Lagarde è tornata a ribadire che l’inflazione in Eurozona è troppo elevata e i rischi al rialzo sono ancora forti. C’è molta incertezza su cos accadrà, con brutte notizie in arrivo.
Se ancora non fosse chiaro che l’inflazione in Eurozona rimane elevata, Lagarde lo ha nuovamente ribadito.
Mentre tutti ora guardano con preoccupazione gli scenari di guerra in grado di sconvolgere il già fragile equilibrio economico mondiale ed europeo, con i prezzi energetici osservati speciali, il tema cruciale per il futuro del vecchio continente visto in rallentamento è senza dubbio la lotta all’inflazione della Bce.
La governatrice, intervenendo all’incontro annuale del Fondo monetario internazionale nella città marocchina di Marrakech, ha ampiamente ripetuto la valutazione dell’economia del mese scorso, sottolineando che sono ancora necessari progressi nel contenere i prezzi al consumo.
Cosa ha detto Lagarde e cosa aspettarsi nei prossimi mesi.
L’inflazione è ancora un problema, le parole di Lagarde
“L’inflazione core rimane a livelli elevati, riflettendo il fatto che l’impatto della diminuzione dell’incremento dei costi di produzione è controbilanciato dall’aumento del costo del lavoro”, così Lagarde ha messo in guardia su cosa stia realmente accadendo in Eurozona.
“In effetti, la richiesta da parte dei dipendenti di un risarcimento per la perdita di potere d’acquisto in un mercato del lavoro ristretto ha portato a una crescita salariale storicamente elevata”, ha aggiunto. La questione della spirale salari-prezzi è molto delicata e valutata con grande attenzione a Francoforte, poiché in grado di generare altre impennate inflazionistiche.
L’inflazione dovrebbe rallentare ancora fino all’obiettivo del 2% nel 2025, ha osservato, ribadendo le previsioni collettive dei funzionari alla riunione del 14 settembre. Quell’incontro ha deciso di aumentare i tassi di interesse per la decima volta consecutiva, con l’impegno a mantenerli alti e non sono esclusi ulteriori aumenti.
“Si prevede che la crescita salariale diminuirà gradualmente, pur rimanendo elevata nell’orizzonte di proiezione, spinta dagli aumenti dei salari minimi e dalla compensazione dell’inflazione in un contesto di mercati del lavoro tesi, anche se in raffreddamento”, ha affermato.
Cosa aspettarsi? Lagarde ha suggerito che valutare l’impatto dei precedenti aumenti dei tassi rimane cruciale. Così come sarà fondamentale capire se la domanda sarà più debole, a causa di una più forte trasmissione della politica monetaria o di un peggioramento del contesto economico internazionale e quindi potrà spingere in basso i prezzi. Con la minaccia, però, di far cadere l’Eurozona in recessione.
Lagarde ha offerto una visione incerta anche sulle prospettive di espansione. “La crescita potrebbe essere più lenta se gli effetti della politica monetaria si rivelassero più forti del previsto, o se l’economia mondiale si indebolisse ulteriormente e i rischi geopolitici si intensificassero”, ha affermato. “La crescita potrebbe anche essere più elevata del previsto se il forte mercato del lavoro, l’aumento dei redditi reali e la diminuzione dell’incertezza rafforzassero la fiducia tra i consumatori e le imprese e li spingessero a spendere di più”.
Quest’ultimo scenario potrebbe spingere l’inflazione al rialzo ancora per molto.
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