevuto il primo bonifico di 350 euro. Non sappiano con esattezza quanti, visto che il Fatto Quotidiano ne ha fatto domanda all’Inps senza però riceverne risposta.
Dobbiamo quindi attenerci ai dati non ufficiali: ad esempio, la Cgil spiega che meno del 20% di coloro che sono stati presi in carico dal Centro per l’impiego al momento risulta percettore dei 350 euro. Il problema è che solo una parte dei 120 mila richiedenti del SFL è passato al Cpi: in larga parte, infatti, chi è iscritto alla piattaforma Siisl non è ancora stato chiamato per la sottoscrizione del patto di attivazione, a causa di errori informatici o di banche dati che non comunicano tra loro.
Va ricordato, infatti, che per sbloccare i 350 euro non basta partecipare a una delle attività che ne danno diritto (qui l’elenco): in primo luogo bisogna avere un patto di servizio personalizzato debitamente sottoscritto, e convalidato, al centro per l’impiego.
Il problema è che ai Cpi non vengono mandati gli elenchi aggiornati: se a ciò si aggiunge che a questi non è stato dato accesso alla piattaforma, è chiara la motivazione per cui le procedure stanno procedendo lentamente (come tra l’altro noi di Money.it avevamo previsto).
Il fatto che i Cpi non possano accedere a Siisl crea un altro problema: nel momento della sottoscrizione del patto di servizio personalizzato l’operatore del Cpi inserisce tutto sulla piattaforma MyAnpal che a sua volta dovrebbe girare i dati al nuovo Sistema. Tuttavia, non è sempre così, o comunque il caricamento avviene con notevole ritardo.
Lo stesso vale per le attività a cui sta partecipando la persona: il Cpi le trascrive su MyInpal, ma i dati arrivano sul Siisl solamente più tardi ritardando così il pagamento dei 350 euro.
A farne le spese tutti coloro che già da agosto hanno dovuto dire addio al Reddito di cittadinanza, con la garanzia perlomeno di non essere lasciati soli grazie a un supporto che, seppur in misura inferiore, avrebbe comunque garantito loro un’entrata mensile di 350 euro oltre a un affiancamento nella ricerca di un lavoro.
Persone alle quali bisognerà dare al più presto risposta.
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