Caro-bollette, interviene l’Europa: tetto al prezzo del gas, riforma del Ttf e stoccaggi comuni, il piano della Commissione Ue

Giacomo Andreoli

17/10/2022

La Commissione europea presenterà domani il piano per fronteggiare il caro-bollette e la crisi-energetica con un price cap “dinamico”, la riforma del mercato Ttf e acquisti comuni di gas.

Caro-bollette, interviene l’Europa: tetto al prezzo del gas, riforma del Ttf e stoccaggi comuni, il piano della Commissione Ue

Un tetto al prezzo del gas “dinamico”, una piattaforma comune europea per gli stoccaggi necessari per l’inverno e un nuovo indice finanziario per sostituire il Ttf di Amsterdam, stabilizzando i prezzi. Dopo mesi di tira e molla la Commissione europea sta per lanciare il piano per affrontare i nuovi rincari dell’energia e far abbassare il costo delle bollette a famiglie e imprese.

La presentazione ufficiale avverrà domani, da parte di Ursula von der Leyen, ma nel frattempo c’è già una bozza del piano europeo da cui si possono estrarre i contenuti più rilevanti. La volontà della Commissione è mettere assieme le richieste in qualche modo contrastanti arrivate negli ultimi mesi da parte dei paesi membri, per raggiungere l’obiettivo comune di affrontare la crisi in atto.

Insomma un compromesso tra il forte pressing di Italia, Francia, Grecia, Polonia e Belgio e le posizioni più “conservatrici” di Germania e falchi del nord. Ancora una volta l’ago della bilancia è Berlino, che negli ultimi giorni sembra aver aperto alle posizioni dei paesi del Sud, dando anche un primo via libera informale a un possibile nuovo fondo europeo per sostegni a famiglie e imprese. Fondo che, tuttavia, al momento non sembra rientrare tra le proposte ufficiali dell’esecutivo europeo.

Gas, stoccaggi comuni obbligatori in Europa

La prima proposta della strategia Ue sarebbe dotare tutti i Paesi “degli strumenti giuridici per l’acquisto congiunto di gas”. Insomma, una piattaforma comune per coordinare il riempimento degli stoccaggi, con l’obbligo di partecipare per ogni Stato per almeno il 15% complessivo.

L’idea non è quindi quella di aiutare direttamente i Paesi per l’inverno, ma quella di evitare che, qualora vengano utilizzati in questi mesi freddi gli stoccaggi per supplire a delle forti carenze, si possa raggiungere comunque l’obiettivo annuale di riempimento del 90% delle riserve entro novembre 2023. Target che ora potrebbe essere molto più difficile da raggiungere rispetto a quanto accaduto negli ultimi anni.

La riforma del Ttf di Amsterdam

La seconda proposta, come su indicazione dell’Italia, prevede di sviluppare un nuovo indice alternativo rispetto al Ttf di Amsterdam (principale benchmark per tutto il gas scambiato nel Continente), troppo soggetto alle speculazioni finanziarie e concausa dei forti rialzi del prezzo del gas degli ultimi mesi.

Sarebbe un indice di prezzo complementare per il Gnl. Toccherebbe all’Agenzia dell’Unione europea per la cooperazione tra i regolatori energetici (Acer) raccogliere le informazioni necessarie per creare questo nuovo benchmark entro la fine dell’anno. L’indice, quindi, dovrebbe essere disponibile per la prossima stagione di riempimento degli stoccaggi all’inizio del 2023.

Come funziona il price cap “dinamico”

Poi: il price cap. Se ne è parlato per mesi in tutte le salse. La proposta ufficiale sarebbe quella di esplorare un quadro europeo temporaneo per limitare il prezzo del gas nella produzione di elettricità. L’obiettivo dichiarato è “ridurre i prezzi dell’elettricità senza modificare l’ordine di merito e senza comportare un aumento generale del consumo di gas”. Ci sarebbe quindi un limite di prezzo dinamico per le transazioni sul Ttf.

E ancora, il pacchetto di misure potrebbe includere un massimale giornaliero sul mercato per tutti i derivati energetici, creando un meccanismo dei formazione dei prezzi più solido e cercando di proteggere le compagnie energetiche europee da picchi di costi e difficoltà di approvvigionamento a medio termine. L’Autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati (Esma) “avrà il compito, sulla base delle relazioni presentate dalle autorità nazionali competenti, di coordinare l’applicazione di questo meccanismo in tutta l’Unione e di documentare le divergenze”.

La proposta del price cap sarebbe condivisa con i leader del Consiglio europeo. Nella bozza di conclusioni già preparata dai tecnici per il vertice del 20 e 21 ottobre i capi di Stato e premier spingerebbero ad «esplorare un corridoio dinamico temporaneo dei prezzi del gas naturale per limitare i prezzi fino a quando non sarà stabilito il benchmark» che rifletta in modo più accurato le condizioni del mercato del gas. Nel frattempo si farebbe di tutto per avanzare nei “negoziati con partner affidabili”.

Infine la Commissione adotterebbe strumenti per aumentare la liquidità nei mercati energetici, ampliando la soglia di compensazione per le controparti non finanziarie fino a 4 miliardi di euro. Verrebbe quindi allungato per un anno l’elenco delle attività idonee, da utilizzare come garanzia.

I possibili problemi del piano Ue

La notizia di questa bozza ha subito generato un effetto positivo in Borsa, facendo calare il prezzo del 6%. Tuttavia ci sono una serie di dubbi e possibili problemi che dovrà affrontare la Commissione. Innanzitutto il fatto che la maggior parte degli attuali contratti di fornitura di gas sono legati al Ttf e senza il consenso di entrambe le parti non possono essere modificati. E ancora: il price cap dinamico potrebbe avere effetti molto limitati e poco incisivi sulle bollette. Tutto dipenderà dai margini che verranno imposti e dalla tempistica.

La Commissione, in ogni caso, in questa bozza si dice convinta che il piano possa “evitare l’estrema volatilità e gli aumenti dei prezzi, nonché speculazioni che potrebbero portare a difficoltà nella fornitura di gas naturale ad alcuni Stati membri”.

Attesa per il Consiglio europeo

L’impianto generale sembra deciso, ma in queste ultime ore, comunque, la bozza può ancora cambiare. Dopo la proposta da parte della Commissione, poi, il piano sarà discusso dai leader dell’Unione europea al Consiglio Ue del 20 e 21 ottobre a Bruxelles. Quello in cui per l’Italia, viste le difficoltà nel formare il nuovo governo di centrodestra, andrà ancora una volta Mario Draghi.

Intanto dall’alleanza che ha vinto le elezioni continua il forte pressing sull’Ue. Secondo Massimiliano Fedriga, presidente leghista del Friuli Venezia Giulia e numero uno della Conferenza delle Regioni, “è alquanto particolare che a determinare i prezzi del gas e dell’energia sia una Borsa di fatto privata, quella di Amsterdam, con pochissimi scambi, dove insiste una speculazione abominevole”.

Quindi, aggiunge: “In una Borsa normale in caso di aumento o diminuzione eccessiva, le azioni vengono sospese, e non sono un bene primario come gas o energia, i cui prezzi invece paradossalmente possono salire indiscriminatamente. Dobbiamo darci delle regole”.

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