Brexit: il Governo offre incentivi economici ai cittadini UE per lasciare Londra

Fiammetta Rubini

27 Gennaio 2021 - 12:06

Anche i cittadini UE che non fanno richiesta per la residenza in UK entro il 30 giugno 2021 possono accedere al programma di rimpatrio volontario che include voli gratis e fino a 2.000 £ per tornare e lavorare nel loro Paese d’origine.

Brexit: il Governo offre incentivi economici ai cittadini UE per lasciare Londra

Fino al 30 giugno i cittadini europei che vivono e lavorano nel Regno Unito hanno tempo per presentare domanda per l’EU Settlement Scheme, il programma tramite il quale cittadini Ue, Spazio economico europeo (See) o svizzeri e i rispettivi familiari possono fare domanda per continuare a vivere in Gran Bretagna post-Brexit e ottenere lo status di residente permanente o provvisorio.

Allo stesso tempo, però, riporta il Guardian, il governo inglese sta promuovendo il rimpatrio volontario, offrendo incentivi economici ai cittadini europei per lasciare il Regno Unito mesi prima che scadano i termini per richiedere lo status di residenti.

Brexit: incentivi per chi lascia il Regno Unito dopo il 30 giugno

Dal 1° gennaio i cittadini dell’UE sono stati aggiunti al programma di rimpatrio volontario del governo UK in cui viene offerto un sostegno finanziario come incoraggiamento a tornare nel loro Paese di origine.

Gli incentivi per lasciare Londra possono includere voli gratuiti e fino a 2.000 sterline. Il programma è stato lanciato per aiutare gli immigrati con contratti precari e situazioni di disagio in Regno Unito a partire volontariamente.

Stando a quanto riporta il quotidiano britannico, le persone che assistono i cittadini UE più vulnerabili che vivono nel Regno Unito sostengono che l’offerta di denaro per andarsene contraddice quanto affermato dal governo, ovvero che sta facendo tutto il possibile per incoraggiare le persone a chiedere la residenza entro il 30 giugno.

“Il governo sta mandando un messaggio contraddittorio: da una parte invita a richiedere lo stato di residenti, dall’altro incentiva il rimpatrio volontario. Ciò mina gravemente l’affermazione del governo secondo cui i diritti degli europei vulnerabili saranno protetti dopo la Brexit”, scrive il Guardian.

I chiarimenti del Governo

Un portavoce del Ministero dell’Interno ha dichiarato: “Alcune persone potrebbero scegliere di non ottenere lo status ai sensi dell’EUSS e potrebbero non voler rimanere nel Regno Unito dopo il 30 giugno. Questo è il motivo per cui abbiamo scritto per informare che i cittadini che desiderano lasciare il Regno Unito possono avere diritto al sostegno per aiutarli a farlo nell’ambito del programma di rimpatrio volontario”

La notizia è arrivata dopo un’indagine del Joint Council for the Welfare of Immigrants che ha fatto luce sulla possibilità che migliaia di lavoratori chiave europei ma con basse retribuzioni e contratti precari nel settore dell’assistenza, edile, manifatturiero e agricolo rischiavano di perdere il diritto legale di rimanere nel Regno Unito dopo la Brexit, avendo anche difficoltà a registrarsi all’EUSS entro la scadenza prestabilita.

Alle preoccupazioni sollevate circa questo rischio il ministro dell’immigrazione Kevin Foster ha risposto che il report presentato dal JCWI “dà un’immagine incredibilmente fuorviante dell’EUSS. Da un anno a questa parte abbiamo ricevuto milioni di domande. A distanza di meno di 6 mesi alla scadenza del 30 giugno incoraggio tutti coloro che hanno diritto a presentare domanda di farlo, ricordando che il governo offre supporto telefonico e online e ha messo in campo oltre 70 organizzazioni in tutto il Paese per garantire che nessuno venga lasciato indietro”.

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