Stipendio da 500 euro mensili, cosa spetta? Ecco quali sono gli aiuti direttamente in busta paga e le altre forme d’integrazione e sostegno al reddito di cui si può fare richiesta.
Avere un lavoro non è sempre garanzia di auto sostentamento: pensiamo ad esempio a chi lavora part-time, non riuscendo così a guadagnare una cifra sufficiente per arrivare senza affanni alla fine del mese. Senza dimenticare poi ci sono settori in cui si è ancora sotto pagati: pensiamo a quei lavoratori che sono ancora scoperti dalla contrattazione collettiva, oppure chi è impiegato in un settore in cui si applica un Ccnl “pirata”, sottoscritto da sigle sindacali minori a condizioni molto meno favorevoli rispetto a quelli più applicati.
Purtroppo, quindi, non è così raro imbattersi in persone che guadagnano circa 500 euro netti al mese, una cifra minima che da sola non è certo sufficiente per mandare avanti una famiglia o comunque per andare a vivere da soli. Basti pensare che 500 euro è l’importo base del Reddito di cittadinanza, cifra che viene persino superata dall’Assegno sociale che l’Inps riconosce al compimento dei 67 anni alle persone che si trovano in uno stato di bisogno economico.
A tal proposito, è lecito chiedersi - specialmente alla luce delle ultime novità della legge di Bilancio 2024 con la quale sono stati introdotti (o confermati) diversi bonus in busta paga - cosa spetta a chi guadagna 500 euro al mese, nonché se esistono altre forme di supporto per arrotondare il reddito percepito.
Bonus busta paga per chi guadagna 500 euro al mese
Come prima cosa va specificato che con uno stipendio di 500 euro al mese non si paga l’Irpef, poiché si è all’interno della no tax area: entro una soglia di 8.174 euro annui, infatti, l’imposta dovuta viene completamente azzerata dalle detrazioni da lavoro dipendente.
Ciò rappresenta una buona notizia in quanto vuol dire che sullo stipendio lordo si applicano solamente le aliquote contributive (anch’esse ridotte nel 2023 come pure nel 2024), con il lordo che quindi è molto simile al netto.
Tuttavia, non ci sono solamente buone notizie: il fatto che non si paghi l’Irpef, il che significa che si è incapienti, preclude al pagamento del trattamento integrativo - ex bonus Renzi - del valore di 100 euro mensili.
Quindi, l’unico bonus che si applica su uno stipendio di 500 euro è quello risultante dallo sgravio contributivo, con il quale l’aliquota contributiva a carico del lavoratore viene abbassata dal 9,19% al 2,19%. Ciò significa che se prima su uno stipendio lordo di 550 euro si pagavano circa 50 euro di contributi, arrivando così a un netto di 500 euro, grazie all’applicazione dello sgravio se ne versano circa 12 euro, con lo stipendio netto che sale a 538 euro.
Grazie allo sgravio contributivo uno stipendio che prima era di 500 euro netti oggi dovrebbe essere salito di circa 38 euro: ricordiamo che dovrebbe essere così da mesi, in quanto l’agevolazione si applica in tale misura a partire da luglio scorso. Non ci saranno differenze neppure con il passaggio al nuovo anno, visto che l’ultima legge di Bilancio lo conferma per tutto il 2024 (con la sola esclusione della tredicesima mensilità).
Quali aiuti si possono richiedere con uno stipendio di 500 euro
Non ci sono aiuti mirati a chi ha uno stipendio netto di 500 euro; tuttavia, trattandosi di un importo molto basso ci sono buone possibilità che si rientri nella soglia che dà accesso a una serie di agevolazioni, specialmente nel caso in cui si tratti dell’unica fonte di reddito del nucleo familiare.
Nel dettaglio, chi guadagna 500 euro - e per questo si presume abbia un Isee molto basso - e vive in una famiglia numerosa in cui non ci sono altri redditi, può fare richiesta di Reddito di cittadinanza (in scadenza il 31 dicembre 2023) o dell’Assegno di inclusione a partire dal prossimo anno (ma solo se nel nucleo c’è almeno un componente disabile, minore oppure ultrasessantenne).
Chi guadagna 500 euro al mese, con un reddito annuo di 6.000 euro, grazie al Reddito di cittadinanza riceve un’integrazione dell’entrata mensile pari a 200 euro per ogni altro componente maggiorenne, 100 euro per i minori, oltre al rimborso per un eventuale canone di affitto fino a un massimo di 280 euro mensili.
Diverso il caso dell’Assegno di inclusione, dove la maggiorazione di 200 euro spetta solo in presenza di maggiorenni sui quali gravano carichi di cura (minori o disabili) oppure di ultrasessantenni. Spetta invece una maggiorazione di 250 euro in presenza di persone disabili. Nel caso dei figli minori, invece, l’integrazione non è più di 100 euro, bensì di 75 euro per i minori di 3 anni, 50 euro per chi supera questa soglia. È confermato il rimborso del canone d’affitto fino a 280 euro mensili.
In presenza di figli a carico spetta poi anche l’Assegno unico che con Isee inferiore a 16.215 euro è pari a 189,20 euro per ogni minore, con l’aggiunta di una serie di maggiorazioni.
È poi importante sottolineare che con un reddito annuo che non supera gli 8.145 euro si può essere comunque iscritti come disoccupati al centro per l’impiego. Ciò ad esempio dà diritto all’esenzione del ticket sanitario che spetta ai disoccupati con reddito familiare inferiore a 8.263,31 euro (incrementato a 11.362,65 in presenza del coniuge, e di ulteriori 516,46 euro per ogni figlio a carico).
© RIPRODUZIONE RISERVATA