Busta paga più alta e sconti per le famiglie: dagli stipendi alle bollette, tutte le misure del decreto Aiuti bis

Stefano Rizzuti

28/07/2022

Il nuovo decreto Aiuti del governo Draghi introdurrà un aumento dei salari attraverso il taglio del cuneo fiscale, oltre agli sconti su bollette e carburante per le famiglie: ecco tutte le misure.

Busta paga più alta e sconti per le famiglie: dagli stipendi alle bollette, tutte le misure del decreto Aiuti bis

Taglio del cuneo fiscale, anticipo della rivalutazione delle pensioni e sconti su bollette e carburante: sono questi i punti principali del nuovo decreto Aiuti che il governo Draghi si appresta a varare la prossima settimana. Si parte dal taglio del cuneo fiscale, che verrà messo in campo al posto del rinnovo del bonus 200 euro.

Il taglio porterà un aumento degli stipendi per i lavoratori dipendenti con un reddito inferiore ai 35mila euro lordi. Si andrà ad aggiungere al precedente taglio dello 0,8% già in vigore. Nel decreto Aiuti bis ci sarà anche l’anticipo della rivalutazione all’inflazione delle pensioni: scatterà già nel secondo semestre del 2022 e non nel 2023.

Verrà prorogato anche lo sconto in bolletta fino a fine anno, con il taglio degli oneri di sistema e i crediti d’imposta per le imprese (per un costo intorno ai 2 miliardi). Rinnovo anche per il taglio delle accise su benzina e diesel oltre il 21 agosto (forse fino a fine ottobre), per un costo sempre superiore ai 2 miliardi.

In totale le misure del decreto Aiuti bis verranno finanziate con circa 14,3 miliardi di euro, una sorta di mini-manovra. Il decreto di agosto conterrà provvedimenti che rimarranno in vigore per il semestre, in molti casi fino a dicembre, come spiegato dal presidente del Consiglio, Mario Draghi, e dal ministro dell’Economia, Daniele Franco, a sindacati e imprese.

Cosa non ci sarà nel decreto: salta il bonus 200 euro

Nel decreto non ci sarà, quindi, il raddoppio del bonus 200 euro. Non verrà prorogato, così come quasi certamente non ci dovrebbe essere il taglio dell’Iva sui prodotti alimentari come pane, pasta, carne e verdura. Proposta che era stata avanzata dal ministro della Pa, Renato Brunetta, e su cui spinge la Lega. Ma anche i sindacati si sono detti contrari in quanto lo sconto riguarderebbe tutti, anche i redditi più alti. Sembra, quindi, che si tratti di una strada non percorribile.

Il taglio del cuneo fiscale: aumentano gli stipendi

Franco non ha chiuso del tutto le porte, ma ha chiaramente detto di preferire l’opzione della decontribuzione. Sarebbe un intervento semi-strutturale, perché andrebbe avanti fino a fine anno. Poi toccherà al nuovo governo, dopo le elezioni politiche del 25 settembre, decidere se confermarlo con la legge di Bilancio.

L’intervento sul taglio del cuneo fiscale potrebbe richiedere poco meno di 2 miliardi nel caso in cui si decida di raddoppiare la decontribuzione dello 0,8% da poco introdotta. In realtà è probabile che per combattere l’inflazione si decida di applicare una decontribuzione più alta, forse anche dell’1%, richiedendo quindi più risorse.

Il bonus 200 euro per autonomi e disoccupati

Il decreto Aiuti bis dovrebbe contenere anche una misura per chi non potrà usufruire del taglio del cuneo fiscale, come autonomi e disoccupati. Ci sarà uno stanziamento a parte per includere anche chi il bonus 200 euro di luglio non l’ha ricevuto perché precario.

Pensioni, aumento per inflazione già dal 2022

Nel decreto si dovrebbe prevedere anche l’anticipo dei meccanismi di recupero delle pensioni per l’inflazione. L’aumento potrebbe arrivare già da settembre 2022, senza dover aspettare gennaio 2023. L’adeguamento verrà calcolato sulla base dell’inflazione dei primi sei mesi dell’anno, quindi dovrebbe essere più contenuta rispetto ai livelli di oggi. La misura costerebbe poco meno di un miliardo.

Dl Aiuti bis, torna anche il salario minimo?

Il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, sta spingendo per inserire nel nuovo decreto Aiuti anche le norme sul salario minimo. In particolare punta sul meccanismo che permette di applicare il contratto più rappresentativo di ogni settore, migliorando così la retribuzione anche per chi ha altri contratti. Per ora, comunque, il punto non è ancora stato discusso, ma già negli scorsi giorni si era ipotizzato che il meccanismo del salario minimo sarebbe stato introdotto anche con un governo dimissionario.

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