Il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha annunciato entro il 2025 il nuovo Codice Tributario che accoglie le norme della riforma fiscale emanate e quelle da emanare, ecco a che punto siamo.
La legge 9 agosto 2023 n° 111 disegna la mappa della riforma fiscale. Si tratta di 23 articoli che disegnano lo spazio in cui il Governo deve muoversi per quella che può essere considerata una riforma epocale del sistema tributario e che sfocia nel nuovo Codice Tributario. Il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha annunciato che lo stesso arriva entro il 2025 e che mancano ancora pochi decreti legislativi per completare l’opera, ma a che punto siamo?
Dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, lo scorso 14 agosto, della Legge delega su cui poggia la riforma fiscale, la fase operativa ha iniziato ad apportare cambiamenti veri e propri.
Delineate le riforme Irpef, Concordato preventivo biennale, riduzione delle sanzioni e modifica alla riscossione, resta ancora del lavoro da fare.
Ecco il piano di modifiche al sistema tributario delineato nella riforma fiscale.
Tutti gli atti della riforma fiscale
Gli obiettivi di questa riforma, come detto in più di un’occasione, sono quelli di favorire una crescita economica del Paese con un occhio alla natalità sostenendo le famiglie, le imprese e i lavoratori. In tutto questo, ovviamente, intenzione del Governo è anche quella di prevenire e ridurre l’evasione e l’elusione fiscale, piaga dell’Italia da troppi decenni, mentre si cerca di razionalizzare e semplificare l’intero sistema tributario.
A che punto siamo con la riforma fiscale? Ecco gli atti che sono stati approvati e pubblicati dopo la pubblicazione della legge di Delega avvenuta il 14 agosto 2023:
- decreto legislativo 209 del 2023: fiscalità internazionale, regime impatriati, global minimum tax;
- decreto legislativo 216 del 2023: riforma Irpef con riduzione a 3 aliquote;
- decreto legislativo 219 del 2023: modifiche allo statuto dei diritti del contribuente;
- decreto legislativo 220 del 2023: riforma del contenzioso tributario;
- decreto legislativo 221 del 2023: potenziamento dell’adempimento collaborativo;
- decreto legislativo 1 dell’8 gennaio 2024: razionalizzazione e semplificazione delle norme in materia di adempimenti tributari;
- decreto legislativo 13 del 12 febbraio 2024: concordato preventivo biennale;
- decreto legislativo 41 del 25 marzo 2024: disposizioni in materia di riordino del settore dei giochi, a partire da quelli a distanza;
- decreto legislativo 87 del 14 giugno 2024: riforma del sistema sanzionatorio;
- decreto legislativo 108 del 5 agosto 2024: disposizioni integrative e correttive in materia di regime di adempimento collaborativo, razionalizzazione e semplificazione degli adempimenti tributari e concordato preventivo biennale;
- decreto legislativo 110 del 7 agosto 2024: revisione della riscossione dei tributi;
- decreto legislativo 139 del 18 settembre 2024: razionalizzazione imposta di registro, imposta di successione e tributi indiretti diversi dall’Iva;
- decreto legislativo 141 del 26 settembre 2024: Disposizioni nazionali complementari al codice doganale dell’unione e revisione del sistema sanzionatorio in materia di accise e di altre imposte indirette sulla produzione e sui consumi (decreto accise).
Fiscalità internazionale decreto legislativo 209/2023
Il primo decreto della riforma fiscale ha avuto a oggetto la fiscalità internazionale. Si tratta del decreto legislativo 209 del 2023. Lo stesso ha riscritto il regime di agevolazione per i lavoratori impatriati, cioè che tornano in italia dopo un periodo all’estero. L’agevolazione riconosce una detassazione dell’Irpef del 50% (riduzione del reddito imponibile) per un massimo di 5 anni.
L’Irpef a 3 scaglioni nel 2024
A disporre la revisione dell’Irpef con la graduale riduzione delle aliquote e degli scaglioni di reddito è l’articolo 5 della legge delega. L’obiettivo è quello di raggiungere l’aliquota unica e l’equità orizzontale. Il primo passaggio è quello dalle attuali quattro a tre aliquote Irpef che è entrato in vigore dal 1° gennaio 2024 accorpando la prima e la seconda aliquota e relativi scaglioni in una unica.
Nel 2024, quindi, l’Irpef si paga nel seguente modo:
- per redditi fino a 28.000 aliquota al 23%;
- per redditi da 28.000 a 50.000 euro aliquota al 35%;
- per redditi oltre i 50.000 euro aliquota al 43%.
La misura è stata introdotta con il decreto legislativo 216 del 2023 con termine al 31 dicembre 2024. La stessa è stata però confermata con la legge di Bilancio 2025 che rende strutturali le 3 aliquote Irpef.
Riforma Statuto del contribuente
Con il decreto legislativo 219 del 2023 si è provveduto a un importante revisione dello Statuto del contribuente che ha introdotto il contraddittorio preventivo, misura necessaria al fine di ridurre il ricorso al contenzioso tributario e distendere i rapporti tra Fisco e contribuente. Tra le novità dello Statuto c’è anche la riforma dell’istituto dell’Interpello e l’introduzione del Garante Nazionale e il potenziamento della motivazione degli atti.
No tax area uguale per tutti
Non solo gli scaglioni e le aliquote ma tutto il meccanismo di tassazione del reddito è stato rivisto per raggiungere l’equità orizzontale impositiva. Questo ha portato a individuare un’unica fascia di esenzione per tutte le categorie di reddito (dipendente da pensione): la no tax area dei dipendenti è stata equiparata a quella dei pensionati. Invariata, invece, la no tax area dei lavoratori autonomi.
L’intenzione è quella di individuare un’unica fascia di esenzione uguale per tutti a prescindere dalle categorie di reddito che, anche alla luce delle detrazioni riconosciute, preveda il pagamento delle stesse tasse da tutti. Ovviamente dopo il primo step di equiparazione a 8.500 euro della no tax area di pensionati e dipendenti, si dovrà procedere in futuro, con un intervento per quel che riguarda la no tax area dei lavoratori autonomi.
Riforma del contenzioso tributario
Il decreto legislativo 220 del 2023 punta alla riforma del contenzioso tributario. L’obiettivo è semplificare le procedure e rendere il contenzioso uno strumento usato sempre più in maniera marginale a fronte di un maggiore dialogo tra contribuente e Fisco, come d’altronde previsto con la riforma dello Statuto del contribuente.
Viene rafforzato l’utilizzo del deposito telematico degli atti, è stato previsto l’obbligo per le parti, i consulenti e gli organi tecnici di utilizzare esclusivamente le modalità telematiche per la notifica e il deposito di atti processuali, documenti e provvedimenti giurisdizionali.
Cambiano anche le norme sulla compensazione delle spese di giudizio, si prevede che le spese di lite siano compensate, in tutto o in parte, non soltanto in caso di soccombenza reciproca o quando ricorrono gravi ed eccezionali ragioni da indicare espressamente in motivazione, ma anche quando la parte sia risultata vittoriosa sulla base di documenti decisivi che la stessa ha prodotto solo nel corso del giudizio.
Adempimento collaborativo
Il decreto legislativo 221 del 2023 si occupa nello specifico dell’adempimento collaborativo: uno strumento rivolto a contribuenti con un volume d’affari importante e mira a ridurre il rischio fiscale attraverso una serie di strumenti preventivi.
Non si tratta di una vera novità in quanto introdotto nel nostro ordinamento con il decreto legislativo 128 del 2015, ma con il decreto legislativo 221 è stata prevista un’espansione dell’uso di questo strumento. Prevede una costante comunicazione preventiva tra contribuente e Agenzia delle Entrate finalizzata a prevenire il rischio di errori/evasione ancora prima della presentazione delle dichiarazioni fiscali.
Decreto legislativo 1 del 2024: semplificazione e razionalizzazione adempimenti
Ai fini della semplificazione del sistema, assume particolare rilevanza il decreto legislativo 1 del 2024. Lo stesso contiene diverse novità. In particolare:
- un nuovo calendario fiscale per gli adempimenti;
- cambia la soglia dei versamenti minimi Iva;
- innalzamento della soglia per l’esonero dall’apposizione del visto di conformità;
- riorganizzazione degli Indici Sintetici di Affidabilità Fiscale.
Concordato preventivo biennale per gli autonomi
Per i lavoratori autonomi che hanno scelto il regime forfetario resta, in ogni caso, la flat tax al 15% (che in alcuni casi scende anche al 5%). Centrale nella riforma fiscale è il concordato preventivo biennale introdotto con il decreto legislativo 13 del 2024.
Si tratta di unregime fiscale basato su un accordo tra contribuente e Fisco sulle tasse da pagare indipendentemente da quelli che sono, poi, i guadagni reali. L’istituo al suo primo anno di introduzione non ha però avuto il successo sperato dal Governo, infatti, il numero di adesioni è stao basso a causa degli elevati importi oggetto di accordo.
Sanzioni: ecco cosa cambia
Il decreto legislativo 87 del 2024 rappresenta una riforma epocale del sistema sanzionatorio. L’obiettivo è ridurre gli importi delle sanzioni previste nel nostro ordinamento in quanto nella maggior parte dei casi vi era una sproporzione notevole tra la gravità dei fatti commessi e le sanzioni previste. Parole d’ordine: proporzionalità, adeguatezza delle sanzioni e allineamento con il sistema sanzionatorio applicato negli altri Paesi dell’Unione Europea. Il decreto è entrato in vigore il 1° settembre 2024 dando ossigeno ai contribuenti che spesso hanno difficoltà nella gestione delle sanzioni tributarie.
Decreto Riscossioni
Il decreto 110 del 2024 riscrive, invece, le regole della riscossione dilatando i tempi per il pagamento rateale. Si tratta di una riforma graduale che esplica quindi i suoi effetti in modo progressivo nel tempo.
Prevede il discarico automatico delle cartelle non riscosse dopo 5 anni dall’affidamento all’agente di riscossione e l’estensione graduale della rateizzazione delle cartelle esattoriali fino a 120 rate.
Decreto Accise
Altra riforma centrale nel sistema fiscale è il decreto Accise, decreto legislativo 141 del 2024. Prevede una semplificazione degli adempimenti a carico degli esercizi commerciali. Il rilascio della licenza per la vendita di alcolici è previsto solo per la vendita di alcolici che superano la prestabilita soglia di volumi.
Per quanto riguarda i prodotti da fumo, l’autorizzazione alla vendita dei prodotti liquidi da inalazione e dei tabacchi lavorati, ha validità estesa a 4 anni, in luogo degli attuali 2. Queste le incipali modifiche, ma per il dettaglio si può leggere l’approfondimento.
Imposta di registro e successione
La riforma fiscale si è soncentrata anche sulle imposte indirette, come l’imposta di registro e l’imposta di successione. Le misure sono state inserite nel decreto legislativo 139 del 2024.
Tra le novità introdotte vi è l’autoliquidazione dell’imposta di successione. Il decreto legislativo non solo semplifica calcolo e liquidazione delle imposte in questione, ma prevede anche delle sostanziali modifiche per la gestione dei trasferimenti di azienda in ambito familiare e nella tassazione dei trust.
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