Per chi rateizza le cartelle esattoriali, che tolleranza c’è e quante rate si possono saltare prima che il piano di dilazione decada e se ne perdano i benefici?
Per le cartelle esattoriali rateizzate quante rate si possono saltare prima che il piano di dilazione decada? Quando si riceve una o più cartelle esattoriali, se l’importo dovuto è molto alto, si tende a scegliere la strada della rateizzazione per il pagamento. Si tratta di una scelta comoda e che, nella maggior parte dei casi, non richiede un impegno economico troppo gravoso.
La rateizzazione delle cartelle è una misura che consente al contribuente di sanare i propri debiti con il Fisco senza dover affrontare un esborso economico troppo alto tutto in una volta. Richiedere un piano di rateizzazione per rientrare dei propri debiti con il Fisco, nella maggior parte dei casi, è abbastanza semplice e veloce, ma si deve evitare la decadenza e proprio per questo è sempre bene tenere sotto controllo le rate non pagate e sapere quante se ne possono saltare in totale prima che si verifichi la decadenza.
Non per tutti i piani di dilazione sono previste le stesse regole infatti, visto che possono cambiare anche in base a chi concede la dilazione in questione, come andremo a vedere di seguito. Una differenza profonda si può notare, ad esempio, anche tra i piani di rateizzazione ordinaria e le rottamazioni delle cartelle (di cui l’ultima è la quater, del 2023). La rottamazione è meno flessibile rispetto a una dilazione ordinaria.
Sapere che tolleranza si ha prima della decadenza di una dilazione può essere importante anche per pianificare i pagamenti mensili, perché non sempre chi decide di dilazionare un debito con l’Agenzia delle Entrate riesce a pagare entro le scadenze stabilite dal piano. Qualche mese, infatti, si potrebbero avere difficoltà ed è bene sapere se si è nella posizione di poter saltare un o più scadenze.
La decadenza del piano di rateizzazione non sempre interviene allo stesso modo. Ci sono in casi in cui è prevista una certa flessibilità nei pagamenti e altri in cui i piani sono molto rigidi e vanno rispettati per non perdere i benefici che portano. Cerchiamo di capire, in questo articolo, quante scadenze si possono saltare prima che il piano di rateizzazione delle cartelle esattoriali decada.
Come si richiede un piano di rateizzazione?
Rateizzare una cartella esattoriale è semplice e veloce. Basta accedere con le proprie credenziali (Spid, Cie o Cns) al portale dell’Agenzia delle Entrate Riscossione e presentare una richiesta di rateizzazione (indicando quali cartelle si intende rateizzare, se ne sono presenti più di una) scegliendo anche il numero di rate in cui si intende pagare.
Immediatamente l’Agenzia delle Entrate Riscossione invia il piano di rateizzazione con bollettini o moduli per effettuare i pagamenti, ognuno con la propria scadenza (che solitamente è mensile). Da quel momento in poi il contribuente può iniziare a saldare a rate il proprio debito.
Saltare una rata non fa sempre decadere la rateizzazione
Una buona notizia che possiamo subito dare è che non sempre saltare il pagamento di una rata fa decadere il piano di dilazione. Ovviamente se la rateizzazione è legata alla rottamazione delle cartelle, basta saltare un solo pagamento per vedere il proprio piano di dilazione decadere. In questo caso, infatti, non è prevista flessibilità nei pagamenti. L’unica tolleranza prevista in caso di definizione agevolata è di pagare entro 5 giorni dalla scadenza della rata. Un ritardo superiore porta alla perdita dei benefici della rottamazione.
Nelle rateizzazioni ordinarie, invece, solo nel caso che si salti la prima rata la domanda della rateizzazione non è accolta. La prima rata, infatti, va pagata entro 30 giorni dall’accoglimento della piano di rateizzazione e sospende le procedure esecutive per tutta la durata del piano.
In tutti gli altri casi, invece, saltare il pagamento di una rata non comporta sempre un grosso danno.
Cosa accade se si paga una rata in ritardo?
Nella rottamazione è previsto un ritardo massimo di 5 giorni, se si supera questo limite la rata risulta non pagata e il piano di dilazione decade. Nelle rateizzazioni ordinarie, invece, la rata può essere pagata entro un determinato numero di giorni dalla scadenza applicando, però, gli interessi per versamento in ritardo a cui aggiungere una piccola sanzione. La cosa può essere sanata con il ravvedimento operoso.
L’importante è pagare la rata prima della scadenza di quella successiva (sempre a eccezione della prima rata che ammette un ritardo massimo di 7 giorni) senza che per questo si sia considerati inadempienti.
In ogni caso, per qualsiasi piano di rateizzazione, tutte le scadenze che cadono tra il 1° agosto e il 4 settembre di ogni anno il termine di pagamento è sospeso.
La rata pagata in ritardo non fa decadere il piano
Quando si paga una rata in ritardo, ma entro la scadenza di quella successiva, non si corre alcun rischio di decadenza del piano di rateizzazione ordinario. In ogni caso va ricordato che per qualsiasi ritardo nel pagamento vanno aggiunti alle somme dovute sanzioni e interessi (in questo caso vanno calcolati sugli importi delle rate scadute gli interessi maturati e vanno indicati con gli esatti codici tributo sull’F24).
Neanche se si salta il pagamento di una rata il piano di rateizzazione decade. Il vero problema si ha quando le rate non pagate si accumulano.
Quando decade il piano di rateizzazione?
Dipende se il piano di rateizzazione è con l’Agenzia delle Entrate o con l’Agenzia delle Entrate Riscossione.
Con l’Agenzia delle Entrate (rate trimestrali) il margine per la decadenza è molto più stretto e bastano e i casi in cui si decade sono i seguenti:
Può avvenire in una delle seguenti ipotesi:
- quando la prima rata non viene pagata entro 37 giorni dal ricevimento della comunicazione (30 giorni previsti per il pagamento + 7 di lieve ritardo)
- per insufficiente versamento di una qualsiasi rata per una frazione superiore al 3% o, in ogni caso, a 10.000 euro
- se non si paga una rata diversa dalla prima entro la scadenza della rata successiva.
- se non si paga l’ultima rata entro 90 giorni dalla scadenza.
Se il piano di dilazione è con l’Agenzia delle Entrate Riscossione (rate mensili) la flessibilità è maggiore e le rate che si possono non pagare prima di decadere dal piano di rateizzazione sono diverse.
Vediamo nello specifico quante rate si possono non pagare senza rischiare la decadenza in un piano di rateizzazione dell’Agenzia delle Entrate Riscossione:
- per i piani di rateizzazione in essere all’8 marzo 2020 la decadenza si concretizza solo al mancato pagamento di 18 rate, anche non consecutive;
- per i piani di rateizzazione concessi a partire dall’8 marzo 2020 e fino al 31 dicembre 2021 la decadenza si concretizza con il mancato pagamento di 10 rate anche non consecutive;
- per le richieste di rateizzazione presentate dal 1° gennaio 2022 al 31 luglio 2022 la decadenza si concretizza al mancato pagamento di 5 rate, anche non consecutive;
- per i piani le cui richieste di rateizzazione sono state presentate a partire dal 16 luglio 2022 la decadenza si ha solo al mancato pagamento di 8 rate anche non consecutive.
Per capire quante rate del piano di dilazione si possono saltare, quindi, è imprescindibile andare a controllare da quanto tempo è in essere il piano di dilazione visto che nell’arco di 2 anni circa (dal 2020 al 2022) il numero di rate che possono essere non pagate senza decadere varia moltissimo da un periodo all’altro.
La differenza, quindi, è che con l’Ade si decade dopo 3 mesi che non si paga (una rata saltata), con l’Ader, invece, si può non pagare anche per diversi mesi prima di decadere.
Da tenere presente, però, che anche se ci si avvicina al numero di rate non pagate, è possibile non decadere pagandone almeno una di quelle arretrate: in questo modo il numero di rate non pagate scende offrendo nuova flessibilità a chi deve sostenere i versamenti.
Decadenza di un piano di rateazione
Cosa accade esattamente quando si decade da un piano di rateizzazione? Tutti gli importi ancora dovuti sono di nuovo iscritti a ruolo e sulla somma residua sono calcolati, nuovamente, interessi e sanzioni al netto di quelle già pagate. Riparte, inoltre, il recupero coattivo delle somme e si è nuovamente soggetti a fermo amministrativo, ipoteca e pignoramento.
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