La minoranza degli evasori deve al Fisco 795 miliardi di euro e forse con l’anonimometro verrà scovata. Vediamo come si suddivide l’evasione fiscale in base all’importo delle cartelle esattoriali.
In queste settimane l’Agenzia delle Entrate ha annunciato un intensificarsi dei controlli sui depositi e sui conti correnti dei contribuenti tramite il nuovo strumento denominato anonimometro. Si tratta di un algoritmo che permetterà di incrociare i dati presenti sulle banche dati del Fisco con quelle dei depositi e trasferimenti bancari per individuare movimenti di somme che possano risultare sospetti.
Tutto ciò che risulterà anomalo potrà uscire dall’anonimato ed essere assoggettato a controlli fiscali perché l’anonimometro, e lo dice il nome stesso, rende i dati sensibili dei contribuenti anonimi e codificati fintanto che non salta fuori qualcosa di “sospetto”. Questo, di fatto, serve a salvaguardare la privacy dei contribuenti onesti e a posto con il Fisco.
Secondo le stime, l’obiettivo della stretta è quello di recuperare 2,8 miliardi di tasse evase entro il 2025 che è ben poca cosa se si pensa che l’ammontare dell’evasione fiscale nel nostro Paese ammonta ogni anno a oltre 120 miliardi di euro.
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La maggior parte delle cartelle è sotto i 1.000 euro
Mentre il Governo tenta di reperire le risorse per attuare una riforma fiscale che porti tutti gli italiani a versare meno tasse, l’evasione fiscale imperversa nella nostra penisola, anno dopo anno. E, anche se i piccoli debitori sono la maggioranza, quelli che incidono maggiormente sul mancato gettito, sono i pochissimi grandi debitori.
L’evasione fiscale, in Italia, è maggiore per piccoli debiti, questo è vero, ma sommando i piccoli debiti non si raggiunge neanche lontanamente il colossale importo costituito dai pochissimi debiti contratti in quantità maggiori.
Per intenderci: il 47,6% delle cartelle esattoriali si colloca al di sotto della soglia dei 1.000 euro per un totale di 10, 4 miliardi di euro. Potrebbe sembrare una cifra altissima, ma non se confrontata con quella delle cartelle esattoriali per un importo superiore ai 500mila euro, che riguardano solo 1,3% dei contribuenti attivi.
Come si dividono le cartelle esattoriali?
Per comprendere il reale impatto dell’evasione fiscale in Italia è utile visualizzare la seguente tabella che fa rendere conto come i piccoli evasori, pur essendo in numero minore, hanno un impatto minore sul totale del debito.
Importo | Percentuale | Ammontare complessivo |
---|---|---|
Sotto i 1.000 euro | 47,6% | €10,4 miliardi |
Tra 1.000 e 10mila euro | 30,1% | €27,7 miliardi |
tra 10mila e 50mila euro | 13.4% | € 75 miliardi |
tra 50mila e 100mila euro | 3,6% | € 57,7 miliardi |
tra 100mila e 250mila euro | 2,8% | € 96,8 miliardi |
tra 250mila e 500mila euro | 1,2% | € 89,9 miliardi |
sopra 500mila euro | 1,3% | € 795,6 miliardi |
La maggior parte dei debiti, come è facilmente intuibile dalla nostra tabella, ha un importo che inferiore ai 1.000 euro. Anche recuperando tutti questi importi il Fisco incasserebbe una percentuale minima del debito totale che ha con gli evasori, mentre incassando quell’1,3% che non versano gli evasori sopra i 500mila euro incasserebbe cifre davvero astronomiche.
Si spera che l’anonimometro aiuti a scovare, oltre che i piccoli evasori, anche coloro che devono al Fisco somme alte perché solo in questo modo si riuscirebbero a pareggiare i conti che l’Italia ha in sospeso con l’evasione fiscale e con il valore sommerso che l’Agenzia delle Entrate sta faticosamente cercando di recuperare.
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