Cambiamento per le pensioni, il primo dalla riforma Fornero

Simone Micocci

15 Agosto 2024 - 09:30

Attenzione, il governo continua a lavorare a una riforma delle pensioni per il 2025. La conferma di Durigon che annuncia: «Puntiamo a cambiamenti strutturali». Novità per Quota 41, ma non solo.

Cambiamento per le pensioni, il primo dalla riforma Fornero

Per le pensioni potrebbe essere in arrivo un importante cambiamento, il primo dal 2011 quando in piena crisi economica il governo tecnico guidato da Mario Monti, con Elsa Fornero al ministero del Lavoro, approvò la riforma che ancora oggi determina la maggior parte delle regole per andare in pensione.

Un cambiamento che se confermato rappresenterebbe la novità più importante dalla riforma Fornero, in quanto si tratterebbe di una modifica strutturale. Le riforme delle pensioni che si sono susseguite in questi anni, infatti, hanno avuto come elemento comune il fatto che le novità approvate fossero limitate a un certo periodo: si pensi a Quota 100 in vigore tra il 2019 e il 2021, seguita da Quota 102 nel 2022 e Quota 103 nel 2023 e 2024.

Obiettivo nel 2025, come dichiarato dal sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon al QuotidianoNazionale, è di arrivare invece a una riforma che sia strutturale, quindi durevole negli anni e non vincolata alle decisioni dei governi futuri.

Un cambiamento che dovrebbe vedere come protagonista Quota 41 per tutti, con la quale verrebbero riviste le regole per l’accesso alla pensione anticipata come decise nel 2011.

Cambiamento per le pensioni, obiettivo riforma strutturale

Come spiegato dal sottosegretario al Lavoro, Claudio Durigon, il governo per il 2025 vuole lavorare a una riforma delle pensioni che sia complessiva, toccando quindi diversi ambiti della previdenza e non solo le regole di accesso, e soprattutto strutturale.

Per questo motivo ad esempio si sta ragionando sulla possibilità di introdurre l’obbligo per cui una parte del Tfr maturato dal lavoratore deve essere versata in un fondo per la pensione complementare, così da assicurarsi un secondo assegno aggiuntivo a quello versato dall’Inps.

Lato flessibilità, invece, Durigon ha annunciato la conferma di Opzione Donna e dell’Ape Sociale - due misure mai state in discussione - rinnovando la volontà del governo di trovare una soluzione per Quota 41, vero e proprio obiettivo di questa legislatura.

Quota 41 per tutti e per sempre, il governo ci riprova

Come più volte abbiamo avuto modo di spiegare, Quota 41 per tutti sarebbe importante in quanto andrebbe a rivedere i requisiti di accesso alla pensione anticipata, a cui oggi possono ricorrere i lavoratori al raggiungimento dei 42 anni e 10 mesi di età, uno in meno per le lavoratrici.

In alternativa, ma solamente i precoci (chi ha maturato 12 mesi di contributi prima del compimento dei 19 anni di età) che rientrano in uno dei profili che necessitano di una maggior tutela (disoccupati, invalidi, caregiver e gravosi) possono andarci con 41 anni di contributi.

Il tutto indipendentemente dall’età anagrafica.

Obiettivo del governo è di riconoscere a tutti la possibilità di andarci con 41 anni di contributi, così da “rafforzare il sistema pensionistico anche sulla flessibilità in uscita così da dare una risposta a quei lavoratori che hanno maturato tanti anni di attività”.

Per questo motivo il governo, in particolare la Lega, sta portando avanti la battaglia per Quota 41, con l’obiettivo di metterla all’interno di un progetto di riforma più ampio che sarebbe di fatto il primo cambiamento radicale dai tempi della riforma Fornero.

Sempre che ci riesca ovviamente, d’altronde non sarà semplice. Perché estendere Quota 41 costa 5 miliardi l’anno, mentre qualsiasi misura che ne riduce il costo - come ad esempio un ricalcolo contributivo per chi vi ricorre - rischia di ridurne la portata.

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