Stipendi, guida alle buste paga 2024: tra bonus e agevolazioni, ecco quali sono gli aumenti da considerare.
Con l’approvazione (seppure non ancora definitiva) della legge di Bilancio 2024, possiamo rispondere alla domanda su quanto aumentano gli stipendi il prossimo anno considerando i bonus e le agevolazioni che si applicano in busta paga.
Tra conferme e novità, in particolare per le mamme, lo stipendio annuo complessivamente percepito sarà più alto, per quanto tra dicembre 2023 e gennaio 2024 la differenza potrebbe essere minima.
Nel dettaglio, sulle buste paga del prossimo anno dovremo considerare:
- sgravio contributivo entro i 35 mila euro di reddito;
- sgravio contributivo per le mamme con almeno due figli;
- taglio delle aliquote Irpef;
- trattamento integrativo (ex bonus Renzi);
- fringe benefit;
- premi di produttività.
Nessuna novità invece sul fronte salario minimo: non ci sarà una legge nazionale che fissa una soglia minima di stipendio per ogni lavoratore, per quanto il governo abbia garantito che, entro un massimo di 6 mesi, farà il possibile per rafforzare la contrattazione collettiva e riconoscere a ogni dipendente uno stipendio almeno pari a quello indicato dal contratto collettivo più rappresentativo del settore.
Concentriamoci quindi sui bonus che sicuramente si applicano sulle retribuzioni, a partire dallo sgravio contributivo che da solo è costato circa 10 miliardi di euro (poco meno della metà di quanto a disposizione per la manovra).
Sgravio contributivo
Anche nel 2024 sulle buste paga d’importo inferiore a 2.692 euro lordi si applica uno sgravio che taglia la quota di contributi altrimenti dovuta dal lavoratore, pari al 9,19% dell’imponibile lordo nel settore privato e all’8,80% nel pubblico.
Nel dettaglio, per il prossimo anno si applicano le stesse regole introdotte da luglio 2023, quando la misura dello sgravio è stata portata al:
- 7% (aliquota del 2,19% nel privato, 1,80% nel pubblico) per le buste paga di massimo 1.923 euro lordi;
- 6% (aliquota del 3,19% nel privato, 2,80% nel pubblico) per chi supera questa soglia ma resta dentro i 2.692 euro lordi.
La novità rispetto a oggi è che lo sgravio non si applicherà sulla tredicesima, mentre nel 2022 sì ma solo del 3% e 2%. Di fatto, questo sgravio comporterà un aumento annuo della retribuzione che possiamo così sintetizzare:
Retribuzione lorda mensile | Aumento 2023 | Aumento 2024 | Confronto |
---|---|---|---|
770 euro | 404,27 euro | 539,04 euro | 134,77 euro |
960 euro | 505,32 euro | 673,80 euro | 168,48 euro |
1.153 euro | 606,44 euro | 808,56 euro | 202,20 euro |
1.346 euro | 604,99 euro | 806,64 euro | 201,65 euro |
1.538 euro | 691,57 euro | 921,84 euro | 230,27 euro |
1.730 euro | 777,80 euro | 1.037,04 euro | 259,24 euro |
1.923 euro | 864,23 euro | 1.152,36 euro | 288,13 euro |
2.115 euro | 754,50 euro | 1.086,48 euro | 331,98 euro |
2.307 euro | 773,59 euro | 1.085,88 euro | 312,29 euro |
2.500 euro | 762,69 euro | 1.098,24 euro | 335,55 euro |
2.962 euro | 821,92 euro | 1.192,72 euro | 370,80 euro |
*Dati elaborati dallo Studio De Fusco Labour & Legal e pubblicati sul Sole 24 Ore.
Sgravio contributivo mamme
La legge di Bilancio 2024 introduce un ulteriore sgravio contributivo per le mamme di almeno 2 figli (a patto che il più piccolo abbia meno di 10 anni), garantendo una decontribuzione totale entro 3.000 euro l’anno. Bonus che nel caso delle mamme con almeno 3 figli spetta fino al compimento dei 18 anni del più piccolo.
Ciò significa che entro i 35 mila euro non si pagano contributi, visto che lo sgravio per le mamme si aggiunge a quello riconosciuto alla generalità dei lavoratori, mentre sopra questa soglia sì ma solo per la parte che eccede i 3.000 euro annui, a fronte di un risparmio che quindi può arrivare al massimo a 230 euro mensili.
Ecco una tabella che sintetizza il risparmio di contributi mensili considerando anche lo sgravio che ordinariamente si applica sugli stipendi che non supera i 2.692 euro lordi:
Importo stipendio | Risparmio contributi settore privato | Risparmio contributi settore pubblico |
---|---|---|
600 euro | 13,14 euro | 10,80 euro |
800 euro | 17,52 euro | 14,40 euro |
1.000 euro | 21,90 euro | 18,00 euro |
1.200 euro | 26,28 euro | 21,60 euro |
1.500 euro | 32,85 euro | 27 euro |
1.923 euro | 42,11 euro | 34,61 euro |
2.000 euro | 63,80 euro | 56 euro |
2.200 euro | 70,18 euro | 61,60 euro |
2.400 euro | 76,56 euro | 67,20 euro |
2.500 euro | 79,75 euro | 70 euro |
2.692 euro | 85,87 euro | 75,37 euro |
Sopra i 2.692 euro | 230,76 euro | Da 215,36 a 230,76 euro |
Attenzione: l’aumento effettivo in busta paga sarà più basso rispetto alle suddette cifre. Si tratta infatti di importi lordi, sui quali va applicata la relativa aliquota Irpef.
Nuova Irpef
Sull’importo lordo indicato in busta paga non vengono trattenuti solo i contributi ma anche le imposte: è il sostituto d’imposta a farlo, sulla base delle aliquote fissate dalla normativa.
A tal proposito, nel 2024 va segnalata la revisione delle aliquote Irpef, in particolare quella applicata nel secondo scaglione di reddito - per la parte di stipendio compresa tra 15.000 e 28.000 euro lordi - che passa dal 25% al 23%.
Ne risulterà quindi un risparmio del 2% per la parte di reddito che riferisce al secondo scaglione, anche per coloro che guadagnano più di 28.000 euro (ma entro i 50.000, poiché oltre questa soglia vengono riviste le detrazioni con lo scopo di annullare gli effetti della riforma fiscale).
Ciò significa che il 2%, calcolato su un massimo di 13.000 euro, garantirà un risparmio in busta paga fino a 260 euro l’anno, 20 euro al mese. Ecco una tabella con alcuni esempi:
Importo stipendio | Risparmio mensile Irpef tra il 2023 e il 2024 | Risparmio annuo Irpef tra il 2023 e il 2024 |
---|---|---|
Sotto i 1.153 euro | --- | --- |
1.200 euro | 0,92 euro | 12 euro |
1.400 euro | 4,92 euro | 64 euro |
1.600 euro | 8,92 euro | 116 euro |
1.800 euro | 12,92 euro | 168 euro |
2.000 euro | 16,92 euro | 220 euro |
2.153 euro e superiori | 20 euro | 260 euro |
Ex bonus Renzi
Per quanto cambino leggermente le regole di calcolo (come potete approfondire qui), anche nel 2024 chi ha un reddito annuo che non supera i 15 mila euro gode del trattamento integrativo (ex bonus Renzi) del valore di 100 euro.
Non ne hanno diritto gli incapienti, ossia chi ha un reddito annuo inferiore a 8.500 euro: sotto questa soglia, infatti, l’Irpef dovuta viene totalmente annullata dalle detrazioni. Di fatto, spetta a chi ha uno stipendio lordo mensile superiore a circa 650 euro e al di sotto dei 1.153 euro.
Fringe benefit
Passiamo adesso ai bonus “facoltativi”, ossia quelli su cui la legge di Bilancio 2024 interviene per renderli più convenienti ma lasciando al datore di lavoro la decisione se erogarli o meno (in quanto è lui a farsene carico).
Ad esempio i cosiddetti fringe benefit, per i quali nel 2024 c’è una duplice novità:
- da una parte il limite d’importo annuo entro cui sono detassati, che sale a 1.000 euro per tutti e persino a 2.000 euro per i lavoratori con figli;
- ai fringe benefit tradizionali si aggiunge, oltre al rimborso per le bollette di luce, gas e acqua, anche quello per il canone di locazione o per gli interessi del mutuo.
Premi di produttività
Concludiamo con un altro benefit a discrezione del datore di lavoro: i premi di produttività. Per questi la legge di Bilancio 2024 conferma quanto già previsto per il 2023, predisponendo una cedolare secca del 5% anziché del 10% sui compensi erogati dal datore di lavoro entro un limite di 3.000 euro annui.
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