Temperature record, in arrivo nuove norme per la sicurezza sul lavoro. Ecco cosa prevede la bozza di protocollo (di cui potete scaricare il testo completo).
Le elevate temperature registrate nell’estate 2023 richiedono una maggiore attenzione nei confronti dei lavoratori. Per questo motivo, dopo una serie di circolari Inps e Inail che ricordavano ai datori di lavoro le norme in materia di sicurezza sul lavoro da seguire durante l’estate, ecco arrivare un vero e proprio protocollo che introduce nuove misure per la tutela dei dipendenti a cui le aziende dovranno adeguarsi, perlopiù quelle che hanno lavoratori impiegati sotto il sole o comunque in luoghi con elevate temperature.
D’altronde il problema del caldo al lavoro non va assolutamente sottovalutato, come dimostrano alcune drammatiche notizie di cronaca di questi giorni, dove colpi di calore si sono rivelati fatali.
Ecco perché nella giornata di ieri, in una riunione fiume a cui hanno preso parte la ministra del Lavoro, Marina Calderone, il sottosegretario Claudio Durigon, il ministro della Salute, Orazio Schillaci, nonché i vertici di Inl, Inps, Inail, Anci, Upi, conferenza regioni, associazioni datoriali e sindacali, è stata approvata una bozza di protocollo che si colloca nel più ampio quadro delle norme per la tutela della sicurezza sul lavoro. Vediamo cosa prevede analizzandone i punti più importanti (mentre in coda potete scaricare il testo in formato .pdf).
Dispositivi di sicurezza
Già le normali norme sulla sicurezza sul lavoro obbligano i datori di lavoro a fornire ai lavoratori i dispositivi di protezione individuale (dpi): adesso il protocollo stabilisce chiaramente che tra questi figurano anche le creme solari per tutti quei lavoratori che svolgono mansioni che richiedono un’alta esposizione al sole.
Inoltre, la divisa di lavoro dovrà essere adeguata alla stagione.
Alimentazione
Attenzione anche ai pasti: per quelle aziende che dispongono della mensa bisognerà somministrare più frutta e verdura. Scatta inoltre il divieto di consumo di bevande alcoliche, vino e birra compresi; l’idratazione rappresenta quindi un aspetto di prioritaria importanza, ecco perché sarà anche obbligo per l’azienda rendere sempre disponibile, nonché facilmente accessibile, l’acqua potabile.
Sorveglianza medica
Un capitolo importante del protocollo riguarda la sorveglianza medica.
Nel dettaglio, qui si legge che ai fini della valutazione dei rischi servirà attivare la sorveglianza sanitaria per tutti i lavoratori (eccetto ovviamente per quelli che già ne sono sottoposti) che svolgono mansioni in luoghi in cui si è particolarmente esposti al caldo. Per decidere se un lavoratore può svolgere o meno tali mansioni, infatti, servirà una preventiva valutazione dei rischi, con il medico che accertando il loro stato di salute (ad esempio se soffrono di malattie come cardiopatie e obesità che possono ridurre la resistenza al caldo) fornirà indicazioni per prevenire il rischio di un colpo di calore.
E laddove il medico non dovesse accertarne l’idoneità, sarà obbligo del datore di lavoro impiegarli in altre attività, più leggere e con più pause.
Riorganizzazione dell’orario di lavoro
Già l’Ispettorato Nazionale del Lavoro nei giorni scorsi aveva parlato della possibilità di rivedere l’orario di lavoro, evitando di far svolgere mansioni sotto al sole nella fascia oraria 14:00-17:00.
Adesso questa possibilità viene messa nera su bianco nel nuovo protocollo, dove ai datori viene chiesto di riorganizzare l’orario di lavoro in modo da minimizzare l’esposizione dei singoli al sole e alle elevate temperature. Obiettivo che può essere raggiunto anche alternando i turni tra i lavoratori, nonché garantendo più pause, le quali dovranno essere svolte in aree ombreggiate e dovutamente climatizzate.
Prevenzione
La prevenzione, quindi, prima di tutto. Ogni misura presente nel protocollo punta a minimizzare il rischio di danni alla salute provocati dall’elevata sottoposizione alle temperature estive. Per questo motivo si punta molto anche sull’informazione e la formazione, tanto dei dipendenti quanto dei datori di lavoro.
E servirà anche una maggiore attenzione al monitoraggio meteo che dovrà essere effettuato in anticipo in modo da poter riorganizzare per tempo le attività lavorative laddove ce ne fosse bisogno.
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