Caro-bollette e gas, “migliaia di italiani pagheranno il triplo per il riscaldamento”: l’intervista a Danzì (M5s)

Giacomo Andreoli

06/12/2022

L’eurodeputata del Movimento 5 Stelle, Maria Angela Danzì, spiega a Money.it che gli italiani che usano il teleriscaldamento pagano bollette record e per questo chiede a Meloni di ridurre l’Iva.

Caro-bollette e gas, “migliaia di italiani pagheranno il triplo per il riscaldamento”: l’intervista a Danzì (M5s)

Centinaia di migliaia di cittadini, soprattutto nel Centro-Nord, usano il teleriscaldamento e stanno pagando bollette addirittura più salate di quelle del gas”. A denunciarlo a Money.it è Maria Angela Danzì, rappresentante del Movimento 5 Stelle al Parlamento europeo, che chiede per questo un intervento al governo Meloni per abbassare l’Iva dal 22% al 5%.

Il governo Draghi, infatti, ha abbassato l’imposta sul gas utilizzato per gli impianti di riscaldamento, ma ha escluso gli utenti del teleriscaldamento, che non non hanno beneficiato nemmeno del Superbonus 110%. Il teleriscaldamento sfrutta la distribuzione dell’acqua calda, a vapore o surriscaldata, tramite reti di tubazioni coibentate, per aumentare la temperatura della casa.

Secondo Danzì escludere questa forma di energia dall’Iva agevolata è stato un “errore di valutazione” per cui moltissime aziende municipalizzate, che utilizzano gas per far funzionare il teleriscaldamento, “si stanno arricchendo”, agendo come società a scopo di lucro e “accumulando extraprofitti sulla pelle dei più poveri”.

In questo modo, secondo l’eurodeputata, “producono inquinamento”, contraddicendo l’idea per cui il teleriscaldamento è una soluzione del tutto ecologica, e “in molti casi i prezzi del servizio sono raddoppiati, se non triplicati”.

On. Danzì, come Movimento 5 Stelle avete denunciato il fatto che in Italia chi usa il teleriscaldamento paga bollette più salate di quelle del gas, presentando un’interrogazione alla commissaria europea Vestager. Quante persone sono coinvolte e in quali aree del Paese?

Il teleriscaldamento soddisfa intorno al 6% del fabbisogno totale termico nazionale ed è utilizzato in particolare nelle aree del Centro-Nord da centinaia di migliaia di cittadini. Per capire la portata del fenomeno sono 280 i Comuni serviti, di cui circa il 50% in Lombardia e Piemonte. Come Movimento 5 Stelle abbiamo raccolto le testimonianze di molti cittadini lombardi, piemontesi e liguri e abbiamo analizzato l’esito dell’indagine conoscitiva dell’Arera, l’Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente, in materia di prezzi e di costi del servizio di teleriscaldamento, pubblicata lo scorso 2 Novembre. L’Arera denuncia distorsioni al corretto funzionamento del mercato e l’esistenza di un monopolio, davanti all’immobilismo di tutta la classe politica locale e nazionale abbiamo investito direttamente la Commissione europea. Ci aspettiamo un forte intervento della Commissaria alla Concorrenza Marghrete Vestager.

Il teleriscaldamento dovrebbe garantire efficienza energetica e anche impatto ambientale minimo. Di quanto i costi superano le normali bollette del gas? Quali problemi ci sono sulla contabilizzazione dei costi del teleriscaldamento?

In passato il teleriscaldamento era considerato la soluzione più verde ed efficiente, ma oggi le cose sono cambiate. Moltissime aziende municipalizzate utilizzando il gas per alimentare il teleriscaldamento e questo produce inquinamento, ma il problema è di portata più ampia. La missione di queste aziende era quella di garantire servizi pubblici a prezzi accessibili, oggi invece agiscono come delle qualsiasi società a scopo di lucro, accumulando extraprofitti sulla pelle dei più poveri. In molti casi i prezzi del servizio sono raddoppiati se non triplicati e nella quasi totalità dei casi sono superiori rispetto a quelli che utilizzano il gas per scaldare la propria casa, che dovrebbe essere il prezzo massimo applicabile. I criteri di formazione del prezzo sono sbagliati e vanno cambiati.

Perché parlate di effetto distorsivo sui consumatori finali, con vantaggi competitivi ed extraprofitti per alcune aziende energetiche?

Per l’Arera la divaricazione tra il livello di costi e ricavi, ha «determinato una crescita significativa dei margini destinati alla remunerazione del capitale investito, con potenziali extraprofitti per gli operatori». Ai clienti oggi conviene di più cambiare sistema di riscaldamento che mantenere il vecchio, ma manca la trasparenza, non sanno come uscirne. Ho letto che Iren, uno dei principali operatori del settore con 900 mila abitanti serviti, la maggior parte a Torino e in Piemonte, si è difesa annunciando l’introduzione di un Bonus per le famiglie, ma questo non basta. Le insolvenze sono in netto aumento e sta aumentando la cosiddetta povertà energetica.

Nella vostra interrogazione denunciate che si applica l’Iva al 22% per il teleriscaldamento e al 10% per le centrali alimentate prevalentemente con fonti non fossili, contro il 5% agevolato per chi usa le caldaie a gas. Perché il governo Draghi, di cui facevate parte, ha scelto di escludere dall’Iva agevolata queste forme di riscaldamento?

Questo andrebbe chiesto agli ex ministri Cingolani e Franco le cui decisioni e valutazioni abbiamo spesso contrastato in passato. Il Decreto energia ha alimentato disparità fra i cittadini, l’Iva agevolata andava estesa anche a quelli che riscaldano il proprio appartamento con il teleriscaldamento. Non voglio accusare nessuno, ma constato che qualcuno si sta arricchendo da questo errore di valutazione. Noi abbiamo a cuore il bene comune e chiediamo un intervento pubblico urgente. Anzi le do una notizia: il tema sarà sul tavolo del confronto con il centrosinistra per le prossime elezioni regionali in Lombardia. Gli azionisti delle multiutility devono fornire indirizzi vincolanti alle loro società per risolvere le criticità rilevate da Arera che si riversano sulle famiglie e i soggetti più deboli.

Avete proposto al governo Meloni di abbassare al 5% le aliquote Iva per teleriscaldamento e centrali alimentate con fonti non fossili? Dove proponete di recuperare i soldi per questo intervento?

In Olanda, dove 500mila case sono riscaldate con il teleriscaldamento, il governo sta pensando di nazionalizzare tali infrastrutture. Il governo Meloni invece che sta facendo? Niente, ignorano il problema. Noi invece abbiamo presentato un sub emendamento al dl Aiuti quater e ci aspettiamo che tutte le forze politiche lo sostengano. Proponiamo, inoltre, una nuova definizione di tariffe, che colpisca gli scandalosi extraprofitti delle società energetiche e delle aziende municipalizzate. Inoltre, servirebbe equità e trasparenza sulla possibilità di recedere dai contratti in essere in modo che i cittadini facciano scelte consapevoli ed informate. Una riforma di questo tipo sarebbe a costo zero per lo Stato, per quanto riguarda l’Iva ricordo che la bozza della legge di Bilancio mobilita oltre 21 miliardi di euro contro il caro bollette. Le risorse ci sono, bisogna solo saperle utilizzare al meglio.

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