Bonus e agevolazioni, cosa spetta ai caregiver? Ecco un elenco di tutte le tutele riconosciute a chi assiste un familiare con disabilità.
La legge riconosce una serie di bonus e tutele per il caregiver familiare, ossia chi assiste e si prende cura di una persona che a causa di malattia, infermità o disabilità, non è autosufficiente e in grado di prendersi cura di sé.
Nel dettaglio, ciò vale quando si presta assistenza nei confronti del coniuge (come pure dell’altra parte dell’unione civile), di un familiare o di un affine entro il secondo grado. Vale anche per i familiari entro il terzo grado, ma esclusivamente quando i genitori o il coniuge della persona con handicap in situazione di gravità abbiano compiuto i 70 anni, oppure siano affetti da patologie invalidanti oppure siano deceduti o mancanti (art. 33, comma 3 della L.104/1992).
Vista l’importanza del “lavoro” svolto, la figura del caregiver familiare è tutelata in diversi ambiti: si va da quello economico, con il riconoscimento di un vero e proprio bonus erogato dal Comune, alle agevolazioni per consentire l’accesso anticipato alla pensione. Come pure una serie di permessi che consentono di bilanciare la vita lavorativa con la necessità di prestare assistenza (costante) al familiare disabile.
Vediamo quindi quali bonus spettano a chi assiste un familiare disabile, partendo dal fare chiarezza su cos’è il fondo per caregiver e a chi bisogna rivolgersi per farne richiesta.
leggi anche
Caregiver: chi è, cosa fa, cosa prevede la legge
Bonus per chi assiste un familiare disabile, il fondo caregiver
È stata la legge di Bilancio 2018 a stanziare le risorse per istituire il cosiddetto “Fondo per il sostegno del ruolo di cura e assistenza del caregiver familiare”, per il quale è poi arrivato un ulteriore stanziamento con la manovra del 2022.
È stato poi il decreto del 30 novembre firmato dal Dipartimento per le politiche in favore delle persone con disabilità (pubblicato in Gazzetta Ufficiale n. 12 del 16 gennaio 2024) a ripartire le risorse a disposizione per il 2023, circa 25 milioni di euro, tra Comuni e Regioni oltre a definire i criteri generali della misura.
Viene però lasciato alle Regioni la possibilità di decidere come utilizzare le misure, rimandando ai Comuni l’erogazione dei contributi di sollievo o assegni di cura.
È ai servizi sociali del Comune che quindi bisogna rivolgersi per fare richiesta del bonus caregiver 2024, il cui importo può variare a seconda delle zone. A tal proposito, ecco quali sono le Regioni che hanno ufficializzato importi e dettagli del bonus caregiver nel 2024:
- Friuli Venezia Giulia: spetta un contributo di 300 euro mensili per tutta la durata di un progetto personalizzato a cui il caregiver deve prendere parte, per un massimo però di 12 mensilità.
- Nel Lazio spetta un contributo di cura che va (a seconda dell’Isee) dai 400 ai 600 euro mensili in caso di persone con disabilità gravissima assistite da un familiare.
- In Lombardia alle persone con gravissima disabilità con assistenza garantita solo dal caregiver familiare spetta un buono mensile (misura M1) di 400 euro che può salire fino a un massimo di 700 euro per chi presenta bisogni complessi. Direttamente al caregiver (misura M2), invece, spetta un buono di 100 euro al mese.
- In Liguria l’importo del bonus va da 400 (con Isee pari o inferiore a 15 mila euro) a 200 euro (con Isee superiore a 15 mila euro).
- In Puglia spetta il Sostegno familiare che prevede un contributo di 700 euro per 20 mensilità in presenza di una figura di caregiver familiare al fine di valorizzare il ruolo di cura.
Fermo restando che se non trovate la vostra nell’elenco non è detto che non abbia previsto una misura di questo tipo. Conviene quindi fare specifica richiesta ai servizi sociali del Comune per capire cosa spetta e come farne richiesta.
I permessi sul lavoro
A chi assiste un familiare disabile spettano anche delle agevolazioni sul lavoro. Ad esempio i permessi riconosciuti ai sensi della legge n. 104 del 1992 che ai lavoratori con familiari disabili in situazione di gravità possono beneficiare di permessi retribuiti.
Permessi che possono essere fruiti in due diverse modalità:
- permessi orari rapportati all’orario giornaliero di lavoro che consistono in 2 ore al giorno per chi lavora 6 ore, 1 ora per chi lavora meno di 6 ore;
- 3 giorni di permesso mensile.
A questo si aggiunge un congedo straordinario della durata di 2 anni, limite da calcolare per tutto l’arco della vita lavorativa.
Le agevolazioni per la pensione
Ai caregiver spettano anche agevolazioni per l’accesso alla pensione, quali:
- possibilità di andare in pensione con 41 anni di contributi (Quota 41) nel solo caso in cui abbiano maturato 12 mesi di contributi prima del compimento dei 19 anni;
- Ape Sociale, l’anticipo pensionistico che spetta a 63 anni e 5 mesi con 30 anni di contributi;
- diritto a Opzione Donna, il cui requisito anagrafico è di 61 anni con 35 anni di contributi.
© RIPRODUZIONE RISERVATA