L’accordo di uscita dall’Unione europea non spingerà l’economia britannica, anzi. A dirlo è il NIESR, l’autorevole think tank britannico
1.100 sterline. A tanto ammonterà il costo per ogni cittadino del Regno Unito dell’accordo sottoscritto da Boris Johnson con le autorità europee.
A dirlo è l’autorevole NIESR (National Institute of Economic and Social Research), il think tank indipendente da sempre specializzato nelle questioni riguardanti la “Perfida Albione”.
Brexit: piano Johnson non stimolerà economia, anzi
Da qui alla fine del 2020, il NIESR stima che il piano potrebbe ridurre le dimensioni dell’economia britannica del 4%, pari appunto a circa 1.100 sterline, rispetto all’ipotesi di prosecuzione della partnership con Bruxelles.
Le conclusioni cui giunge l’istituto sono in aperto contrasto con quanto dichiarato dal governo, secondo cui il voto favorevole all’accordo di uscita è destinato a spingere la crescita dell’economia perché elimina l’incertezza.
Al contrario, il NIESR stima che l’accordo di uscita e la proposta di un accordo di libero scambio finiranno per ridurre le dimensioni dell’economia e far proseguire il clima di incertezza.
Per Arno Hantzsche, economista del NIESR, “la Brexit ha già avuto un impatto duraturo sull’economia, non credo che dall’approvazione dell’accordo possa arrivare un impulso”. Dello stesso avviso Jagjit Chadha, direttore del NIESR: “l’economia britannica continuerà a soffrire per quella che definiamo una ‘lenta puntura’ […] legata al fatto che gli investimenti sono posticipati a causa dell’incertezza”.
Brexit: piano Johnson, la risposta del governo
Secondo quanto dichiarato da un portavoce del Tesoro, è in cantiere un accordo commerciale “più ambizioso” con l’UE rispetto a quello esaminato dal NIESR.
“Il nostro obiettivo è di negoziare un accordo di libero scambio globale con l’Unione europea, che è più ambizioso del normale accordo di libero scambio su cui il NIESR ha basato la sua analisi”, ha detto un portavoce.
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