Al ministero dell’Economia parte il tavolo tecnico tra esercenti e governo Meloni sul Pos, per cercare di ridurre i costi a carico dei commercianti per le spese con carta e bancomat sotto i 30 euro.
Presto i commercianti e gli esercenti italiani potrebbero usufruire di una sorta di “bonus Pos”. Si tratta di uno sconto sulle commissioni a loro carico per quanto riguarda le spese entro i 30 euro, quando i pagamenti sono fatti con carta e bancomat. Al ministero dell’Economia è infatti partito il tavolo tecnico per individuare soluzioni per contenere i costi delle transazioni elettroniche.
Il governo Meloni pensa a varie formule per mitigare le spese dei mini-pagamenti, ma probabilmente gli sconti riguarderanno una platea limitata di esercenti. L’idea, però, è far presto, così da venire incontro a coloro che si attendevano lo stop al Pos obbligatorio con la scorsa legge di Bilancio. La riforma, però, è saltata per il parere contrario della Commissione europea.
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Togliere l’obbligo di accettare pagamenti elettronici sotto una certa soglia violava uno degli obiettivi che l’Italia si è impegnata a raggiungere con il Pnrr, in cambio dei miliardi dell’Unione europea del Next Generation Eu. Vediamo nel dettaglio cosa potrebbe cambiare ora per esercenti e clienti.
Pos obbligatorio, cosa vuole fare il governo Meloni
Il tavolo tecnico è partito ufficialmente oggi, in attuazione di quanto previsto dalla legge di Bilancio 2023. L’obiettivo, spiega chiaramente il ministero, è mitigare le spese fino a 30 euro a carico degli esercenti di attività di impresa, arti o professioni con ricavi e compensi relativi all’anno precedente non superiori a 400.000 euro, favorendo con il coordinamento del Mef il confronto tra istituzioni, associazioni di categoria e altri soggetti.
L’intervento dovrebbe essere su tre direttrici: ridurre o azzerare le commissioni per i micro-pagamenti sotto i 10 euro (come già prevedono la maggior parte dei servizi a pagamento per il Pos), avviare una riduzione flessibile per le transazioni fino a 30 euro e introdurre un bonus Pos per commercianti e professionisti, come credito d’imposta in compensazione.
Bonus Pos, come potrebbe funzionare?
Il bonus Pos sarebbe quindi un credito d’imposta da usare per compensare i debiti fiscali del mese successivo alle spese sostenute. Riguarderebbe il 30% delle commissioni e non sarebbe cumulabile con il reddito. Inoltre non potrebbe essere inserito nell’Irap, la base imponibile dell’Imposta regionale sulle attività produttive.
Alla fine di ogni mese il gestore del servizio del Pos invierebbe un documento ai clienti con le commissioni da pagare e del totale risultante il 30% verrebbe restituito sotto forma di credito d’imposta. Il documento verrebbe quindi inviato all’Agenzia delle Entrate e per i professionisti ci sarebbero venti giorni del mese successivo per completare le procedure e comunicare tutte le informazioni.
Sarebbe il singolo commerciante a presentare la richiesta per il credito d’imposta sulla propria pagina dell’Agenzia delle Entrate. Sarebbe però necessario inserire il numero delle transazioni effettuate con il Pos in tutto il mese, l’importo delle commissioni ed eventuali costi fissi. Per fare la domanda bisogna quindi essere titolari di partita Iva, professionisti, commercianti e artigiani e ci potrebbe essere il requisito dei 400mila euro di ricavi massimi nel 2022. Otterrebbe lo sconto anche chi già beneficia della flat tax al 15%.
Come funziona il tavolo governo-esercenti
Il tavolo aperto oggi è presieduto dal direttore generale del Tesoro e ci sono diversi tecnici: del Mef, della Banca d’Italia, delle Entrate, dell’Abi e dei prestatori di servizi di pagamento, del ministero delle Imprese e dell’Agenzia per l’Italia Digitale. Dall’altra parte siedono i rappresentanti di Confesercenti, Confcommercio e Confartigianato. Le riunioni saranno tutte da remoto.
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