Bonus partite IVA per chi ha chiuso l’attività commerciale: l’indennizzo INPS di 513 euro è riconosciuto ai commercianti fino al raggiungimento dell’età pensionabile. Vediamo chi può richiedere l’indennità e quali sono i requisiti per fare domanda.
Bonus partite IVA, c’è una specifica agevolazione per i commercianti che hanno chiuso l’attività, e si tratta dell’indennizzo di accompagnamento alla pensione.
I commercianti che hanno chiuso l’attività hanno diritto a un indennizzo INPS mensile pari a 513 euro.
Tale indennità è pensata per i commercianti che svolgono una determinata attività autonoma e smettono di lavorare prima di aver raggiunto i requisiti per la pensione di vecchiaia.
Vista l’attuale situazione di crisi economica dovuta all’emergenza sanitaria, sono molti i commercianti che temono di non riuscire a riaprire.
Vediamo dunque quali sono i requisiti per poter richiedere l’indennizzo di 513 euro, che ha lo scopo di fare da sostegno economico fino al raggiungimento dell’età pensionabile, quali sono le categorie di commercianti a cui è dedicata e come fare domanda all’INPS.
Bonus partite IVA, indennizzo INPS per chi ha chiuso l’attività: chi può richiedere i 513 euro
Sono settimane molto difficili per tutti, soprattutto per chi ha dovuto chiudere la propria attività commerciale a causa delle misure di contenimento del contagio. Anche se la Fase 2 è ormai partita, e si pensa a come far ripartire il Paese, sono molti i commercianti che dubitano di poter riaprire la propria attività.
Per chi si trova in questa situazione ricordiamo che è possibile richiedere l’indennizzo INPS dell’importo di 513 euro mensili: si tratta di un sostegno economico che ora più che mai potrebbe essere risultare utile per chi ha chiuso la propria attività ma non ha raggiunto i requisiti per la pensione di vecchiaia.
Questo indennizzo è stato pensato esclusivamente per gli iscritti alla Gestione commercianti che esercitano determinate attività:
- attività commerciale al minuto in sede fissa, anche abbinata ad attività di somministrazione al pubblico di alimenti e bevande, in qualità di titolari o coadiutori;
- attività commerciale su aree pubbliche, anche in forma itinerante, in qualità di titolari o coadiutori, ovvero venditori ambulanti;
- gli esercenti attività di somministrazione al pubblico di alimenti e bevande, in qualità di titolari o coadiutori;
- gli agenti e rappresentanti di commercio.
Bonus partite IVA, indennizzo INPS per chi ha chiuso l’attività: requisiti per fare domanda
Una volta viste le categorie di lavoratori che possono richiedere l’indennizzo, vediamo quali sono gli altri requisiti per poter fare domanda all’INPS per l’indennizzo di 513 euro:
- cessazione definitiva dell’attività commerciale, con tanto di riconsegna al Comune la licenza/autorizzazione (se richiesta per l’avvio dell’attività) e richiesta della cancellazione dal registro di appartenenza presso la Camera di Commercio o dal Repertorio Economico e Amministrativo (REA);
- al momento della domanda di indennizzo gli uomini devono aver compiuto 62 anni, le donne 57;
- iscrizione alla Gestione speciale commercianti da almeno 5 anni.
L’indennizzo è incompatibile sia con la pensione di vecchiaia, sia con lo svolgimento di qualsiasi attività lavorativa dipendente o autonoma. È compatibile invece con gli altri trattamenti pensionistici diretti.
Il sussidio viene erogato fino al raggiungimento dell’età pensionabile.
L’indennizzo spetta dal primo giorno del mese successivo a quello di presentazione della domanda: per quella data devono risultare perfezionati tutti i requisiti richiesti, e ovviamente il richiedente non deve svolgere alcuna attività lavorativa.
Bonus partite IVA, indennizzo INPS chiusura attività commerciale: come fare domanda
I contribuenti interessati all’indennizzo di 513 euro possono fare domanda all’INPS scegliendo tra tre procedure. La prima è quella online, tramite il sito dell’INPS, attraverso il servizio dedicato, chiamato “Domanda di indennità commercianti”.
In alternativa si può fare domanda chiamando gratis il Contact center al numero 803 164 da rete fissa, oppure il numero 06 164 164 da cellulare.
Infine, si può fare domanda tramite i patronati e gli intermediari dell’INPS.
Bonus commercianti, il caos dei nuovi esodati senza pensione e senza lavoro
L’indennizzo INPS per i commercianti non è una novità, ma un “ritorno”. L’“ammortizzatore sociale” per gli esercenti attività commerciale era stato introdotto dal 1996 e fino al 2011. L’IND COM, un assegno minimo introdotto per tutelare i commercianti in crisi, è stato più volte stoppato e poi reintrodotto.
La Legge di Stabilità n. 147 del 2013 l’ha riproposto nel periodo compreso tra il 2014 ed il 2016 e, successivamente, la Legge di Bilancio 2019 l’ha reintrodotto come misura strutturale, seppur creando una situazione di caos ad oggi soltanto parzialmente risolta.
La possibilità di accedere all’assegno pari a circa 515 euro al mese era inizialmente riconosciuta esclusivamente agli ex commercianti che avevano chiuso l’attività commerciale dal 2019 in poi. Un successivo intervento del Governo ha esteso l’assegno di accompagnamento alla pensione anche alle chiusure avvenute nelle annualità 2017 e 2018.
Restano invece esclusi da ogni beneficio i commercianti che hanno cessato l’attività tra il 2014 ed il 2016, i nuovi esodati senza lavoro e senza tutele da parte dell’INPS fino al raggiungimento dell’età per la pensione.
Gli ex commercianti che hanno chiuso l’attività negli anni 2014, 2015 e 2016, e che non avevano maturato il requisito anagrafico richiesto, si trovano quindi in una sorta di limbo, troppo giovani per la pensione ma in età ormai avanzata per rimettersi in gioco nel mercato del lavoro.
A far crescere il malcontento tra i tanti commercianti esclusi senza motivazioni dall’IND COM è poi l’aver finanziato per anni un fondo al quale non hanno accesso per un evidente buco normativo.
Proprio ai fini del finanziamento dell’indennizzo, i commercianti iscritti all’apposita gestione INPS sono tenuti a versare un contributo aggiuntivo pari allo 0,09% dell’aliquota complessivamente dovuta.
Insomma, sono gli stessi commercianti a pagare per il finanziamento dell’ammortizzatore sociale riconosciuto dall’INPS. Peccato che non tutti possano accedere alle medesime tutele, e che per il momento sono poche o nulle le risposte dal fronte istituzionale.
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