Anche l’Italia finirà presto nel ciclone Brexit: ecco quanto ci costerà la mancata approvazione dell’accordo
La mancata approvazione dell’accordo sulla Brexit costerà all’Italia circa 23 miliardi di euro.
A confermare l’impatto del divorzio e delle sue complicazioni è stata Confindustria, tornata ad occuparsi dell’argomento in un momento particolarmente delicato sia per il Regno Unito che per l’Unione europea.
Nella serata di ieri il Parlamento britannico ha bocciato l’accordo sulla Brexit trovato dai negoziatori di entrambe le parti. Alla sconfitta si è aggiunta poi la richiesta di sfiduciare Theresa May, avanzata dal leader laburista Corbyn.
Il caos generato dalla mancata approvazione ha aperto le porte a diversi scenari ed ha imposto agli esperti di interrogarsi sulle possibili conseguenze della Brexit sull’Italia.
Brexit: l’impatto del divorzio sull’Italia
Non sarà soltanto l’economia britannica a patire gli ultimi sviluppi sulla Brexit. Per Confindustria, a risentire del mancato accordo di ieri saranno anche le aziende italiane che potrebbero dover fronteggiare un calo delle esportazioni verso Londra, un calo di circa 23 miliardi di euro. In generale sarà l’Europa intera a dover fronteggiare un divorzio caotico:
“Ci sono prima di tutto i problemi per le imprese multinazionali che hanno scelto il Regno Unito come base logistica o che comunque hanno delle attività sul territorio britannico e sono parte di catene del valore distribuite su base europea e potrebbero dover rivedere alcune scelte organizzative per adattarsi al mutato contesto; inoltre molte imprese multinazionali si appoggiano alla piazza di Londra per la gestione dei servizi finanziari, vi è quindi la possibilità che ci possano essere aumenti del costo del credito per le imprese,”
si legge nel report di Confindustria, che continua:
“In seconda battuta ci sono tutti gli ostacoli che le imprese esportatrici italiane si troveranno a dover affrontare quando il Regno Unito uscirà dal mercato unico. Aver rimesso sul tavolo l’eventualità di un ‘no deal’ implica la possibilità che si ricada in uno scenario in cui, almeno per un periodo e per determinate categorie di prodotto, si potrebbe finire per utilizzare le regole tariffarie del WTO.”
La prolungata incertezza potrebbe accentuare l’esodo delle imprese britanniche da Londra favorendo altri centri finanziari tra cui quelli italiani. Per il Centro studi Confindustria un aumento degli investimenti diretti esteri potenziali potrebbe portare a 5,9 miliardi di euro di Pil annui (0,4%). Gli effetti positivi della Brexit, però, non saranno in grado di compensare quelli negativi.
© RIPRODUZIONE RISERVATA