Bonus badanti 3.000 euro, nessuna domanda dall’1 aprile. L’Inps non ha ancora comunicato la data di invio per le richieste.
Non c’è alcun via libera alla domanda del nuovo bonus per l’assunzione badanti disciplinato dall’articolo 29, comma 15 e successivi, del decreto legge n. 19 del 2 marzo 2024 recante “ulteriori disposizioni urgenti per l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza Pnrr”.
Non bisogna cadere nell’inganno di pensare che il bonus in oggetto può essere richiesto dall’1 aprile 2024 perché non è così. Come si legge chiaramente nel testo del provvedimento, la data di avvio del bonus assunzione badanti dipende dall’Inps e al momento non è stata ancora ufficializzata.
Così come non è stata comunicata la procedura per la richiesta del bonus, per il quale comunque il via libera non dovrebbe tardare ad arrivare.
Cos’è il bonus assunzioni badanti 2024
Oggi esistono diverse agevolazioni per recuperare una parte dei costi sostenuti per l’assunzione di badanti e colf: da una parte la detrazione del 19% fino a un massimo di 2.100 euro l’anno (ma solo nei casi di non autosufficienza della persona con disabilità), dall’altra la deduzione dal reddito imponibile dei contributi previdenziali e assistenziali obbligatori versati per conto degli addetti ai servizi domestici e familiari regolarmente assunti.
A questo misure se ne sta per aggiungere un’altra introdotta dal decreto Pnrr.
Qui si legge che la nuova misura, per la quale sono stati stanziati 137 milioni dal 2024 al 2028, viene introdotta al fine di “promuovere il miglioramento del livello qualitativo e quantitativo” alle persone non autosufficienti, come pure per “favorire la regolarizzazione del lavoro di cura prestato al domicilio”.
Questo nuovo bonus badanti consente alle famiglie, ma solamente a una piccola parte, di risparmiare su una gran parte dei contributi dovuti al lavoratore, o alla lavoratrice, domestico assunto.
Nel dettaglio, si tratta di un esonero contributivo: di fatto, chi soddisfa i requisiti per accedere all’agevolazione in oggetto non deve farsi carico dei contributi previdenziali e assicurativi (qui gli importi aggiornati al 2024) fino a un massimo di 3.000 euro l’anno.
La decontribuzione ha, per il momento, una durata di 2 anni, consentendo così un esonero complessivo fino a 6.000 euro.
Uno sconto considerevole quindi, il che dovrebbe incentivare le famiglie alla messa in regola di badanti (ricordiamo che oggi il settore del lavoro domestico è tra quelli con più lavoro nero).
I requisiti
Tuttavia, i requisiti di accesso al nuovo bonus badanti appaiono piuttosto stringenti, al pari della nuova prestazione universale di circa 850 euro che scatterà a partire dal prossimo anno. Per questo motivo le famiglie che ne beneficeranno dovrebbero essere poche migliaia.
Nel dettaglio, la misura si rivolge alle famiglie che assumono o comunque regolarizzano badanti che assistono persone con più di 80 anni di età. Ma non basta: la persona anziana non deve essere autosufficiente e deve percepire l’indennità di accompagnamento.
Inoltre, il datore di lavoro deve far parte di un nucleo familiare con Isee fino a 6.000 euro.
Spetta solo con assunzione con contratto a tempo indeterminato, o comunque per le trasformazioni da tempo determinato. L’importante è che nel contratto vengano chiaramente specificate le mansioni di assistente a soggetti anziani.
Non ne hanno diritto però quei datori di lavoro che con lo stesso badante assunto hanno cessato un lavoro domestico con le stesse mansioni da meno di 6 mesi. Non spetta neppure nel caso di assunzione di parenti o affini, con alcune eccezioni.
Quando se ne può fare domanda
Subito dopo l’approvazione del decreto in oggetto era circolata la voce per cui il bonus sarebbe entrato in vigore dall’1 aprile 2024. Questa indiscrezione tuttavia è stata smentita con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del provvedimento, dove si legge che l’esonero spetta:
A decorrere dalla data che sarà comunicata dall’INPS a conclusione delle procedure di ammissione a finanziamento sul Programma Nazionale Giovani, Donne e Lavoro 2021-2027 previste dal comma 18 e fino al 31 dicembre 2025.
Sarà l’Inps quindi a dover ufficializzare la data di decorrenza della misura, come pure a fornire le indicazioni su come fruire dello sgravio. Al momento, però, non c’è la circolare attuativa, ragion per cui è ancora presto per procedere con la richiesta dell’agevolazione.
© RIPRODUZIONE RISERVATA