Carlo Calenda prova a dribblare l’opposizione interna al PD per una lista con +Europa e Italia in Comune in vista delle elezioni europee
Carlo Calenda è pronto a fare un passo indietro a favore di Paolo Gentiloni per le elezioni europee. Nelle scorse settimane l’ex ministro ha avanzato un manifesto per una lista unica di partiti europeisti da presentare alle elezioni di maggio, chiamata Siamo Europei. La proposta è stata accolta favorevolmente da +Europa e da Italia in Comune, partiti che altrimenti dovrebbero puntare all’erosione del Partito Democratico per superare la soglia di sbarramento del 4%. Una buona parte del PD, invece, ha lanciato segnali freddi, misti, spesso fortemente contrari, in particolare dalla corrente renziana del partito.
Calenda pronto a fare da gregario a Gentiloni
Sebbene gli ultimi sondaggi diano la lista (che ancora tecnicamente non esiste) al 24%, i timori dei più (renziani) riguardano il rischio di una scalata ostile, di un riassorbimento del Partito Democratico nel «listone» europeo. Ma l’obiettivo di Siamo Europei, scrive Calenda in una lettera al Corriere, è quello di realizzare finalmente un’Europa delle politiche comuni rilanciando l’Italia nel quadro comunitario. Un progetto di ampio respiro che, dunque, non può sottomettersi a tatticismi né essere vincolato al front runner Calenda, che quindi si dice disposto a cedere la leadership a chi ha più seguito ed esperienza (parole sue), ovvero a Paolo Gentiloni.
“Non avrei alcun problema a fare da gregario a Paolo in una sfida comune ai sovranisti”,
scrive il promotore di Siamo Europei.
Polemiche all’interno del PD in vista delle europee
Calenda definisce come “fantascientifiche” le accuse di scalate ostili, ai limiti del complottismo. È vero, però, che l’ex ministro detta comunque in questo modo una tema al futuro segretario che, una volta eletto, dovrà fare i conti con l’opposizione dei fautori della lista unica. Ed è noto quanto le polemiche interne al maggiore partito di centrosinistra non facciano bene ai sondaggi, con possibilità di emorragie di voti a destra e a manca.
Forse è questa la motivazione del mezzo ritiro di Calenda: un personaggio meno polarizzante come Paolo Gentiloni, ex presidente del consiglio scelto direttamente da Matteo Renzi, potrebbe sciogliere l’impasse causato da posizioni interne troppo rigide.
Il progetto di Calenda
Per la parte avversa, il rischio è quello di una perdita d’identità, un fatto che comunque dovrebbe essere secondario - per il politico - “alla missione di mantenere l’Italia in Europa e in Occidente”. Una risposta pubblica da parte del futuro segretario, dice Calenda, è dovuta al fatto che a firmare la proposta di Siamo Europei sono state migliaia di persone, “fra cui molti militanti e amministratori del Pd”.
Lo stesso Paolo Gentiloni ha da poco lanciato un suo manifesto per la sinistra italiana in forma di saggio edito da Rizzoli, lanciando una vera e propria sfida ai populisti. Una proposta, quindi, in linea con quella del suo ex collega di governo: un fronte comune contro i sovranisti. E sempre Gentiloni ha sonoramente criticato le scelte del’esecutivo giallo-verde in ambito di politica estera, in particolare la crisi diplomatica con la Francia degli ultimi giorni e la posizione italiana sul Venezuela. Che sia proprio lui l’uomo in grado di dare speranza a - nelle parole di Calenda - i “milioni di italiani pronti a mobilitarsi per un’Europa nuova”?
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